Elon Musk, Tesla e BitIQ

Non poteva mancare anche questa settimana un nuovo tentativo di truffa ospitata da Facebook

Come sia possibile che uno degli uomini più ricchi del mondo non riesca a inventare un qualche algoritmo che punisca in pianta stabile chi usa a sproposito la sua faccia e il suo marchio…?

Evidentemente quelle intelligenze artificiali di cui ci parlano spesso i giornali alla fine non devono essere così intelligenti, o forse a certi individui non dà così tanto fastidio che la loro immagine sia usata per portare a compimenti quelle che non mi viene da definire in altro modo se non truffe.

Come avrete capito dal titolo sto parlando di Elon Musk e la sua Tesla, che nei giorni scorsi hanno riempito il mio feed social di annunci pubblicitari, o per meglio dire qualche truffatore ha usato logo dell’azienda di Musk per creare l’ennesima sfilza di post pagamento su Facebook. Mi ha fatto molto ridere che, nella prima che mi è comparsa di fronte, ci venga detto:

Tesla

Modo moderno di fare soldi

Puoi guadagnare da 160 euro al giorno

 

Ma evidentemente quel 160 non era una cifra sufficiente, per cui in quella successiva il claim riportava:

Come lavorare con la nuova piattaforma Tesla?

Guadagno da 165 EUR/giorno

Saranno proprio quei 5 euro in più a fare la differenza e spingermi a cliccare su quell’indirizzo nient’affatto sospetto?

E indovinate dove mi rimanda?

Se avete detto sul solito sito falso che usa impropriamente i loghi di Repubblica, Diario del Web, Il Mattino, L’Unione Sarda non avete vinto nulla, ma ci avete beccato in pieno, d’altronde stiamo parlando di truffe. Cliccando si finisce sulla solita paginetta da allarmi rossi multipli, che stavolta titola:

RAPPORTO SPECIALE: Tesla lancia la sua nuova piattaforma BitIQ, il cui obiettivo è aiutare le famiglie a migliorare il proprio benessere economico

Non sto a farla troppo lunga, siamo di fronte all’ennesimo cambio di marchio per lo stesso identico “prodotto finanziario truffa” che vediamo circolare da anni. I nomi con cui cercano di farsi strada tra gli analfabeti digitali sono sempre simili, abbiamo avuto BitcoinPrime, BitcoinEra, BitcoinEvolution, BitcoinPro e ora è il turno di BitIQ, ma la fuffa è sempre la stessa.

Vi spingono a cliccare sul loro sito di trading online:

Dove, in barba a qualsiasi regola, hanno già selezionato per noi le spunte su I agree to privacy policy e I am over 18, sia mai che ci sbagliassimo. Lo so che voi che ci leggete quotidianamente non avete bisogno di queste avvertenze, ma come sempre scriviamo questi articoli nella speranza che il marchio BitIQ venga indicizzato bene dai motori di ricerca e che la prossima volta che qualcuno cerca info su questa gente trovi il nostro articolo e si renda conto di essere di fronte a una truffa.

Vorrei inoltre aggiungere che chi porta avanti questa tipologia di truffa sono chiaramente sempre gli stessi soggetti che da anni impestano Facebook con queste finte pubblicità, spacciate su pagine social che prima sono state rubate (o peggio comperate) dai loro legittimi proprietari, e che vengono usate come cavalli di Troia per i post sponsorizzati. È gente che investe tantissimo su Facebook visto quante campagne pubblicitarie fa, e che evidentemente guadagna a sufficienza con la truffa da poterselo permettere. Bollare sempre queste situazioni come trappole in cui possono cadere solo gli allocchi significa non rendersi conto di quanto sia vasta la popolazione degli allocchi sul web (e che potremmo farne parte anche noi).

Difendere la specie dell’allocco dovrebbe essere una priorità per gli Stati, ogni soldino cacciato dalla finestra è un soldino in meno speso sul territorio. Quando vedremo un’indagine ben fatta in merito? Quando Meta pubblicherà nomi e cognomi di chi acquista questi post sponsorizzati? Non dovrebbe essere così complesso mettere in pratica il classico “follow the money” per trovare chi siano i criminali. Ma come sempre sono domande che non troveranno risposta.

maicolengel at butac punto it

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