Tor, il cane da un milione di euro

Ieri ci sono andato giù pesante perché ritenevo che un certo giornalismo meritasse uno schiaffo in faccia. Pensate sia servito a qualche cosa? Ovviamente no. Il 21 maggio Repubblica ci regala questo titolone:

Lascia un milione di euro al suo cane: “Abbiate cura di lui”

La storia è raccontata tramite le parole dell’avvocato Andrea Fabio Ferrari, lo stesso dei tre milioni di euro a Berlusconi, lo stesso dei BOT ritrovati in soffitta qualche settimana fa, lo stesso di svariati altri comunicati stampa sul tema. Come è possibile che il giornalista di Repubblica non se ne sia accorto? La sola spiegazione, perdonatemi, è che l’unica verifica che ha fatto sia al massimo aver chiamato la fonte stessa della notizia. Senza fare la benché minima ricerca in rete.

Io sono allibito da questo atteggiamento e dovreste esserlo anche voi. Dovreste lamentarvi, twittare, scrivere, far presente che una testata nazionale che insiste nel pubblicare questa robaccia non merita di essere una tra le più lette in Italia. Io posso capire che blog e siti che si occupano di animali possano rilanciarla, non hanno redazioni che si occupano di fare verifiche, non hanno forza lavoro sottopagata. Sono appassionati che cercano di tirare avanti, l’errore ci può stare. Ma le testate nazionali non possono cascare in questi trucchetti del piffero.

Ammetto che ammiro molto di più i cari signori di Agitalia e di F.I.R. (che sono sempre gli stessi) che le redazioni che lasciano passare questa robaccia. Vedete, Agitalia e F.I.R. con i loro comunicati stampa mostrano costantemente le falle del sistema. Prendono letteralmente per i fondelli redazioni di ogni genere, che siano le agenzie di stampa o la stessa RAI, che siano testate digitali o meno. Tutti prima o poi cascano nei loro comunicati, mostrando l’assoluta mancanza di controlli.

Vedete, uno dice: ma che ce frega se queste notizie sono false? A chi cambia se Tor o Berlusconi hanno ricevuto un’eredità inaspettata?  A nessuno ovviamente, ma il solo fatto che vengano pubblicate mette in forse i controlli su tutti gli altri articoli. Come posso fidarmi di chi lascia (anche in buona fede) che si pubblichino sciocchezze? Nella stessa identica maniera in cui pubblicano queste pubblicano anche i comunicati stampa delle famose “associazioni di consumatori”. Voi direte, vabbè, ma loro sembrano gente seria, mentre invece qui su BUTAC sappiamo bene quante balle raccontino.

Un giornalismo serio comincerebbe con l’evitare di pubblicare qualsiasi cosa che non sia generata dalla stessa redazione. I comunicati stampa, le veline d’agenzia non sono articoli di giornale, sono materiale sul quale basare articoli, dopo avere fatto le dovute verifiche. E invece state tranquilli, appena ci sarà l’ennesimo caso di “tribunale ammette il nesso vaccini autismo” queste redazioni pubblicheranno, senza alcuno spirito critico, i comunicati delle associazioni antivacciniste. Lo stesso quando si parlerà di glifosato, o magari di olio di palma.

La cosa che fa venire i nervi è che il 16 maggio la stessa notizia era apparsa su TgCom, che concludeva l’articolo con:

Tgcom24 per avere una conferma ha provato a contattare telefonicamente il legale, che però non ha mai risposto. Antonio Zaccagni, presunto amico del protagonista della vicenda, dopo aver confermato la notizia e dato la disponibilità a farsi intervistare, si è reso irraggiungibile.

Repubblica cinque giorni dopo non si è accorta che c’è seria puzza di bruciato?

Siamo messi male, molto male.

Una cosa ve la voglio raccontare: una giornalista qualche tempo fa mi aveva contattato proponendomi di tenere delle lezioni di verifica dei fatti per i giornalisti (o aspiranti tali) della mia regione. Ero entusiasta all’idea… L’unico ostacolo era il fatto che io non sono giornalista e che forse all’ordine regionale non avrebbe fatto piacere. Credete si siano rifatti vivi? Evidentemente hanno ritenuto che l’aiuto di un demistificatore non servisse, il giornalismo in Italia per qualcuno va a gonfie vele.

Sia chiaro, non sono così deluso, avrei dovuto fare i salti mortali per poter tenere qualche lezione. Ma onestamente ritengo che un problema grosso esista, o lo risolvono, o molte redazioni saranno destinate a fare una brutta fine. La professionalità quando si tratta di giornalismo è tutto. Se non posso fidarmi della testata a cui faccio riferimento la abbandono, perché come ha sbagliato sull’eredità del cagnolino potrebbe sbagliare su cose più serie che possono modificare la mia percezione del mondo che mi circonda. Non capirlo è sciocco!

maicolengel at butac punto it

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