Trump, l’immigrazione e le gabbie

Sono tanti quelli che sono decisamente disgustati dalla politica di Donald Trump nel costruire tendopoli per accogliere i minori (e chi non viene trattenuto dalle autorità) che vengono beccati a passare il confine americano. Circolano svariati meme fatti per indignare, per la maggior parte con foto che non c’entrano con quanto viene raccontato, ne abbiamo parlato noi, ne ha parlato David Puente.

Ma ci sono altre cose che vanno dette, almeno per avere un quadro della situazione.

Il punto sulla Tolleranza Zero

Quello che bisogna avere ben chiaro in mente è che non esiste alcuna legge negli USA che obblighi a separare i figli dai genitori in questi casi. I figli di chi compie delle “infrazioni federali”, come l’ingresso irregolare nel Paese, venivano affidati al “Health and Human Services’ Office of Refugee Resettlement”, e attraverso di loro consegnati a parenti, in affido o centri di detenzione giovanile. Come spiega Politifact, fino al 6 aprile scorso, quando il “ministro della Giustizia” Sessions ha annunciato il cambio di policy, i genitori non venivano separati dai figli quando fermati, ma venivano raccolti in centri di detenzione “familiari” in attesa di finire davanti a un tribunale o di venire espulsi.

Codice civile, codice penale

Si applicava il codice civile a quanto ho compreso, non quello penale. Oggi le cose sono cambiate. Come dicevamo, dal mese di aprile invece l’ingresso negli USA senza documenti viene gestito come un crimine dal Dipartimento di Giustizia, facendo finire i genitori in galera. I bambini non possono essere incarcerati e da qui la separazione forzata. La separazione dei bambini è quindi conseguenza diretta di una scelta specifica, non di leggi vecchie – probabilmente Trump si riferisce ad una legge dei tempi di Clinton.

L’attuale amministrazione ha quindi separato i bambini, anche di soli otto mesi, perché i genitori sono stati trattati come criminali, indifferentemente dal fatto che possano avere o meno diritto allo status di rifugiato. Già dal mese di marzo il segretario della Homeland Security aveva affermato che stavano prendendo in considerazione questa policy come deterrente, affermando che oramai hanno una grande esperienza nel gestire i bambini in questo modo (come vedremo non è proprio corretto). La gestione di questa mole di bambini chiusi in gabbie, urlanti, senza sapere dove fossero finiti i genitori è un risultato estetico voluto dalla Casa Bianca.

Come stavano le cose prima?

Sotto l’amministrazione Obama, secondo tanti, le cose andavano meglio. Ma è davvero così? In realtà non sempre, ed è forse il caso fare un veloce ripasso delle cronache americane degli ultimi anni.

Nel 2016 il Dipartimento della Giustizia condannava a 15 anni di carcere Aroldo Castillo-Serrano, per aver sfruttato immigrati clandestini minorenni in allevamenti ovicoli in Ohio. L’indagine che ha portato a quella condanna era del 2015, e le accuse, poi dimostrate, erano gravi.

Aroldo Castillo Serrano riceveva i ragazzi direttamente dalle mani del governo americano, tramite l’Ufficio per i Rifugiati (ORR). Mentiva nei documenti con cui otteneva l’affido dei minorenni senza che le sue parole venissero messe in dubbio.

I fatti sono andati avanti a lungo prima che Aroldo venisse accusato e ingabbiato, e la storia fece grande scalpore negli Stati Uniti, al punto che l’indagine si allargò per capire secondo quali criteri i ragazzi venissero affidati a questi soggetti.

6000 scomparsi sotto l’amministrazione Obama

La condanna di Castillo portò a un’ulteriore indagine, che evidenziò svariate problematiche nella gestione dei minori. Mancavano sistemi per esaminare le richieste d’affido, e questo ha portato alla schiavitù (o alla scomparsa) di molti minorenni. Il numero finale pare essere di circa 6000 bambini di cui si è occupato l’ufficio per i rifugiati, 6000 bambini di cui a giugno 2018 si sono perse totalmente le tracce. Erroneamente riportavo che fosse successo sotto l’amministrazione Obama, ma come giustamente fate notare l’indagine è stata avviata durante l’amministrazione Trump, e il numero rileva quelli che sono gli scomparsi del 2017, quindi sempre sotto la presidenza di Donald.

Di tutto questo sulla stampa italiana tra il 2014 e il 2016 non se n’è praticamente parlato. Quindi le notizie che arrivano oggi sulle scelte di Donald Trump in tema di minorenni clandestini fanno intendere che stia facendo peggio di Obama. La narrativa però è carente delle informazioni che vi ho appena raccontato.

Non è una giustificazione

Sia chiaro, questo non giustifica Trump e la scelta della Zero Tolerance. Come però avete forse capito la situazione non è facile. Trump rischia di ritrovarsi nella situazione che portò l’amministrazione Obama le precedenti amministrazioni a dare in affido i bambini in situazioni decisamente disagiate. Le direttive messe in atto ad aprile 2018 non è chiaro a cosa porteranno. Trump insiste che la sua è una zero policy fatta per restare, e queste sono le immagini (verificate) che lo dimostrano:

Al tempo stesso la moglie Melania è molto critica su quanto sta accadendo e ha già fatto visita alle strutture d’accoglienza informandosi sullo stato delle cose in maniera più diretta. Forse poteva scegliere un abbigliamento un po’ meno controverso.

Per concludere

Quanto riportato sopra non difende Donald Trump, non attacca Barack Obama. Si tratta solo di un’analisi dei fatti data dalla lettura delle cronache americane in lingua originale.(e come avete colto dalle correzioni non mi è stato facile districarmi)-

La Casa Bianca, dopo aver sostenuto per giorni che non fosse possibile cambiare le cose con un Ordine Esecutivo, ha emesso un Ordine Esecutivo dove viene indicato di tenere le famiglie insieme, anche se il problema in generale non viene risolto.
Prima di commentare, contate fino a dieci, bevete una camomilla, rileggete.

E magari date un’occhiata al video di Shy che oltre all’analisi dei fatti riporta anche possibili scenari per cui a Donald Trump la situazione così come è potrebbe risultare comoda:

maicolengel at butac punto it

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