Il tunnel nucleare di Adolf Hitler


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Di vicende legate all’ex imbianchino austriaco con dei baffi particolari è piena la storia recente: alcune riguardano l’ossessione che il dittatore tedesco avrebbe avuto per il paranormale, altre parlano della sparizione o della distruzione di migliaia di opere d’arte, altre ancora parlano di un’eventuale bomba atomica messa in cantiere dagli scienziati razzisti tedeschi (semi-cit.) e poi sparita in qualche tunnel. È il caso di questo articolo che ha girato nelle scorse settimane su diversi siti tra cui Il Sussidiario, un sito piuttosto particolare: se guardiamo la home page non troviamo né bufale né articoli ambigui, ma se cerchiamo una qualche notizia assurda su Google il sito è sempre tra i primi risultati.

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IL SEGRETO DI HITLER/ Scoperto il tunnel dove sono nascoste le bombe nucleari dei nazisti?

I nazisti avevano armi nucleari pronte a essere usate? Secondo un ricercatore tedesco ci sarebbero dei tunnel nell’ex Germania est dove queste armi sarebbero ancora oggi nascoste


Durante il regno di terrore della croce uncinata, è esistito veramente un programma nucleare tedesco, che in realtà era diviso in due tronconi: quello sviluppato da scienziati civili, capitanati di Heisenberg, e un altro dai connotati fortemente militari e bellici, guidato da Kurt Diebner.

Nel primo gruppo di ricerca, attivo dal 1939 al 1941, venne ufficialmente studiata la possibilità di creare un reattore nucleare, ma ufficiosamente è ritenuto corretto dire che il gruppo fu partecipe anche delle implicazioni belliche della questione.

Parlare del secondo gruppo è assai più difficile, poiché si entra nel terreno insidioso dei segreti di Stato, prima tedeschi e in seguito americani, essendo molti scienziati del Reich confluiti nei settori di ricerca alleati, principalmente nell’operazione Paperclip, primo atto di una guerra molto più silenziosa che sarebbe stata combattuta anni dopo.

Speculazioni affermano che il secondo progetto fosse molto più importante per le alte sfere e tutto fa pensare che lo scopo primario fosse proprio la realizzazione di un ordigno bellico simile a quelli sganciati sul Giappone nel ’45.

Probabilmente (un certo grado di dubbio resta comunque la scelta migliore) il progetto fece un suo corso e arrivò addirittura a dei test che si svolsero in un sito in Turingia e sull’isola di Rügen, secondo quanto raccontato dallo storico e giornalista Luigi Romersa, inviato da Mussolini per tenere sotto controllo le cosiddette armi segrete di Hitler.

In questi giorni è stata diffusa dall’Indipendent una notizia (riportata anche da siti italiani: Huffington Post e, appunto, Sussidiario.net) in cui si spiega che un pensionato avrebbe scoperto degli ordigni nucleari all’interno di alcuni tunnel in Turingia. L’uomo, grazie alle “tecnologie 3d” (sic), ha individuato degli oggetti che, per forma e dimensioni, potrebbero essere delle bombe atomiche. Negli articoli si paventa una nuova Chernobyl.

Romersa, nel dossier redatto per il dittatore di Predappio, parlò specificatamente anche di un sito vicino a Gusen, in Austria, non distante dal ben più noto campo di concentramento di Mauthausen.

Il sito resta monitorato dalle autorità, ma in passato è stato acquistato da una società immobiliare che si prese la briga di effettuare un controllo di radioattività dell’area. L’analisi rivelò una radioattività superiore alla norma e diede vita a molteplici congetture sulla possibilità di esperimenti nucleari, la società seppellì il sito sotto qualche migliaio di metri cubi di cemento e lo interdisse al pubblico. Da lì nacquero le più disparate ipotesi.

C’è bisogno di essere chiari: trovare un punto oscuro di una vicenda e arricchirlo con una congettura non ha assolutamente niente di scientifico. La realtà è che in quei tunnel e nei siti sotterranei presenti venivano costruiti e assemblati aerei e che la radioattività potrebbe tranquillamente essere di origine naturale. Forzare la realtà senza alcuna prova, affermando che in quei siti si effettuassero test nucleari basandosi sulle parole di un unico testimone di cui non si conosce l’attendibilità, è complottismo del più becero livello.

Federico M.

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