Questa guerra è nata nel 2014…

...e anche la disinformazione in salsa russa circola da allora!

C’è un testo che sta venendo ripreso da tanti, un testo che sostiene svariate cose inesatte in mezzo a un paciugo di politica che non ha né capo né coda, ma viene condiviso dai tanti che si abbeveravano alle fonti del negazionismo da pandemia e antivaccinismo.

Il testo è questo:

Per chiarezza.

Questa guerra è nata nel 2014, quando è stato fatto un colpo di stato in Ucraina sostenuto da Stati Uniti (c’era Biden vicepresidente e la Clinton segretario di Stato).
Tolsero il Presidente ucraino filo-russo che si rifugiò a Mosca, presero il potere con la forza e piazzarono un governo filo- americano.
Dopo il colpo di stato sono subito state emanate delle leggi anti russe. Solo che l’Ucraina è un paese diviso in due, a ovest sono ucraini, nazionalisti e vicini all’Europa, ad est e in Crimea sono russi.
La Russia con un colpo di mano si è ripresa la Crimea senza sparare un colpo (perché il 90% sono russi e hanno fatto un referendum). Mentre nelle altre province sono state fatte persecuzioni (multe se parli in russo, sparatorie a chi pregava in russo). I dati OSCE parlano, di 14000 morti fra civili e militari nel Donbas in 7 anni.
Nel 2014 c’è stata la strage di Odessa, ma ne hanno parlato troppo poco in tv. Gli ucraini diedero fuoco a un sindacato che era pieno di anziani, donne con bambini, quelli che scamparono all’incendio furono uccisi a colpi di fucile.
Putin ha più volte denunciato il genocidio nel Donbas (14.000 morti) ma nessuno nei media occidentali ha approfondito.
Poi è arrivato Trump e l’Ucraina è rimasta sola, a lui non interessava. C’è stato i cessate il fuoco e sono stati fatti gli accordi di Minsk che prevedevano il riconoscimento delle due repubbliche da parte dell’Ucraina come regioni a statuto speciale.
Si arriva così all’elezione di Biden, che affermò subito che Putin è un killer e che gliel’avrebbe fatta pagare.
Il figlio di Biden, Hunter, ha diversi gasdotti in Ucraina, e affari milionari. Biden ha chiesto l’ingresso nella Nato dell’Ucraina, inaccettabile per la Russia. Inaccettabile perché i missili sarebbero puntati a 300 km da Mosca. Perché sarebbero puntati su Pechino, infatti la Cina ha sostenuto la Russia con contratti sul gas altissimi.
Da dicembre è iniziata l’isteria americana sull’inizio della guerra. Hanno pompato Zelensky a bombardare di nuovo il Donbas per riprenderselo promettendogli aiuto militare. Lui ci è cascato. La Russia si è seduta al tavolo con tutti i presidenti e con tutti i ministri degli esteri ma senza risultati. Nessuno voleva trattare, ma ribattevano che l’Ucraina ha il diritto di entrare nella Nato. La Russia ha offerto di demilitarizzare l’Ucraina e farlo uno stato cuscinetto, come la Svizzera, di transito di gas e di merci, ma senza armi. Gli è stato risposto di no.
Aggiungo che gli USA hanno piazzato in questi anni in Ucraina 14 laboratori che producono armi chimiche, lungo tutto il confine russo. Dunque una minaccia di non solo missili.
A questo punto non è difficile comprendere la reazione di Putin, acclamato dalle popolazioni filo-russe del Donbass come un liberatore di quelle zone che non devono essere annesse alla Russia ma rese alla loro libertà dopo i massacri di questi anni.
Non esistono buoni e cattivi, ma solo una buona o una cattiva informazione.(R.Humber)”

I colleghi di Bufale.net, purtroppo, hanno fatto un articolo analizzandoi solo l’aforisma finale (senza però trovare traccia della sua fonte) e bollando il resto con questa frase:

La frase viene utilizzata come chiusura di un lungo post in cui viene riportata una narrazione anti-USA e pro-Russia di ciò che sta accadendo in Ucraina in questi giorni.

Non è solo una “narrazione anti-USA e pro-Russia”, si tratta di malinformazione ad hoc per sostenere quanto sta facendo Putin, e un sito di fact-checking non può limitarsi a bollarla come narrazione ma dovrebbe spiegare i fatti ai propri lettori.

La prima cosa da dire è che si tratta di fatti avvenuti meno di dieci anni fa, e su cui quindi esiste una tonnellata di materiale per poter fare verifiche. Uno su tutti il bellissimo documentario Winter on Fire, prodotto nel 2015 con filmati originali girati durante i fatti raccontati nel post. La prima cosa evidente è che il documentario nella sua interezza praticamente non nomina mai gli Stati Uniti, mai, perché non è affatto vero che i disordini in Ucraina nel 2014 siano scoppiati grazie agli americani. Per documentarsi non ci vuole molto. Qui potete vedere il trailer del documentario, che ho rivisto proprio due sere fa dopo una prima visione quando uscì. È un documento potente, che spiega per filo e per segno cosa è successo, perché è successo e come i civili siano stati il punto di svolta del Paese. Ci sono scene che restano impresse nella memoria a lungo anche dopo la visione del film.


Piccola aggiunta per chiarire che non rimandiamo al documentario citato poco sopra perché è l’unico modo di informarsi, ma l’invito a vederlo è perché riteniamo che sia un importante pezzo di storia recente. Purtroppo, come è possibile vedere andando a leggere le cronache di quanto avvenne nel 2014, la situazione, specie sui fatti di Odessa, non riesce a essere di così facile lettura. Sul posto non c’erano giornalisti esterni al conflitto che potessero avere una visione imparziale di quanto avvenuto, come riportò la BBC i fatti non sono così semplici come i sostenitori da ambo le parti vogliono dare a intendere, ovviamente ognuno accusa la fazione opposta di essere l’unica colpevole dell’escalation di violenza di quei giorni. Proprio per questo qui su BUTAC abbiamo preferito trattare il resto del testo, evitando i punti su cui non esiste una singola narrazione che si possa definire “lo stato dell’arte sui fatti”.


Poi, analizzando il testo, è facile accorgersi di una prima bufala, subito nelle prime righe: Hillary Clinton non era segretaria di stato nel 2014, il suo mandato è finito nel 2013. Nel 2014 a ricoprire quel ruolo c’era John Kerry. Poi, quando si dice che il presidente è stato messo lì dagli americani, è un’altra evidente bufala: il presidente Petro Poroshenko, eletto dopo i disordini del 2014, è stato votato democraticamente dal popolo ucraino con regolari elezioni. Ha ricevuto il 54,7% dei voti, il suo antagonista con più voti si è fermato al 12,81% (a meno che, anche qui, non si vogliano ipotizzare enormi frodi elettorali di cui non solo non sono mai state portate prove, ma che nemmeno i perdenti hanno pensato di denunciare).

Alle stesse elezioni si erano presentati anche gli estremisti di destra che tanto vengono citati come se tutti gli ucraini fossero estremisti e/o nazisti, beh, il partito in cui sono confluiti i politici di estrema destra nel 2014 non ha raggiunto il numero di voti necessari per avere seggi in parlamento, nel 2019 nemmeno.

Sia chiaro, è vero che il Dipartimento di giustizia americano, durante il governo di Donald Trump, sulla base di accuse mosse principalmente dal peggior tabloid americano, il New York Post, insieme ad altre mosse da Trump stesso, abbia indagato sui collegamenti di Hunter Biden con Cina e Ucraina. Ma in un anno di indagini non è emerso nulla a carico della famiglia Biden. La base delle indagini? Il fatto che Biden nel 2016 avesse chiesto il licenziamento di un procuratore che (secondo il NYP) stava indagando sulla società per cui lavorava Hunter Biden. La notizia è vera, Biden aveva chiesto il licenziamento di quel personaggio, ma in contemporanea l’avevano fatto anche altri, come riportava la BBC:

…other Western leaders and major bodies that give financial support to Ukraine also wanted the prosecutor dismissed because they believed he was not active enough in tackling corruption.

I dubbi sul lavoro di Hunter Biden per un’azienda ucraina comunque sono stati sufficienti perché negli anni passati siano state fatte più indagini, sia negli States che in Ucraina, senza che però nessuna di queste abbia rivelato collegamenti tali da evidenziare motivi di dubitare dell’operato di Biden stesso o di suo figlio. Entrambi hanno accusato il NYP di avere lanciato, insieme a Trump, una macchina del fango mossa proprio da disinformazione russa. Curioso che dopo che il Dipartimento di giustizia americano ha dichiarato che non esistano prove di illeciti, diventi virale un post che nega l’esito delle indagini e ritira fuori le notizie smentite dalle indagini stesse… Notizie che era stato spiegato fossero disinformazione russa. Io non ho strumenti sufficienti per verificare se fosse malinformazione generata dalla Russia o solo dallo staff di Trump, quello che è certo è che in questa concomitanza tra la guerra appena scoppiata e post che riprendono una storia ormai vecchia e smentita puzza tanto di bruciato.

Nel frattempo, come promesso a suo tempo da Biden prima d’essere eletto, Hunter si è dimesso da qualsiasi posizione occupasse in società straniere e nessun membro della famiglia Biden ha lavori o relazioni d’affari con società o governi starnieri.

Inoltre nel testo si parla di 14 laboratori chimici sparsi per l’Ucraina e di proprietà americana, ma è una bugia, l’ennesima, come dimostra PolitiFact con un fact-checking del 25 febbraio. Dove ci spiegano che:

There are no U.S. military-run labs in Ukraine, said Andy Weber, a member of the Arms Control Association Board of Directors and a former assistant secretary of defense for nuclear, chemical, and biological defense programs.

“Rather, the U.S. Department of Defense Cooperative Threat Reduction Program has provided technical support to the Ukrainian Ministry of Health since 2005 to improve public health laboratories, whose mission is analogous to the U.S. Centers for Disease Control and Prevention,” Weber told PolitiFact.

Insomma quel testo, che ho visto condividere tantissimo su LinkedIn, è un agglomerato di disinformazione, creata non è chiaro da chi, ma condivisa da troppi per trattarsi di un semplice post che circola per caso, è palese che dietro ci sia qualcuno che l’ha creato con intento malevolo.

Una delle fonti principali su LinkedIn è il profilo di tal Giovanni Ciasullo, dottore in economia aziendale che a chi chiede fonti di quanto viene affermato risponde con questo tono:

Guardi si faccia un giro sul web e vedrà che tutto le sarà molto chiaro

Per fortuna tra i tanti che stanno commentando il suo post alcuni, anche stranieri, gli hanno spiegato che si tratta di sciocchezze, come Edward Stratford che scrive:

This is a very dangerous and inaccurate post, particularly your final paragraph (I’m English so maybe translation issue). My wife is Ukrainian and her family, friends and personal ‘network’ are from the Donbas region. She, her family and friends lived through the entire period you are referring to. Unfortunately, excuse my french, but your post is actually complete bullshit. I’m sorry to say but you really have no idea what life was like and the complications of that region through this period. You’re comments are really badly judged. I hope maybe anyone reading this might reconsider their view if they agree with you.

Non credo di poter aggiungere altro.


Negli ultimi articoli abbiamo usato sempre più spesso una definizione nuova, malinformation, che abbiamo scelto di tradurre con malinformazione (anche se la parola in italiano non esiste). L’abbiamo fatto perché stiamo tentando di uniformarci ai termini usati negli studi sull’Information Disorder. Malinformation è un termine che si usa per definire la diffusione di informazioni vere a scopo malevolo, perché vengano interpretate in maniera faziosa.

maicolengel at butac punto it

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