Un giorno da vegano?

dietavegana

La Repubblica ha pubblicato qualche giorno fa i risultati di uno studio/proposta della LAV…

Un giorno di dieta vegana a settimana: così italiani possono salvare 12mln di animali

Come faceva notare un amico fotografo, ormai si è disposti a pubblicare di tutto pur di avere contenuti gratuiti da pubblicare sui giornali italici. Quello del giornalista è un mestiere in via d’estinzione: ormai si tratta solo di copiare e incollare. Figuriamoci se si verificano le notizie. Tanto che importa? Sono gratis!
Che si possano salvare degli animali può essere in parte vero, ma durerebbe poco: quelli stessi animali salvati al secondo anno di regime così strutturato non verrebbero allevati. Se durante il primo anno davvero vi fosse un aumento del numero di animali, al secondo ne verrebbero fatti crescere ed allevati di meno. Quella alimentare è un’industria che ovviamente continuerebbe a produrre bistecche e salami anche nel caso il consumo diminuisse. Ma questo evidentemente la LAV non vuole che lo sappiate, perché ovviamente vanificherebbe il loro scopo.
mercveg
La cosa che mi lascia un pelo sconcertato è che l’articolo spieghi che:

Rinunciando a una bistecca da 500 grammi una volta a settimana, sempre per un anno, si salvano 910 metri quadrati di foresta, si risparmiano 390 chili di cereali, 403.000 litri d’acqua, 936 chili di Co2. Un giorno “veg” a settimana, moltiplicato per tutti gli italiani, risparmierebbe l’equivalente in emissioni di Co2 prodotte da 1 miliardo e 600 milioni di chilometri percorsi con un Suv.

Scusate, forse mi sono perso un passaggio.
Se non mangio quella bistecca, mangerò pure altro? Dell’altro che sarà stato a sua volta coltivato e prodotto, trasportato e lavorato… esattamente come accade per la povera bestia che è stata macellata?
Sbaglio, o il mercoledì Veg come lo chiamano loro è in realtà un mercoledì di digiuno totale?
Per coltivare alimenti non animali, dovrò impegnarmi in una misura simile all’allevamento. L’acqua che bevono le bestie la userò per irrigare i campi; campi che ovviamente dovranno essere più grandi se più gente mangiasse vegetariano, con costi e consumi d’irrigazione maggiori. Ci vorranno pesticidi per proteggerli, personale per curarli.
Invertendo i fattori, l’unica cosa che farò sarà ridurre il numero di animali allevati per il consumo alimentare ogni anno, e non è che quelle bestie vengano messe in una riserva e protette: i consumi per le bestiole e per gli umani raddoppierebbero invece che calare. Le foreste andranno perse comunque per fare spazio ai campi da coltivare, l’acqua sarà consumata per la loro irrigazione; i mezzi per trasportare i suddetti prodotti vegetali consumeranno e inquineranno alla stessa maniera.
Un articolo più semplicistico di così non poteva essere, specialmente senza una propria analisi “di testa”. Che l’articolista sia un accolito vegano? Che sia anche lui in cerca di proseliti? Può essere, ma allora non vedo perché debba lavorare in una redazione giornalistica. Bisogna raccontare i FATTI, non indottrinare la gente verso una nuova “religione”!
Come mi è stato fatto notare da chi ho consultato – grazie C. – se davvero si volesse consigliare un’alimentazione più ecofriendly, la cosa più sensata sarebbe suggerire la preferenza verso la carne di manzo rispetto a quella di vitello.  Il manzo è più redditizio ed è molto più conveniente, oltre a essere più nutriente. D’altronde, ce li abbiamo (quasi) tutti i dentini per masticare la ciccia, no?
Tutto quanto detto sopra ovviamente non significa che non sia giusto cercare di avere un’alimentazione il più possibile sana, variando spesso i cibi ed evitando di esagerare. Io trovo sia corretto cercare di rispettare la natura e l’ambiente il più possibile, ma ci vuole anche un po’ di sale in zucca.
maicolengel
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