Unicef e i 6 milioni spariti

Da tempo ci segnalate la storia dei soldi di Unicef “spariti”, storia che secondo alcuni vede coinvolta la famiglia Renzi, e che da prima dell’estate viene spinta come narrazione politica in rete e sulla carta stampata.

Onestamente ai tanti che mi segnalavano post durante l’estate ho sempre risposto nell’unica maniera sensata: “La storia è nota da tempo, il fatto che Unicef non si sia ancora pronunciata rende impossibile dare un giudizio, quello che è certo è che Conticini è il cognato di Matteo Renzi, cognato acquisito, non sono parenti di sangue, non credo che Matteo Renzi abbia avuto nulla a che fare con la scelta della sorella di prendere marito. Non vedo cosa questo possa entrarci con la politica. Se Conticini ha fatto cose errate sarà l’indagine – in corso già da tempo – a verificarlo. Non vedo ancora mandati d’arresto che giustifichino l’attacco di stampa e politici”.

Ecco, quelle qui sopra erano le uniche cose che trovavo sensato riportare. Le uniche cose che anche i giornalisti avrebbero dovuto riportare, perché non c’era altro da dire. E invece sono mesi che ci tiriamo avanti questa storia, quasi che a qualcuno faccia “comodo” continuare con un attacco sensato solo una volta che la magistratura evidenziasse che ci sono state per davvero delle irregolarità nella gestione di quei denari.

E invece durante il weekend mi arriva quest’immagine:

UNICEF: “6 milioni spariti? Non quereliamo” Alessandro DiBattista: “Ho dato un’occhiata ai componenti del consiglio direttivo di Unicef Italia. Sapete chi ci sta? Walter Veltroni – primo segretario PD e Giovanni Malagò – amico di Lotti, il braccio destro e amico di famiglia di Renzi Per questo non querelano il cognato di Renzi? ” fonte: Riccardo Olgiati su Facebook

Seguita a breve distanza da altra segnalazione:
L’UNICEF non querela il cognato di Renzi; tanti decidono di non donare più

Prima di tutto vorrei che una cosa fosse chiara, l’attacco è tutto politico, a chi scrive questi post non interessano affatto i 6 milioni di Unicef, basta vedere come da nessuna parte in questi post gli eventuali colpevoli vengano nominati, mai. Si sceglie, intenzionalmente, di usare sempre il termine “cognato di Renzi”. A me Matteo Renzi può stare anche sulle scatole, ma  vorrei ci mettessimo nei suoi panni. Cosa direste se sui giornali foste attaccati con nome e cognome quotidianamente per qualcosa che non avete fatto voi? Puta caso, vostro cognato viene indagato per evasione fiscale, gradireste che i giornali titolassero “Il cognato di Pinco Pallino indagato” ? Perché non metterci nome e cognome dell’indagato e sfruttare magari la vostra notorietà in città? Io onestamente querelerei, perché è abbastanza palese che il danno d’immagine si ribalti su di me, e lo sanno benissimo i geni che creano grafiche come quella riportata qui sopra, o la redazione di siti come Mobinews.it.

Nessuno è interessato ai fatti, tutti sono interessati solo e unicamente all’attacco politico, come se fossimo ancora in campagna elettorale (ma ci siamo eh, e qualcuno che non se ne sta rendendo conto pagherà questa sua ingenuità a breve).

Comunque andiamo oltre, Unicef ha finalmente rilasciato una precisa dichiarazione sui famosi “6 milioni di euro”, dichiarazione molto specifica, che spiega le stesse cose (in maniera più approfondita) che supponevo fin dall’inizio.

Ve ne riporto i sunti, ma vi lascio qui il link per approfondire:

Quali rapporti ha avuto Matteo Renzi con l’UNICEF?

Nessuno. La parentela tra Alessandro Conticini e l’allora Sindaco di Firenze Renzi (il primo è fratello maggiore del cognato del secondo) era una circostanza del tutto irrilevante nell’ambiente della cooperazione internazionale.

L’UNICEF ha subito un ammanco di fondi da parte di PTA o dello stesso Conticini?

Assolutamente no. Tutte le somme intercorse tra UNICEF e PTA (per un totale di 3,8 milioni di dollari) sono state il corrispettivo di prestazioni d’opera nell’ambito di regolari contratti, nel periodo 2008-2013, in diversi paesi del mondo. 

Se l’UNICEF effettuava pagamenti esclusivamente a PTA, da dove provengono i soldi attribuiti a Conticini?

L’UNICEF non conosce (né avrebbe mai modo di saperlo) l’uso che è stato fatto delle somme percepite da Play Therapy Africa quale implementing partner, e che secondo quanto è dato sapere sull’inchiesta, avrebbero in parte beneficiato società afferenti alla famiglia Conticini-Renzi. 

Quale ruolo ha nella vicenda l’UNICEF Italia? Sono state coinvolte le donazioni dei sostenitori italiani?

Il Comitato Italiano per l’UNICEF non è mai stato coinvolto nell’inchiesta della Procura della Repubblica di Firenze, proprio perché i fatti contestati ad Alessandro Conticini (per ciò che riguarda l’UNICEF) hanno avuto luogo in Africa e non in Italia.
Mai un solo centesimo delle donazioni fatte dai cittadini italiani all’UNICEF Italia è stato versato a Play Therapy Africa o al sig.  Conticini. 

L’UNICEF Internazionale ha collaborato con i magistrati italiani?

Sì. Sin dall’inizio dell’indagine, nel 2016, l’Ufficio legale dell’UNICEF a New York ha collaborato pienamente con la Procura della Repubblica di Firenze. Per ovvie ragioni di segreto istruttorio, non possiamo fornire dettagli delle informazioni inoltrate agli inquirenti, ma siamo in grado di confermare che non sono mai stati richiesti i contratti firmati con PTA o le corrispondenti relazioni di fine lavori.

L’UNICEF intende sporgere querela di parte? 

Con l’estensione della procedibilità a querela di parte per reati contro il patrimonio privato, sancita dal D.Lgs. n.36 del 10/4/2018 che ha dato attuazione alla Legge 23 giugno 2017 n. 103, si è aperta la possibilità, per l’UNICEF e per le altre organizzazioni che avrebbero subito l’appropriazione indebita, di sporgere querela contro gli indagati.
L’UNICEF non avrebbe alcuna reticenza ad avvalersi di questa facoltà, se ne sussistessero i motivi. Certamente l’UNICEF non può chiedere risarcimenti per somme versate nell’ambito di normali rapporti di prestazione d’opera né è ipotizzabile che un’organizzazione internazionale sporga querele a casaccio o, peggio ancora, per soddisfare pressioni, minacce o ricatti provenienti da individui e gruppi impegnati in un’azione politica a noi del tutto estranea.
Qualora la rogatoria così a lungo attesa arrivasse e contenesse elementi finora inediti e tali da modificare la nostra attuale percezione dei fatti, l’UNICEF non avrà alcun problema a considerare eventuali azioni di parte.
In assenza di tali elementi, il nostro orientamento rimarrà di non procedere a querela.
Se, letta tutta la pappardella qui sopra, non comprendete il perché condividere i post diffusi contro Matteo Renzi sia sciocco perdonatemi ma siete la dimostrazione del fallimento del sistema scolastico, ed è triste.
Viene spontaneo domandarsi quando le cose abbiano cominciato ad andare così male, forse da sempre, forse solo negli ultimi anni, non so. Ma questo modo di fare propaganda ci sta portando ad annullare completamente lo spirito critico, e questo è gravissimo.
Vedete, l’idea che le nostre tasse paghino gente che in assoluta malafede cerca di spargere fango manipolando come può l’informazione è un problema serio. Nel testo di Unicef viene spiegato chiaramente che Unicef Italia non ha nulla a che fare con quei pagamenti, eppure Alessandro Di Battista (secondo quanto riporta Olgiati) usa due nomi del Consiglio Direttivo di Unicef Italia come ragione per cui non sia stata sporta querela. Lo capite che se non è Unicef Italia ad avere subito danno (e a quanto pare nemmeno UNICEF internazionale) non ci sono ragioni per cui venga fatta querela?
Capire che è molto probabile che quei soldi di cui si parla siano un pagamento per servizi resi, e che pertanto sia assoluto diritto di chi li ha ricevuti di spenderli come più gli aggrada?
Sia chiaro, non sto scagionando Conticini, se ci sono irregolarità è giusto che vengano verificate e dimostrate, se ci sono illeciti è giusto che siano sanzionati. Ma finché siamo di fronte a un indagine che parte solo da ipotesi, come riportava Repubblica:
Stando agli esiti di alcune rogatorie internazionali, fra il 2009 e il 2016 la Fondazione Pulitzer attraverso Operation Usa ha versato 5,5 milioni di dollari. Fra il 2008 e il 2013 altri 3,9 milioni di dollari sono arrivati da Unicef e quasi 900 mila dollari da varie organizzazioni umanitarie. In tutto si tratta di circa 10 milioni di dollari, di cui 6,6 milioni sarebbero transitati sui conti personali di Alessandro Conticini. Una quota troppo grande, secondo gli inquirenti, per poter essere giustificata come compensi per lui e per i suoi collaboratori.
L’avete letta con attenzione la frase in grassetto? Nessuno sa per cosa fossero quei denari, è solo un’ipotesi che non possano essere compensi, ipotesi fatta dagli inquirenti, ipotesi che non trova riscontro per ora nelle parole di UNICEF. Perché un politico non spiega queste cose? Perché i giornali non le riportano in maniera chiara? Perché si continua a fare il nome di un politico che al momento non è indagato in alcuna maniera per questa vicenda?
Non credo sia necessario aggiungere altro, non scannatevi nei commenti.
maicolengel at butac punto it
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