V-AIDS e la malafede dei bufalari

In tanti ci state segnalando articoli che sono apparsi su svariati siti e che raccontano di questa sindrome da immunodeficienza acquisita da vaccino. Questa fantomatica sindrome è citata un po’ ovunque sui siti fuffari e legati alla disinformazione negazionista, vediamo ad esempio titoli come quello di ScenariEconomici:



Vi presentiamo V-AIDS, sindrome da immunodeficienza acquisita da vaccino

Di V-Aids – o meglio della sua inesistenza – aveva già parlato l’amico e collega Juanne Pili su Open a fine dicembre, ma come riporta ScenariEconomici sarebbero uscite ulteriori conferme che rendono nullo quanto scritto da Juanne (in realtà non è così, vediamo tra poco perché).

L’articolo cita dei dati, ma curiosamente questi dati non vengono mai linkati. Riporto da ScenariEconomici:



I dati di Public Health Scotland mostrano danni al sistema immunitario innato causati dalla vaccinazione mRNA…

…Dai dati attuali, possiamo vedere nuovamente come già riscontrato con le precedenti somministrazioni, che i vaccini geneticamente modificati perdono il loro effetto molto rapidamente. E una volta che l’efficacia cala, vediamo che anche il sistema immunitario innato è danneggiato. Protegge meno i vaccinati dall’infezione, dal ricovero in ospedale e dalla morte rispetto ai non vaccinati. Si tratta di V-AIDS, una sindrome da immunodeficienza acquisita da vaccino.



Apro il sito Public Health Scotland che potete trovare qui, da nessuna parte si parla di V-AIDS o V-HIV in merito alla pandemia, ma esiste invece una sezione del sito dedicata a COVID-19 dove immagino ci siano i dati a cui fa riferimento ScenariEconomici.

La premessa, in inglese, che viene fatta in apertura dell’ultimo rapporto dalla Scozia riporta:

While hospital admissions with a laboratory confirmed test of COVID-19 have continued to decrease, today’s report details that there has been an increase of 21.7% in Intensive Care Unit (ICU) admissions. In the week ending 30 January 2022 there were 28 new admissions to ICUs with a laboratory confirmed test of COVID-19.

COVID-19 related hospital admissions continue to be 3-4 times lower in individuals who have received a booster of third dose of the COVID-19 vaccine, than in unvaccinated individuals.

Che tradotto:

Mentre i ricoveri ospedalieri con un test di laboratorio confermato di COVID-19 hanno continuato a diminuire, il rapporto di oggi dettaglia che c’è stato un aumento del 21,7% dei ricoveri in unità di terapia intensiva (ICU). Nella settimana terminata il 30 gennaio 2022 ci sono stati 28 nuovi ricoveri in terapia intensiva con un test di laboratorio confermato di COVID-19.

I ricoveri ospedalieri correlati al COVID-19 continuano a essere 3-4 volte inferiori negli individui che hanno ricevuto una terza dose di richiamo del vaccino COVID-19, rispetto ai soggetti non vaccinati.

ScenariEconomici però non approfondisce, anche perché già la prima parte dell’articolo non è altro che un copia e incolla da altra fonte, sempre molto affidabile: EventiAvversi, che a sua volta copia, traduce e incolla da un blog austriaco. Sempre bello vedere come si riesca a produrre contenuti senza fare il minimo sforzo…

Andiamo pertanto a vedere i dati pubblicati dalla fonte di tutto questo. La prima tabella che ci viene mostrata è quella che si trova a pagina 41 del report di fine gennaio.

EventiAvversi, ovviamente, come anche i ragazzi di ScenariEconomici, manco ci hanno provato ad andare a verificare i dati, peccato, l’avessero fatto si sarebbero accorti che il governo scozzese aveva inserito una bella scritta in evidenza subito sotto la tabella:

Data in this table should not be used as a measure of vaccine effectiveness due to unaccounted for biases and risk factors in different populations. For more information, please see the Interpretation of data and Vaccine effectiveness summary sections above.

Che tradotto:

I dati in questa tabella non devono essere utilizzati per misurare l’efficacia dei vaccini, a causa di distorsioni e fattori di rischio non contabilizzati nelle diverse popolazioni. Per ulteriori informazioni, consultare le sezioni Interpretazione dei dati e Riepilogo sull’efficacia del vaccino nella sezione sopra.

Scritta che la fonte austriaca ha scelto di nascondere, sostituendola con un suo commento tradotto e copiato sia da EventiAvversi che da ScenariEconomici:

La tabella, mostra che la probabilità di infezione è più alta nei vaccinati che nei non vaccinati.

Questo modo di fare dimostra assoluta malafede da parte del blog austriaco, e ovviamente assoluta inaffidabilità da parte dei due siti italiani che da lui hanno copiato e incollato senza verificare alcunché. Se chi ha realizzato il rapporto ci spiega che quella tabella non va bene per verificare l’efficacia del vaccino, usarla proprio per parlare di probabilità d’infezione è fare l’esatto contrario dell’indicazione data. Quando capirete quanto questa gente si sia abituata a trattarvi come ignoranti incapaci di fare la benché minima verifica sarà sempre troppo tardi.

Capiamoci, perché i dati messi in quel modo non vanno bene? Non vanno bene perché dovrebbero essere accorpati come nelle tabelle che ben conoscete, quelle che abbiamo usato per calcoli identici in Italia.

Stessa cosa avviene per il grafico usato sul blog austriaco subito dopo, anche qui subito sotto al grafico è ben chiara l’avvertenza:

Data in this figure should not be used as a measure of vaccine effectiveness due to unaccounted for biases and risk factors in different populations. For more information, please see the Interpretation of data and Vaccine effectiveness summary sections above.

Quanto si può essere in malafede ad usare queste figure senza avvertire i propri lettori di quanto riportato in calce? L’austriaco, sapendo che nessuno dei suoi follower verificherà, ci racconta poi:

Da questi numeri ho calcolato la riduzione del rischio relativo RRR come 1-RRv/RRnv (RRv – tasso di riduzione del rischio del vaccinato o RRnv per il non vaccinato). Questa è esattamente la formula usata dai produttori di vaccini e dai media mainstream per venderci farmaci geneticamente modificati come altamente efficaci.

E pubblica una tabella che EventiAvversi e ScenariEconomici hanno ripreso e tradotto. Capite che quanto fatto è sbagliato su più livelli? L’autore ha preso dei numeri che non andavano bene per calcolare l’efficacia vaccinale e li ha usati per dimostrare quello in cui crede, ovvero che i vaccini non siano efficaci. E va avanti così per tutti gli altri dati, riprendendo anche la tabella 15, evitando di menzionare l’avviso in calce e così via.

Onestamente trovo inutile andare avanti. Tanto se vi fidate di chi pubblica analisi di dati omettendo gli avvertimenti con cui quegli stessi dati vengono condivisi dalle fonti originali è difficile che sarete arrivati a leggere fin qui.

L’unica cosa che trovo corretto fare è riportarvi la traduzione del paragrafo dedicato all’interpretazione dei dati nel rapporto scozzese, così da farvi comprendere che livello di omissioni abbiano praticato l’estensore austriaco e i suoi seguaci italioti.

Esiste un rischio elevato di interpretazione errata dei dati presentati in questa sezione a causa del complessità dei dati di vaccinazione. Un post sul blog dell’Agenzia per la sicurezza sanitaria del Regno Unito (UKHSA), precedentemente Public Health England (PHE), fornisce una spiegazione completa dei pregiudizi e potenziali aree di interpretazione errata di tali dati. Affermano che un semplice confronto dei tassi di casi di COVID-19 in coloro che sono vaccinati e coloro che non sono vaccinati non dovrebbe essere utilizzato per valutare l’efficacia di un vaccino nel prevenire gravi esiti per la salute, perché ci sono una serie di differenze tra i gruppi, oltre al vaccino stesso, e questi pregiudizi significano che non è possibile utilizzare quelle percentuali per determinare quanto bene i vaccini funzionino.

Il post sul blog dell’Agenzia per la sicurezza sanitaria del Regno Unito è decisamente completo nello spiegare i fatti. Si tratta di un articolo di media lunghezza in inglese che andrebbe letto e compreso, soprattutto se si vuole scrivere sul tema, cosa che evidentemente non è stata fatta né dalla fonte austriaca originale né da chi ha copiato e tradotto i suoi contenuti.

Non esiste una condizione chiamata V-AIDS se non sui siti complottisti e di pseudomedicina, smettetela di farvi prendere per i fondelli da questi soggetti, loro lo fanno per proprio ritorno economico e di fama, non perché pensano di stare dalla parte della verità.

Non ho voglia di aggiungere altro.


Negli ultimi articoli abbiamo usato sempre più spesso una definizione nuova, malinformation, che abbiamo scelto di tradurre con malinformazione (anche se la parola in italiano non esiste). L’abbiamo fatto perché stiamo tentando di uniformarci ai termini usati nello studio sull’Information Disorder. Malinformation è un termine che si usa per definire la diffusione di informazioni vere a scopo malevolo, perché vengano interpretate in maniera faziosa: le tabelle nel caso di quest’articolo sono vere e le troviamo in un report del servizio sanitario scozzese, ma vengono raccontate omettendo alcuni particolari ed evidenziandone altri, in modo tale da manipolare i fatti. Questo sistema di disinformare si chiama appunto malinformation, informazione in malafede.


maicolengel at butac punto it

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