I vermi del Burger King

BK Brasil ha pubblicato un video su FB dove confermano che il video di cui parliamo qui sotto è stato girato nel loro negozio di Brasilia.

Nel loro comunicato però spiegano che i fatti sono argomento d’indagine, e che anche nel caso fosse impossibile stabilirle si tratterebbe comunque di un caso isolato.

Quanto segue è stato scritto da me e Thunderstruck il giorno stesso della pubblicazione del video, prima dell’aggiornamento rilasciato da BK Brasil, che pur senza approfondire conferma le ipotesi da noi fatte qui sotto. Non avevamo ancora pubblicato nulla in attesa di una comunicazione da parte loro. I fatti non sono ancora ricostruiti in maniera soddisfacente. Quello che è strano è che al momento non risulti nessuna denuncia alle autorità sanitarie da parte dell’autore del video.


Suvvia, volevamo farcela scappare? Dopo avere dovuto più volte difendere gli archi dorati di McDonalds stavolta dobbiamo parlare di Burger King. C’è un video che piano piano sta diventando virale, arriva dal Brasile. Premetto, se siete intenti a smangiucchiare qualcosa potrebbe passarvi l’appetito, quindi magari aspettate d’aver finito prima di procedere con l’articolo.

Articolo a 4 (+2, c’è sempre anche Noemi) mani oggi, ma prima lasciamo la parola a:


ThunderstruckNel post pubblicato su Facebook il 30 gennaio 2018 si vedono due hamburger, di cui uno addentato per bene, brulicante di vermi. Capiamoci, se quei vermi fossero stati nel panino durante la fase di cottura sarebbero ovviamente stati cotti con la carne stessa. Invece sono vivissimi. Mentre aspettiamo che Burger King risponda alla nostra mail spiegando quanto accaduto, chiariamo un paio di cose, giusto perché, citando un contact giunto anni fa dove lavoro, “non voglio fare polemica, non è mio costume”.

Qualche deduzione

Quelli che si vedono in fotografia e nel video sembrano essere i classici bigattini, o meglio, visto che non sappiamo da quale specie di mosca siano nate, delle generiche larve di mosca. Le larve di mosca sono uno degli stadi che la mosca attraversa durante il suo ciclo vitale. Il primo stadio è quello di uova. La mosca depone le uova e queste nel giro di pochissimo tempo (anche 6-8 ore, o meno se le condizioni ambientali sono ottimali) si trasformano in larva. Di solito le mosche (soprattutto le mosche carnarie) prediligono la carne in putrefazione, ma non disdegnano assolutamente i nostri cibi e i relativi avanzi mal conservati (mi aspetto un attacco di qualche vegano estremista che sosterrà che la carne di cui ci nutriamo è già in putrefazione). Arrivano, depongono le uova e queste in poche ore diventano larve.

La buona prassi igienica

Ora, come queste larve possano ancora essere vive e vitali su un hamburger che è stato cotto su una piastra molto calda mi sembra un mistero. È pur vero che le larve di alcune specie (e ne esistono circa 9500) possono resistere fino a 60°C, con temperature di crescita ottimali intorno ai 45°C, ma la temperatura di cottura  di un hamburger è ben più alta; gli hamburger dei fast food, inoltre, non sono mai cotti “al sangue” o “a media cottura” ma sono “ben cotti”. Al cuore raggiungono temperature tra i 78°C e gli 85°C, e dalla foto sembra proprio un hamburger ben cotto. Non solo, le norme di buona prassi igienica prevedono che la temperatura di sicurezza al cuore sia superiore ai 70°C (chi dice 71°C, chi dice 72°C, nella ristorazione collettiva “melius abundare quam deficere“). Ammetto che 14 secondi di video sono un po’ pochi e il panino viene inquadrato maluccio (come lo scontrino del resto).

Personalmente azzardo due ipotesi:

1) qualcuno ha preso dei bigattini, si trovano facilmente in commercio visto che si usano per la pesca, e li ha abilmente deposti sul panino. In questo caso Burger King sarebbe innocente;
2) il panino era vecchio e stantio di almeno mezza giornata, conservato fuori dal frigorifero è stato attaccato da una mosca e quando il cliente lo ha chiesto è stato malamente riscaldato. In questo caso la colpa di Burger King è di avere del personale totalmente ignorante in materia di igiene degli alimenti. Suggerisco dei corsi di formazione per il personale migliori di quelli fatti fino ad oggi.

Non vedo altre alternative.


Maicolengel
 

Come avete capito le uniche cause non sono comunque imputabili ad un’azienda intera, ma al singolo caso. In caso contrario ci sarebbero una marea di denunce in merito. Non un singolo video di pochi secondi. Fare circolare la cosa invece diventa un attacco diretto alla multinazionale, con tutte le possibili conseguenze del caso. Si può amare o meno un brand, ma diffamarlo gratuitamente sulla base di un video non verificato è sempre sbagliato.

Possibile diffamazione

Ma chi ha pubblicato il video se ne infischia di chi gli fa notare il tutto. Il profilo da cui il video sta diventando virale è quello di un certo Dnl Jnr. Molti di quelli che commentano spiegano le stesse cose che vi abbiamo spiegato. Il titolare della bacheca risponde sempre nella stessa maniera: “Non è mio, l’ho solo condiviso, chiedo a Burger King che si spieghi”. Ma siamo di fronte al classico furbetto del quartiere: conscio che il suo post sta generando moltissime interazioni se ne infischia completamente di rimuoverlo. Forse lo farebbe se Burger King intervenisse con una bella querela per diffamazione. Ma si sa come vanno a finire queste cose, il gigante passa sempre dalla parte del cattivo, anche quando è lui a subire un danno.

Ovviamente non sono qui a difendere il cibo fast food, come non difendo lo slow food, altra faccia della stessa identica medaglia, quella che vuole fare soldi sull’appetito della gente. Condividere quel video è come andare in giro a raccontare che in quel ristorante si mangia male, ma senza averci mai mangiato, solo perché un cugino di un amico della zia ce l’ha detto…

Spero non dobbiate mangiare a breve…
maicolengel at butac punto it
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