X FACTOR original: Complottismo ’90 Style Episode 1

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Negli anni 90 X Factor non era un talent musicale, ma era l’appuntamento fisso in edicola  per chi, come me, era affascinato dai misteri. Attenzione, non sono un complottista pentito, ma uno scettico estremamente curioso, affascinato dai misteri, alieni, UFO (molti alieni e UFO) e scienza di confine. Da grande appassionato di The X-Files, X FACTOR era il complemento ideale: è il padre di Mistero, anche se molto meno sciocco e “ignorante” del programma di Italia 1. Ogni settimana prenderò un articolo e ve lo proporrò per il vostro diletto e divertimento scegliendo tra i più simpatici, i più matti o i più comici. Alla fine di ogni fascicolo ci sono anche le lettere dei lettori che regalano emozioni.
Lo scopo? Farsi due risate e mostrarvi come le stesse vaccate sciocchezze viaggino da decenni e ciclicamente tornino a galla e vedere come i complotti e le fantasie si siano modificate ed evolute nel tempo. Infatti partiamo col botto, Nikola Tesla, in una leggera variante dell’attuale immagine di “benefattore dell’umanità”, con un tono molto dark, una letterina spettacolare, e una notizia curiosa assurda.
Mie aggiunte solo alcuni commenti tra parentesi e i grassetti per dare risalto alle parti importanti

IL RAGGIO DELLA MORTE

X FACTOR FASCICOLO 28 – Istituto Geografico De Agostini 1997-98

Nikola Tesla fu un genio senza paragoni o un pazzo? Inchiesta di Fegus Fleming sul più grande scienziato croato di tutti i tempi

La mattina del 30 Giugno 1908 un’esplosione luminosa rischiarò il cielo nella zona del fiume Tonguska, nella Siberia centrale. Qualche secondo dopo, 2000 Km2 di territorio russo furono cancellati e una foresta di 40000 pini distrutta dal fuoco. L’esplosione fu udita a 1000 Km di distanza. All’inizio si pensò che fosse caduto un meteorite. Ma quando i geologi esaminarono la zona, nel 1927, non trovarono alcun cratere d’impatto e nemmeno tracce di minerali di meteorite. Mistero. Le teorie formulate per spiegare l’esplosione di Tonguska si sono moltiplicate prendendo in considerazione tutte le ipotesi possibili, dalle astronavi aliene ai buchi neri (decisamente teorie ponderate). Resta, tuttavia, ancora una possibilità: che l’esplosione sia stata provocata da un esperimento eseguito da Nikola Tesla con sua sua macchina del “raggio della morte”.

L’INVENTORE

La brillante carriera scientifica di Nikola Tesla suscita ancora discussioni. Nato in Croazia nel 1856, visse da giovane nell’Europa orientale, dove divenne ben presto famoso per il suo talento. Parlava 6 lingue, aveva una memoria fotografica, era in grado di calcolare a occhio le distanze da centinaia di metri a un centimetro (come il nostro Mister Nò!), e fare a mente calcoli matematici complicatissimi (come Giulietto Chiesa!). Ma, soprattutto, aveva una incredibile capacità di visualizzazione. Riusciva a immaginare una macchina, a costruirla, a sperimentarla, a rimediare ai difetti: tutti processi che eseguiva nella sua mente. Di conseguenza, quando passava a realizzarle, le sue invenzioni erano pressoché perfette (no trial and error per lui). Inventare era la specializzazione di Tesla – non concepiva che le idee di un genio non fossero messe in pratica – e la sua materia preferita era l’elettricità, che muoveva allora i primi passi. Già all’inizio dei suoi studi, Nikola lasciava sbalorditi i professori mostrando una capacità di comprensione superiore alla loro. E ben presto li superò e proseguì da autodidatta.

Quando lasciò l’Europa per gli Stati Uniti, aveva con sé un progetto per un motore che sfruttava la rotazione dei campi magnetici. Quel “motore a induzione” è usato oggi nella stragrande maggioranza delle applicazioni industriali e domestiche. Tesla giunse negli Stati Uniti nel 1884 e andò a lavorare per Thomas Edison, inventore divenuto industriale, tutto teso a trarre il massimo profitto dalle sue scoperte e a vendere cara l’elettricità (sì invento giusto due o tre sciocchezze per far passare il tempo, in realtà era scarso ecco perchè odiava Nikola). I due si trovarono in disaccordo sulle percentuali degli utili, e si separarono. La rottura con Edison indusse Nikola ad abbandonare la concezione tradizionale dell’elettricità. Si trasferì a Colorado Springs, vicino a Denver e batté strade nuove. Tesla aveva dell’elettricità una concezione di fondo, che non aveva ancora sperimentato: comunicare senza fili in ogni parte del globo. Secondo la sia teoria la terra stessa costituiva un conduttore natoura e poteva essere sfruttata per farvi rimbalzare sopra le onde elettriche inviate da un trasmettitore centrale. Queste onde sarebbero state raccolte da ricevitori piazzati ovunque sul globo.

Siccome nessuno gli credeva, nel 1899 Tesla costruì un trasmettitore che poteva anche fungere da ricevitore. Con questa struttura, piazzata in cima al suo laboratorio, sperava di rinviare un’onda elettrica vagante per poi prenderla di nuovo. Intuendo che una singola onda avrebbe perso potenza nel trasferimento, pensò di “inseguirla” con impulsi elettrici successivi, creando così un ciclo continuo di potenza crescente.

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Ma infatti, cosa avrà mai inventato Edison. A malapena lo possiamo chiamare inventore…

SCATTA L’INTERRUTTORE

Gli abitanti di Colorado Springs si erano abituati al laboratorio di Tesla, con quella strana antenna alta 60 metri, che finiva con un globo di ferro. In molti avevano visto come riuscisse ad accendere 200 lampadine, senza collegamento di fili elettrici, a 40 Km di distanza. Ma nessuno si aspettava lo spettacolo che si presentò loro quando Tesla girò l’interruttore della sua ultima creazione. Un fulmine sprizzò dal globo di ferro in cima all’antenna, crebbe di dimensioni fino a diventare una massa elettrica che mandava in cielo lampi scoppiettanti lunghi 50 metri. Risuonarono rombi di tuono. L’erba tutt’attorno brillava di un verde livido. Dai bocchettoni da incendio per la strada uscivano scintille di 10 centimetri. Il semplice fatto di camminare faceva sì che si creassero scariche elettriche che sembravano saltellare e danzare fra il piede e il selciato. Le farfalle erano circondate da un’aura fantasmatica che le mandava a rotolarsi, disorientate, sul terreno. Il rumore all’interno del laboratorio era assordante, scariche elettriche grosse quanto un braccio attraversavano la stanza. Fuori, Tesla sorvegliava in sicurezza il suo esperimento dall’alto, diciamo così, delle suole di gomma delle sue scarpe. Quando l’energia si esaurì, le condizioni tornarono normali. Ma l’esperimento di Tesla aveva fuso il generatore elettrico della città e stabilito il record – tuttora insuperato – della scintilla più grande prodotta in modo artificiale. Ma cosa sarebbe successo se l’energia, anzichè esaurirsi, avesse protratto i suoi effetti?

IL VISIONARIO

Tesla vedeva il futuro dell’elettricità in modo così entusiasta e coinvolgente da spingere il miliardario John Jacob Astor a sostenere economicamente le sue ricerche. Anche il finanziere J.P. Morgan, pensando che quegli studi avessero un grosso futuro, vi investì 150 mila dollari. Nel 1900 Tesla si trasferì a New York e cominciò la costruzione della prima torre delle comunicazioni a Long Island, la Wardenclyffe. Tre anni dopo, quando Wardenclyffe fu completata, Tesla annunciò un’altra delle sue scoperte: sarebbe bastato dare abbastanza energia ai suoi trasmettitori per trasformare la crosta terrestre in un gigantesco portalampade. Chi desiderava energia elettrica non doveva fare altro che infilare un bastone nel terreno, collegarlo a un trasformatore, e avrebbe avuto tutta l’elettricità che voleva. Tesla pensava che sarebbe stato facile generare l’energia iniziale usando gli impianti idroelettrici. C’era un punto oscuro nella teoria di Tesla. Se il trasmettitore poteva inviare energia elettrica intorno al mondo, cosa sarebbe successo se, anzichè mandarla uniformemente dappertutto, l’avesse diretta in un singolo punto? La risposta era: distruzione totale.

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Alla fine, in realtà, Tesla non ha nulla a che fare con l’invenzione della sedia elettrica

RAGGIO DELLA MORTE

Secondo i calcoli di Tesla, il trasmettitore poteva generare elettricità di una potenza fino a 100 miliardi di Watt (da dove prendesse tutta questa corrente non è dato sapere). Concentrata in un’esplosione su una singola frequenza, significava un colpo di 100 000 000 000 000 000 Joule di energia: l’equivalente di una bomba al tritolo da 10 megatoni, all’incirca la potenza dell’esplosione di Tonguska (coincidenze? io non credo). Tesla non ebbe mai la possibilità di provare la sua ipotesi. Nel 1903 J.P. Morgan ritirò il finanziamento. Un raggio della morte da 10 megaton poteva andar bene – ma fornire energia elettrica illimitata e gratuita era assolutamente impensabile (che brava gente! che logica sopraffina). Inoltre, come Edison e altri detrattori di Tesla si affrettarono a far notare, chiunque avesse voluto trasmettere messaggi radio, avrebbe scoperto ben presto che il metodo di Marconi era molto meno costoso(quindi??). Disperato, Tesla si rivolse a George Westinghouse, ma anche lui, come Morgan, non vide possibilità di sfruttamento economico. Tesla, sommerso dai debiti, dovette svendere il laboratorio di Colorado Springs per tacitare miserabili richieste di pagamento: 180 dollari per l’elettricità, 928 per la paga del custode. Nel 1906 non ebbe più soldi per gli stipendi dei dipendenti di Wardenclyffe. La torre, con la sua enorme cupola metallica, rimase vuota. Benchè sofferente per un disturbo nervoso, Tesla volle andare avanti. Quando il mondo cominciò la corsa agli armamenti che avrebbe portato alla guerra mondiale, cercò di attirare l’attenzione, ingigantendolo, sul potenziale distruttivo della sua invenzione (con quali fondi?). E quando la nave francese Iena saltò in aria in circostanze misteriose, Tesla non rivendicò, ma nemmeno negò la responsabilità del disastro. Certo, la distruzione della Iena rientrava nelle sue possibilità (veramente, quanta umanità). In precedenza aveva dichiarato che il suo trasmettitore avrebbe potuto mandare “onde d’urto di intensità tale da causare un’esplosione nella santabarbara di una nave e farla saltare in aria”. Wardenclyffe, anche senza manodopera, era in condizione di operare, non aveva bisogno di altro che di un uomo che girasse l’interruttore (come il dottor Frankenstein).

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Aveva ragione anche quando aveva torto

DECISIONI DISPERATE

Nell’aprile 1908 Tesla descrisse a un giornale la potenza distruttiva del suo congegno: “Il mio non è un sogno. Si possono realizzare impianti senza fili in grado di rendere inabitabile qualsiasi zona della Terra”. Otto mesi dopo ci fu l’esplosione di Tonguska. Una coincidenza? Oppure Tesla aveva fatto un altro esperimento nel disperato tentativo di ottenere aiuti per la sua ricerca? Curiosamente, il 1908 era lo stesso anno in cui Robert Peary cominciava, dopo averla molto pubblicizzata, la spedizione alla scoperta del Polo Nord. Se Tesla avesse voluto attirare l’attenzione mondiale, non ci sarebbe stato sistema migliore che provocare un grande cratere con un’esplosione proprio lungo il cammino di Peary (senza TV e radio a coprire l’evento la trovo una idea veramente buona). Il punto di partenza di Peary per il viaggio al Polo Nord era fissato all’Isola Ellesmere, a ovest della Groenlandia. Se si traccia una linea immaginaria da Long Island al Polo, si scopre che Ellesmere e Tonguska si trovano a meno di due gradi l’una dall’altra. Tesla Aveva fatto male i calcoli? Oppure l’energia era troppo potente per essere dominata da lui? (ma non era un genio che a occhio non sbagliava le misure e neanche aveva bisogno di costruire le invenzioni perchè funzionavano già nella sua mente???) Certo, quest’ipotesi non è altro che un sogno formulato da un giornalista, ma coincide nettamente con un mistero internazionale (certo, non ci sono arrivati ragionando all’incontrario, no). Comunque, nel 1915 Tesla non aveva ancora un finanziatore. Dovette vendere Wardenclyffe, che fu rasa al suolo nel 1917.

UNA MACCHIETTA

Negli anni Venti, Tesla conduceva vita molto riservata. Nel 1924 uno scienziato di nome H. Grindell-Matthews annunciò di aver inventato un “raggio diabolico” molto simile a quello di Tesla. Si diceva poi che i russi avessero realizzato un sistema difensivo aereo basato su principi elettromagnetici. Queste notizie arrivarono anche a Tesla, che rispose rilasciando come ogni anno una dichiarazione il 10 luglio, giorno del suo compleanno, sul futuro dell’elettricità. Erano dichiarazioni così sensazionali che finì col diventare una macchietta. Nel 1935 tentò di coinvolgere Morgan in un progetto di difesa che impiegava raggi di particelle in puro stile Star Trek.

Nikola Tesla morì nel 1943. Poco dopo il suo laboratorio andò a fuoco in circostanze misteriose; le sue carte furono requisite dal governo e poi riconsegnate al nipote, tranne quelle sul raggio della morte. Forse il raggio avrebbe potuto rappresentare il mezzo per fornire energia elettrica gratis a tutti. E non c’è da stupirsi troppo che l’industria non l’abbia preso in considerazione.

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L’altro grande classico, la “macchina dei terremoti”. Terremoti e raggi della morte, un benefattore

Che bella storia vero? Nikola aveva in mano un’arma capace di distruggere qualunque cosa sulla terra, perchè non venderla al governo americano? Da solo era in grado di operare una torre capace di colpire qualsiasi punto, ma non era in grado di trovare i soldi per pagare le bollette. Era così buono da voler regalare la corrente a tutti, ma distruggeva navi e devastava territori immensi per farsi vedere… Ah, la fantasia perversa delle cospirazioni. Oggi lo dipingono come un Santo che voleva solo il bene dell’umanità…Che ne pensate? Il mio capitolo preferito è DECISIONI DISPERATE, dove la fantasia decolla verso l’infinito.

La letterina che ho scelto è una chicca. Gustatevela

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Spettabile X Factor, ubbidendo ad uno strano impulso, durante le ferie di agosto, ho voluto fotografare i vai ambienti della casa dove abito. Come premessa a quanto sopra devo dire che non ho mai avuto una macchina fotografica, e quella con cui ho fatto la foto è una delle tre usa e getta da me comperate in suddetta occasione. Come avrete notato guardando il video televisore compare sul lato destro un viso molto ben distinto.

Essendo io l’ultimo discendente di una antica e nobile famiglia, e non avendo a tutt’oggi (ho trentuno anni) alcuna intenzione di sposarmi, mi chiedo se è possibile ch’io sia in qualche modo controllato dai miei antenati i quali etc. etc. In fede. Marco Sabucchi

No! Maledizione, non sapremo mai come finisce la storia. Cosa vorranno da lui i suoi antenati? E di chi sarà quel viso? (io non vedo una fava!)

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Qualcuno mi aiuta a trovare il viso?

Vi lascio con questo Mistero e una curiosità dal mondo. Un abbraccio.

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Ricordatevi di amare col cuore, ma per tutto il resto di usare la testa.
neilperri @ butac.it
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