Referendum costituzionale: Reality check per il NO

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Ce l’avete chiesto in tanti, e tanti ne hanno già parlato a fondo. Non è mio interesse (e di Butac in generale) spingervi a una scelta di voto, anzi, l’unica cosa importante per me e per la redazione è che arriviate al 4 dicembre con le idee chiare su cosa siano esattamente le modifiche alla costituzione proposte dall’attuale Governo e su cui sarete chiamati a esprimere il vostro parere.
Il terzo Referendum Costituzionale in Italia
Innanzitutto quello che andiamo a votare è il terzo referendum costituzionale in Italia, eravamo andati a votare nel 2001 e nel 2006, nel primo caso vinsero i sì nel secondo i no. Si tratta di un referendum confermativo e non abrogativo (come invece era il referendum a cui siamo stati invitati a votare ad aprile 2016 sulle trivellazioni). Quindi siamo invitati a confermare la volontà dei cittadini nell’approvazione di una modifica alla Costituzione, come spiega Wiki questa è la differenza tra i due tipi di quesiti referendari:

  • confermativi: per richiedere il consenso popolare perché una legge o una norma costituzionale possa entrare in vigore;
  • abrogativi: per abrogare una legge esistente o un atto avente forza di legge (decreto legge o decreto legislativo), che non sarà più vigente nell’ordinamento;

Purtroppo il quesito posto non è di aiuto per chi non si è informato a sufficienza prima:
Approvate il testo della legge costituzionale concernente “disposizioni per il superamento del bicameralismo paritario, la riduzione del numero dei parlamentari, il contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni, la soppressione del CNEL e la revisione del Titolo V della parte II della Costituzione”, approvato dal Parlamento e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 88 del 15 aprile 2016?
Se non conoscete tutte le disposizioni fin da subito diventa impossibile rispondere così a freddo. Di analisi che spieghino ogni singola modifica ne abbiamo trovate tante in giro, quella che preferisco la trovate sul Post. Ma qui non voglio analizzare le modifiche, non avrebbe senso, non sono bufale, non si tratta di disinformazione, le modifiche sono quelle, a voi leggerle e comprenderle in toto. Quello che voglio fare, e che ritengo più interessante è un analisi dei punti evidenziati dai sostenitori del NO alle modifiche. Quindi ho deciso di fare un reality check delle ragioni del NO, partendo da questo volantino che esprime tante di quelle che in questi mesi hanno circolato di più e che ho sentito ripetere da lettori e amici:
Dieci punti, che circolano col logo del Movimento5stelle, non ho la più pallida idea se il volantino sia ufficiale o meno, ma poco importa. I dieci punti sono quelli che sento ripetere da più persone, vediamo di trattarli uno alla volta.

  1. Perché nessun Parlamento (tanto meno uno illegittimo) può riformare la Costituzione a colpi di maggioranza.

Purtroppo questa storia che siamo di fronte ad un Parlamento illegittimo è radicata nella testa di tanti, ma è una bufala vecchia come il Movimento che la diffonde. Avessero vinto le elezioni si riterrebbero legittimati a governare, le hanno perse e l’unica cosa che gli resta è convincere i propri elettori che il parlamento sia illegittimo, ma non è così. Detto ciò la Costituzione stessa prevedeva sin dalla sua nascita la possibilità di venire modificata, proprio perché gli stessi primi firmatari avevano ben presente che gli articoli in essa inseriti potessero col tempo aver bisogno di essere variati, non per capriccio ma per necessità. Chi sostiene che il Parlamento sia illegittimo si basa sul fatto che la legge che ha modificato il sistema di voto è stata in parte dichiarata incostituzionale. La legge in merito oggi viene comunemente chiamata Porcellum, ma è la legge Calderoli dal nome di chi l’ha presentata e fatta approvare quasi undici anni fa. Come potete intuire la paternità della legge in questione è dell’onorevole Calderoli, membro della Lega Nord, parte di chi oggi si schiera con il NO alla riforma della Costituzione. Il 15 gennaio 2014 la Corte costituzionale ha dichiarato l’illegittimità costituzionale di alcune norme presenti nella stessa. Norme che però non inficiano la legittimità del Parlamento ma, come spiegava la stessa Corte:

La Corte costituzionale ha dichiarato l’illegittimità costituzionale delle norme della legge n. 270/2005 che prevedono l’assegnazione di un premio di maggioranza – sia per la Camera dei Deputati che per il Senato della Repubblica – alla lista o alla coalizione di liste che abbiano ottenuto il maggior numero di voti e che non abbiano conseguito, almeno, alla Camera, 340 seggi e, al Senato, il 55% dei seggi assegnati a ciascuna Regione. La Corte ha altresì dichiarato l’illegittimità costituzionale delle norme che stabiliscono la presentazione di liste elettorali “bloccate”, nella parte in cui non consentono all’elettore di esprimere una preferenza… Resta fermo che il Parlamento può sempre approvare nuove leggi elettorali, secondo le proprie scelte politiche, nel rispetto dei principi costituzionali. 
Quindi, chiunque insista nel sostenere l’illegittimità del Parlamento o è un contaballe o un ignorante (nel senso che ignora la sentenza della Corte).
2 Perché il Governo ha usato espedienti vergognosi e antidemocratici come il “canguro”
Non posso pronunciarmi sul “vergognosi”, quelle sono considerazioni personali che nulla hanno a che vedere con un reality check, ma qui si sostiene che il “canguro” (o il “supercanguro”) sia antidemocratico, e questa è un’accusa precisa che può essere verificata. Prima di tutto occorre sapere cosa sia il “canguro parlamentare”, termine inesistente nella normativa italiana. Non è una novità inventata da Renzi, è un sistema sfruttato per evitare le manovre anti-ostruzionismo nell’approvazione degli emendamenti. Il Post spiegava bene il meccanismo:
In sostanza, il presidente della Camera o del Senato può decidere di accorpare in un unico voto tutti gli emendamenti simili o che differiscono soltanto per pochi particolari: se molti emendamenti diversi non fanno altro che modificare la posizione di una virgola, possono in questo modo essere votati tutti insieme e più velocemente.
È una prassi nata alla Camera dei Deputati ma entrata anche in Senato nel 1996, passando attraverso l’art. 102 comma 4 del regolamento del Senato:
Il Presidente ha facoltà di modificare l’ordine delle votazioni quando lo reputi opportuno ai fini dell’economia o della chiarezza delle votazioni stesse.
E così per “analogia” il presidente del Senato in carica decise di far passare il sistema anche tra i senatori. In tutto questo non c’è nulla di antidemocratico e il sistema è stato usato in altre occasioni da diversi schieramenti, sia alla Camera che al Senato.
3 Perché avremo il caos al posto del bicameralismo perfetto
Da Wiki:
Il bicameralismo perfetto o paritario è una forma di bicameralismo che assegna identici poteri ad ambedue le camere che formano il Parlamento. La situazione opposta prende il nome di bicameralismo imperfetto o differenziato.
Perché dovremmo avere il caos?
Qui purtroppo l’assunto si basa su opinioni personali, ma il bicameralismo imperfetto tanto paventato non è la rovina. È vero, esistono correnti di politici strenuamente a favore come altre strenuamente contro, ma esistono esempi di paesi che lo usano senza problemi, come riporta la Wiki in lingua inglese. Io non posso dirvi come andranno le cose, sicuramente tanti procedimenti parlamentari verrebbero velocizzati, e considerato il peso della burocrazia italiana lo reputo un punto a favore. Ma ovviamente si tratta solo di una personale opinione.
Come riporta la Wiki in italiano, riprendendolo dal testo di Una riforma sbagliata. Il parere di sessantatré costituzionalisti, edito nel 2004 :
Questo particolare assetto, che ha l’auspicabile vantaggio di garantire una maggiore elaborazione e ponderazione delle deliberazioni, va a scapito della rapidità delle decisioni, provocando talvolta situazioni di stallo, che hanno prodotto vari tentativi di revisione costituzionale.
Pro e contro riassunti alla perfezione. Il caos è un’invenzione populista.
4 Perché si toglie ai cittadini il diritto di eleggere i propri rappresentanti
Il punto si riferisce alla modifica della composizione del Senato della Repubblica, come ben sapete la riforma prevede di portarli a 95 senatori (più 5 nominati dal Presidente della Repubblica) contro gli attuali 315. Una riduzione netta, che porta anche un cambiamento nel sistema elettivo. Non è più il cittadino a sceglierli direttamente ma vengono dai consigli regionali. Ogni consiglio regionale dovrà eleggere un sindaco che lo rappresenti in Senato, quindi avremo 21 senatori/sindaci, mentre gli altri 74 verranno eletti dai consigli regionali seguendo il metodo proporzionale. Ad ogni regione spetterà un numero di seggi proporzionale alla popolazione, con un minimo di due senatori. Cambierà anche la durata del mandato, che coinciderà con quella dei consigli regionali che li hanno eletti, inoltre decade la necessità che abbiano compiuto i 40 anni.
Questi fatti. Lascio le riflessioni a voi.
5 Perché si saltano gli equilibri e le garanzie che sono l’asse di una Costituzione
La risposta a questa è la stessa del punto 3, perché quello è l’unico equilibrio che si viene a rompere.
Se posso permettermi una personale opinione l’unico equilibrio che si viene a rompere è quello che ha permesso (a destra e a manca) di fare ostruzionismo ogni qual volta si sia parlato di riforme, ostruzionismo spesso solo politico volto a difendere i propri personali interessi, non quelli del paese. Ripeto, l’hanno fatto tutte le fazioni, per quanto possibile. Ma questo è solo il mio parere personale.
6 Perché se è in gioco la struttura dello Stato, lo sono anche i diritti e la libertà
Anche qui stiamo parlando di opinioni personali, nulla che possa venire trattato con un reality check, non c’è una vera accusa, si parla di libertà e diritti, ma la Riforma non modifica nulla che abbia a che vedere con nessuna delle due voci.
7 Perché la riduzione dei costi è ridicola rispetto ai costi per la democrazia
Questa affermazione è sicuramente vera, la riduzione dei costi è risibile rispetto al macchinario democratico, ma ritengo totalmente inaffidabili le previsioni che ho visto circolare. È innegabile che ci sarà un risparmio di qualche tipo, quantificarlo con precisione è sciocco, ma quale esso sia ridurre il numero dei senatori farà risparmiare sicuramente 215 lauti stipendi. Inoltre i senatori non saranno più pagati dallo stato, ma percepiranno solo lo stipendio da amministratore locale. In contemporanea con procedimenti di approvazione legge più spediti potrebbe essere che il macchinario consumi meno energie e si possano fare altri risparmi, ma è tutto da vedere.
8 Perché non è vero che con la riforma ci sarà più stabilità di governo
Anche questa è una previsione, basata su pareri personali. Potervi fare un vero reality check è impossibile, quello che si può dire è che il bicameralismo imperfetto evita alcune situazioni di stallo in Parlamento evitando così più facilmente le crisi di governo.
9 Perché gli strumenti di democrazia diretta non sono valorizzati
Il punto dedicato alla democrazia diretta è l’art.11, dove si parla sia delle Leggi d’iniziativa popolare che di nuovi strumenti di democrazia diretta (referendum popolari propositivi).
Per presentare un disegno di legge di iniziativa popolare serviranno 150.000 firme, ovvero tre volte quante ne servono oggi, ma in contemporanea la Camera dovrà indicare tempi di discussione e votazione sulla stessa, cosa che oggi invece non è prevista (e quindi nel nostro ordinamento le leggi d’iniziativa popolare non hanno mai avuto alcun peso). Con la nuova norma il cittadino dovrebbe fare uno sforzo maggiore per raccogliere consensi, ma una volta raggiunti avrebbe la certezza di vedere il proprio ddl discusso e votato. Al tempo stesso l’introduzione dei referendum propositivi e d’indirizzo dovrebbe dare un ulteriore spinta alla democrazia diretta.
10 Perché l’autorevolezza di una Costituzione dipende anche da come è scritta.
E qui un po’ cadono le braccia anche volendo restare il più possibile imparziale. Io posso capire che leggere le modifiche al testo sia orrendo, andrebbero lette nella versione nuova invece che limitarsi alle modifiche, concordo che vi siano punti che anche nell’edizione completa risultano complessi. Ma non si sta andando a toccare quelli che sono i capisaldi della nostra Costituzione, ovvero gli articoli dall’1 al 52, solo la seconda parte, dedicata all’ordinamento della Repubblica.
Concludendo
E fin qui i dieci punti del manifesto virale che ho visto circolare in quest’ultimo mese. Purtroppo invece che un attacco ai contenuti della riforma è più che altro un elenco dielle opinioni personali di chi l’ha diffuso, basate su pareri e non sul testo delle modifiche. Insomma un attacco de panza più che di testa. So che le modifiche sono anche altre, ma come ho potuto notare esistono testate che hanno fatto un buon lavoro nel riportare le modifiche, una per una, senza fronzoli; l’Internazionale si è persino preoccupata di mettere a fondo modifica l’opinione dei Sì e dei No. Un lavoro certosino, scriverne un altro sarebbe inutile ripetizione.
Lo so che quanto scritto qui sopra non accontenterà tutti, non può farlo, chi ha scritto quel volantino non aveva intenzione d’informare ma di colpire al cuore, ed io, non volendo parteggiare per nessuna fazione, cercando di mantenere imparzialità avrei voluto verificarlo punto per punto. Ma quando il massimo dei contenuti per attaccare una riforma così importante è “vergogna” e “antidemocratici” a me onestamente cadono le braccia.
Il 4 dicembre votate di testa, non di pancia!
maicolengel at butac punto it
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