Tante Belle Cose – Tubercolosi e Migranti

Scusate la lunga assenza, il lavoro, lo studio, le vacanze, le scuse sono state tante e non ho pubblicato per molto tempo.

Il tema è semplice, tubercolosi. In questi giorni infatti si è tornati a parlare di un gruppo di 21 migranti provenienti da Paesi differenti. Il motivo è che sono risultati tutti infetti dal patogeno della tubercolosi multiresistente. Per chi non conoscesse questa malattia, la tubercolosi è dovuta all’infezione da parte del Mycobacterium Tubercolosis di cui possiamo osservare una simpatica foto qui sotto.

Colori falsati, ma comunque di moda.

Questo batterio colonizza diverse parti del corpo umano, principalmente però colpisce i polmoni e può dare origine alla malattia che tutti conosciamo, questo perché il micobatterio si trasmette per via aerea. Coloro che ne sono colpiti svilupperanno sintomi che vanno dalla febbre alla tosse con sangue. Ma non allarmiamoci, il contagio può avvenire solo in diretta presenza della persona affetta e dopo un contatto di qualche tempo. Diciamo che siamo lontani dalla capacità di diffusione dei virus influenzale, che ha colpito moltissime persone in Italia e in Europa in questi giorni. Teniamo a mente questa cosa. La terapia è a base di antibiotici specifici per un periodo determinato per eradicare il batterio.

Perché questi migranti risultano importanti? Perché sono portatori di un ceppo particolarmente brutto di micobatterio, che viene definito multiresistente. Non è un supersayan, ma semplicemente questo ceppo ha sviluppato la resistenza ad alcuni antibiotici normalmente utilizzati contro di lui e quindi nel caso di sviluppo della malattia risulta molto più complesso trattarla. Il cluster (il gruppo di persone infette) deve essere attentamente seguito e trattato per evitare che coloro che li circondano possano sviluppare a loro volta la malattia. Ma per fortuna il rischio di un’epidemia risulta estremamente basso e non è il caso di allarmarsi. Tutto ciò viene spiegato nel dettaglio nel documento redatto il 13 aprile 2017 da parte delL’ECDC (European Centre for Desease Prevention and Control) che potete trovare qui.

Per chi fosse interessato nell’articolo si parla di come hanno determinato il patogeno e le sue resistenze, ma io voglio soffermarmi sulla conclusione che vi riporto:

Infected persons who do not have active TB are not infectious. However, they are at risk of developing active TB disease and becoming infectious. The lifetime risk of reactivation TB for a person with documented latent TB infection is estimated to be 5 to 10%, with the majority developing TB disease within the first five years of initial infection.
The risk of transmission within the EU/EEA is primarily within the affected migrant population, but a low risk of transmission to the indigenous population cannot be ignored. This risk is low because TB incidence in a foreignborn population does not have a significant influence on the overall TB incidence in the indigenous population. Therefore, while there remains a risk of additional cases being detected among newly-arrived migrants, the risk of transmission to the EU/EEA population is considered low.

Si pone l’attenzione sul fatto che chi non è nella fase attiva di malattia non è contagioso, quindi non spaventatevi la prossima volta che vedete qualcuno che pensate sia un migrante e non mettevi a correre facendovi il segno della croce. È altresì di fondamentale importanza però intercettare tutte le persone che potrebbero essere state contagiate e risultare portatori che potrebbero sviluppare la malattia in futuro. E questo lavoro viene svolto egregiamente dalla nostre istituzioni sanitarie, come dimostra questo caso in cui si è riusciti a ritrovare tutte le persone coinvolte nel problema.

Per quanto riguarda il rischio di pandemia globale fine del mondo, il documento ci ricorda che la tubercolosi portata dai migranti non ha mai modificato l’incidenza di tubercolosi nelle popolazioni ospitanti, non costituendo quindi un problema significativo per la popolazione europea, segno che questo problema può essere controllato come già si sta facendo.

Pertanto non è il caso di fare allarmismi, ma voglio riflettere su due cose. La prima è che mentre non ce ne rendiamo conto, dietro di noi lavora un sistema di sanità pubblica che ci tutela e che risulta in grado di risolvere problemi complessi ancora prima che essi si sviluppino. Altro punto è che la migrazione è ormai un problema strutturale che esiste e non è con articoli populisti che si può risolvere.

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Notare i cerottini che non possono mancare in un’immagine del genere!

Per tutti coloro che già gridano al complotto e che si sentono offesi perché mi avvalgo di documenti di enti come l’ECDC solo perché non rispecchia ciò che loro pensano, all’ECDC si riuniscono i maggiori esperti nei vari campi per risolvere problemi concreti in materia di salute. Quando vi si rompe il bagno chiamate l’idraulico o il mitomane che si trastulla nel parco con il cartello “LA FINE È VICINA!” appeso al collo?

PS: Abbiamo anche altri articoli su tubercolosi e migranti, eccone uno!
Dott. PA
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