Il vaccino anti-COVID e le citazioni da Nature

La segnalazione di oggi mi ha fatto molto piacere. Riguarda un articolo di ByoBlu del 5 aprile, e preciso subito che mi ha fatto sorridere non perché venga segnalato un canale che vediamo segnalato almeno due volte al giorno, ma perché chi ce l’ha inviata è stato così bravo da aver già fatto tutto da solo, evidenziando per bene dove stesse il problema nella narrazione di ByoBlu e dagli altri che a breve citeremo.



Arianna Graziato su ByoBlu titola:

ECCO COSA DICE LO STUDIO NATURE CITATO DA FRAJESE

E comincia così l’articolo:



Mentre le misure restrittive covid iniziano a cadere, la verità sembra trovare più spazio.

È così che nel marasma creato dalla guerra, ogni tanto spuntano degli studi che accertano tutto ciò che le teorie un tempo etichettate no-vax sostenevano. È il professor Giovanni Frajese a riportare alla luce uno studio passato sotto banco.



Questa premessa la dice lunga su quale sia la chiave narrativa: complotti svelati grazie a individui coraggiosi. Graziato riprende le parole di un altro sito che ha fatto della disinformazione pandemica la propria bandiera, Radio Radio, che il 3 aprile titolava con un virgolettato, sempre del Prof. Frajese:

“Ora è certificato: Nature conferma alterazioni sistema immunitario”- Prof. Frajese spiega lo studio

Lo studio a cui si fa riferimento lo trovate qui, e s’intitola:

Comprehensive investigations revealed consistent pathophysiological alterations after vaccination with COVID-19 vaccines

Risale a ottobre 2021, e riporta dati raccolti sulla base di un campione di 11 pazienti. La prima cosa che vorrei evidenziare è che nonostante quanto dichiarato nel titolo non si tratta di una pubblicazione su Nature, bensì su una testata del gruppo Nature, Cell Discovery, che a differenza della sorella maggiore ha un Impact factor di 5.787 (contro i 49.96 appunto di Nature). Se si parla di scienza e lo si vuole fare bene, queste sono informazioni al lettore servono.

Scrive ByoBlu:

Come già evidenziato da altre ricerche, il vaccino ad mRNA procurerebbe ingenti danni al sistema immunitario.

Riporta lo studio:

Qui, riportiamo, oltre alla generazione di anticorpi neutralizzanti, alterazioni consistenti nell’emoglobina A1c, livelli sierici di sodio e potassio, profili di coagulazione e funzioni renali in volontari sani dopo la vaccinazione con un vaccino SARS-CoV-2 inattivato. Cambiamenti simili erano stati segnalati anche nei pazienti COVID-19, suggerendo che la vaccinazione imitava un’infezione. 

La notate quella differenza, nemmeno tanto sottile? Da un lato si parla di danni e si usa la parola ingenti, mentre nello studio si parla di cambiamenti e si spiega che sono più o meno gli stessi che causa l’infezione da COVID-19, senza dare valutazioni sulla loro qualità o quantità.

Ma aspettate, perché il punto focale è che sia su Radio Radio che su ByoBlu si parla genericamente di vaccino mRNA, dando ovviamente a intendere ai lettori che lo studio abbia analizzato le conseguenze dei vaccini che sono stati inoculati qui da noi.

Ma leggendo lo studio (cosa che evidentemente né Arianna Graziato né la redazione di Radio Radio ha fatto, mentre i più attenti di voi avranno già notato questo dettaglio nella citazione sopra) troviamo già a partire dalla descrizione dello studio stesso che:

In questo studio, abbiamo arruolato volontari sani che dovevano essere vaccinati con un vaccino SARS-CoV-2 inattivato (Vero Cell), per partecipare ai test degli anticorpi e degli anticorpi neutralizzanti, nonché a misurazioni cliniche dettagliate di laboratorio prima e in momenti diversi dopo la vaccinazione.

A qualcuno risulta che in Italia si usi un vaccino che si chiama Vero Cell, a virus inattivato? Ovviamente no, perché quel vaccino al momento in Europa non è ancora approvato, i vaccini che abbiamo usato qui da noi sono altri, e nessuno di questi contiene il virus inattivato: utilizzano infatti la tecnologia a mRNA, che col virus inattivato non c’entra assolutamente niente, nonostante ByoBlu sembri confondere le due tecnologie. Probabilmente è per questo che lo studio è passato “sotto banco”, perché in realtà non è di particolare interesse per la parte del mondo che ha scelto di usare un altro tipo di vaccino.

Io credo che sia abbastanza semplice per tutti capire che se parlo di uno studio che dovrebbe dimostrare “danni ingenti” portati dal vaccino sul nostro corpo, perlomeno quello studio dovrebbe essere relativo al vaccino che si è usato qui da noi. Se non proprio lo stesso vaccino perlomeno un vaccino che sia basato sulla stessa tecnologia produttiva. E se non è proprio la stessa tecnologia produttiva, almeno ci si aspetta che venga specificato chiaramente di quale tecnologia si tratta, magari spiegando che non riguarda direttamente il vaccino approvato in Italia e in Europa. Così non si darebbe adito a spiacevoli fraintendimenti, sicuramente involontari, come quello accaduto a ByoBlu che ha probabilmente dato per scontato che se si faceva riferimento ai no vax di casa nostra si parlasse del vaccino utilizzato a casa nostra. E invece no, si è scelto di usare uno studio che parla di un vaccino che viene sviluppato con una tecnologia diversa rispetto a quelli approvati in Europa, e si è deciso di omettere questo “dettaglio”, curioso, non trovate?

Vi agevolo le infografiche che permettono (se sapete l’inglese) di capire le differenze tra i vari vaccini.

Vaccini genetici per COVID-19:

I vaccini Moderna e Pfizer/BioNTech COVID-19 utilizzano questo tipo di tecnologia per allenare il sistema immunitario. I vaccini contengono un segmento di materiale genetico del virus SARS-CoV-2, che causa il COVID-19. Il materiale genetico, l’RNA nel caso del vaccino Moderna e Pfizer/BioNTech, codifica per una specifica proteina virale. Quando somministrate, le cellule utilizzano il materiale genetico dei vaccini per produrre la proteina, che è riconosciuta dal sistema immunitario e innesca una risposta specifica. Questa risposta costruisce la memoria immunitaria, così il tuo corpo può combattere SARS-CoV-2 in futuro.

 

Vaccini vettoriali virali per COVID-19

Il vaccino dell’Università di Oxford/AstraZeneca utilizza questa tecnologia per proteggere dal COVID-19. Questo tipo di vaccino utilizza un virus innocuo non correlato (il vettore virale) per fornire materiale genetico SARS-CoV-2. Quando somministrate, le nostre cellule utilizzano il materiale genetico per produrre una specifica proteina virale, che viene riconosciuta dal nostro sistema immunitario e innesca una risposta. Questa risposta costruisce la memoria immunitaria, così il tuo corpo può combattere il virus in futuro.

Vaccini inattivati ​​per COVID-19

Questo tipo di vaccino contiene il virus SARS-CoV-2 ucciso, che è riconosciuto dal sistema immunitario per innescare una risposta senza causare la malattia COVID-19. Questa risposta costruisce la memoria immunitaria, così il tuo corpo può combattere SARS-CoV-2 in futuro.

Ecco, lo studio si basa su un vaccino che fa parte del terzo gruppo sopra descritto, gruppo che a oggi non è stato approvato in Europa, e quindi non ha nulla a che fare coi nostri vaccini. Perché non spiegarlo negli articoli che circolano? Sono in buonafede? Magari lo sono, ma in quel caso dimostrano purtroppo di essere pessimi comunicatori, un buon giornalista dovrebbe sempre verificare quello che sta per pubblicare per permettere al lettore di capire le informazioni al meglio. Volendo fare un esempio terra terra, stiamo parlando di mele coltivate in Trentino paragonandole a delle fragole d’importazione spagnola. 

L’altra cosa che vorremmo portare in evidenza è che nelle conclusioni stesse dello studio viene spiegato che le analisi che sono state fatte servono proprio per migliorare lo sviluppo dei vaccini, per fare sempre meglio, e i dati sulle mutazioni rilevate, come riportato nello studio, sono temporanei, e col passare dei giorni dall’inoculazione tornano a valori normali, come evidenziato nelle tabelle che accompagnano l’analisi.

Ovviamente restiamo in attesa dell’ennesima denuncia, visto che ne abbiamo ricevuta una anche nella precedente occasione in cui abbiamo osato citare il professore. La domanda che ci viene da porre al magistrato che leggerà quest’articolo è: qual è il confine tra il diritto di critica e la diffamazione? Noi crediamo che da nessuna parte, né oggi né nella precedente occasioni, si sia diffamato nessuno, ma solo esercitato il sacrosanto diritto di critica, oltretutto con fonti che, se lette, dimostrano chiaramente dove stiano i fatti e dove la malinformazione.

Non posso aggiungere altro.

maicolengel at butac punto it

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