Format che vince non si cambia: l’ospedale Humanitas di Bergamo



Vi ricordate? Qualche giorno fa vi avevo mostrato un video fatto da russi (o ucraini) che mostravano, immagino a loro connazionali, un ospedale spagnolo deserto. Il tutto per dare a intendere ai loro connazionali che la pandemia fosse in realtà una balla, un complotto su scala mondiale.

Avevo ipotizzato che lo stesso video spagnolo circolasse sui social di messaggistica anche da noi, mi sbagliavo. Da noi ci sono altri soggetti che hanno rifatto video simili, da Bergamo ad esempio, personaggi che sarebbe bello che venissero identificati dalle forze dell’ordine.



Se, come immagino, circolano su gruppi Telegram e Whatsapp video come quello che vi mostro, hanno molte più visualizzazioni di quello che sembra. Non ho voglia di regalarne altre, quindi nessun link, solo screenshot:



Il reporter improvvisato dice di trovarsi a Bergamo, di fronte all’Ospedale Humanitas, e mostra il tendone, che ci fa vedere vuoto:

Ci spiega che non c’è nessuno, che l’emergenza in città è finita, se mai c’è stata, che è tutto tranquillo. Cos’è che non ci dice? Non ci dice che lui il video l’ha girato il 27 marzo, ma che quell’ospedale ha ridotto, come da delibera, le attività ambulatoriali dal 6 di marzo, lasciando attive solo quelle non rimandabili. Quindi è assolutamente normale non ci sia nessuno.

Si tratta di un video disinformativo tale e quale a quello russo, che va ad alimentare l’animo complottaro di certi soggetti. Vi riporto dai pochi commenti su YT:

La cosa che mi ha lasciato più amarezza è che al commento di uno che invitava i sostenitori della tesi complottista ad andare a parlare con chi a Bergamo ha perso genitori coniugi o figli venga risposto così:

Non credo ci siano molti italiani che credono davvero alle tesi complottistiche diffuse da video come questo o dai discorsi del Generale Pappalardo, sicuramente ce ne sono di più che credono al nanofarmacista, ma occorre restare vigili, perché movimenti come Resistenza resilienza Italiana 2020 non sono altro che tante facce di una disinformazione mossa da movimenti di estrema destra che seguono tutti lo stesso identico modus operandi. Disinformare, spaventare, indignare sono le parole d’ordine. Parlare alle pance è la strada, sfruttare canali meno rintracciabili dei soliti Facebook e Instgram è il sistema per diffondere senza essere scoperti.

maicolengel at butac punto it
Se ti è piaciuto l’articolo, sostienici su Patreon o su PayPal! Può bastare anche il costo di un caffè!