L’intelligenza artificiale e Mario Draghi

Ci avete segnalato uno spezzone di video con Mario Draghi che parla di intelligenza artificiale e microchip. Il video è questo:



…e che sta diventando virale su svariate bacheche.



Pure su TikTok, pubblicato da profili che ora hanno chiuso:



Il tenore dei commenti è questo:

Purtroppo leggerli fa venire il latte alle ginocchia, perché è evidente che nessuno dei commentatori ha la più pallida idea di cosa si stia parlando. Questo anche grazie ai tanti disinformatori seriali che da anni spargono fuffa in merito a un tema così delicato.

La prima cosa che vorrei segnalare è che il video che circola è un montaggio, con tagli che non hanno particolare senso, giusto per far finire nel calderone ogni affermazione che potesse infastidire eliminando le frasi che non interessavano. La cosa “bella” è che dell’intervento di Draghi esiste la trascrizione completa (non automatica), e che quindi rendersi conto dei tagli è semplicissimo.

Il video comincia con la frase sull’investimento “da 50 miliardi di euro”, frase che nel video originale va dal minuto 7:26 a 7:32 del discorso di Draghi. Il paragrafo completo nel discorso riporta:

Siamo ancora indietro ma intendiamo colmare rapidamente il divario che ci separa dal resto d’Europa, e in alcuni settori arrivare a guidare la transizione digitale europea. Per farlo abbiamo stanziato 50 miliardi di euro, oltre un quarto della dotazione complessiva del Piano.

Nel video condiviso dai terrorizzati dalle nuove tecnologie a questo punto si saltano due minuti e rotti del discorso di Draghi, due minuti in cui il Presidente del Consiglio dice che:

La Presidenza del Consiglio e i Ministeri coinvolti hanno già predisposto meccanismi di verifica sui progressi compiuti. Questi non saranno eccessivamente gravosi e saranno basati su indicatori attendibili. Allo stesso tempo, dobbiamo migliorare la cooperazione tra gli Stati membri dell’UE nel digitale. Vogliamo trovare soluzioni condivise su quattro versanti: la sicurezza cibernetica, la concorrenza, i servizi digitali e l’intelligenza artificiale. Sul fronte della cybersicurezza, il nostro obiettivo è garantire un quadro normativo chiaro e identificare risposte rapide e coordinate. L’Italia si è dotata recentemente di un’Agenzia per la cybersicurezza nazionale che promuove lo sviluppo di capacità di prevenzione, monitoraggio, rilevamento e mitigazione. È un tema prioritario per l’Europa, che metterà in campo degli strumenti legislativi appropriati. Sulla concorrenza nel digitale, lavoriamo sulle proposte di regolamentazione europea per il mercato e i servizi digitali. L’Italia sostiene la proposta di Regolamento sui mercati digitali e ne auspica la pronta adozione. Intendiamo poi fissare adeguate garanzie per la libertà di impresa e di espressione. Occorre assicurare al contempo la non discriminazione e la corretta attribuzione delle responsabilità sulla distribuzione e pubblicazione di contenuti e prodotti on line.  L’Italia sostiene il Regolamento UE sui servizi digitali, anche per proteggere efficacemente prodotti e contenuti realizzati in Italia. La nostra convinzione è che quello che è illecito off line debba essere illecito anche on line.

Io lo so che se siete tra coloro che manifestano contro il 5G di quanto riportato qui sopra capite il giusto, e rimarrete convinti che sia pericoloso “transumanesimo”. Ma Draghi ha spiegato l’esatto contrario di quanto credete. Gli investimenti sull’intelligenza artificiale, come ha spiegato, servono proprio per evitare di subire le regole imposte da altri, di rimanere indietro nel poter fornire ai cittadini un prodotto fatto e gestito dall’Italia per italiani.

Al secondo 45 del video che circola negli ambienti complottisti altro taglio, che elimina questa piccola parte del discorso di Draghi:

Una sfida decisiva per l’Europa è raggiungere l’autonomia tecnologica nei semiconduttori e nelle tecnologie quantistiche. L’Europa è passata dal 44% della capacità globale di semiconduttori nel 1990 ad appena il 9% nel 2021. Dipendiamo sempre di più dalle forniture extra-europee. Quando queste ritardano o si bloccano, come è accaduto in questi mesi di ripartenza economica, le aziende possono vedersi costrette a fermare o rallentare di molto la produzione. L’Unione europea intende produrre il 20% dei semiconduttori mondiali entro il 2030. Per farlo, dobbiamo intervenire subito e con decisione.

Piccolo paragrafo che però faceva capire meglio di cosa si stesse parlando: la produzione industriale di semiconduttori su cui, come Unione Europea, stiamo perdendo terreno e che sarebbe il caso di rinforzare. Si parla appunto di semiconduttori, di cui eravamo grandi produttori solo trent’anni fa, mentre ora siamo diventati piccoli subendo la concorrenza degli altri. Se vogliamo rientrare tra i protagonisti di questo cambiamento bisogna, come dice Draghi, agire subito.

Io capisco che in un Paese abitato da tanti anziani queste cose siano complesse da digerire, che tanti di coloro che sono in rete oggi non comprendano a cosa serva un super conduttore e siano ancora legati all’industria pesante che fabbricava acciaio. Le care vecchie fonderie stile anni Sessanta del secolo scorso. Ma il Paese deve andare avanti, e non diventare dipendente da forniture di altri Paesi, come appunto la citata Cina o gli Stati Uniti.

Il video termina omettendo circa 10 minuti del discorso alla Camera di Mario Draghi, ma la parte sulle nuove tecnologie era più o meno terminata. Su 5 minuti di discorso però i manipolatori sono riusciti ad eliminarne circa la metà.

Non capire che è proprio così che certi soggetti manipolano l’informazione è grave.

Non credo di dover aggiungere altro.

maicolengel at butac punto it

Se ti è piaciuto l’articolo, sostienici su Patreon o su PayPal! Può bastare anche il costo di un caffè!
Un altro modo per sostenerci è acquistare uno dei libri consigliati sulla nostra pagina Amazon, la trovi qui.