Mattino Cinque e la svolta green sulle case

La settimana scorsa, anche grazie a un servizio di Mattino Cinque, tante testate hanno riportato articoli allarmistici che richiamano una vicenda che noi su BUTAC avevamo già trattato tempo fa.



Allarmismo e sensazionalismo la fanno da padrone nel nostro Paese, se poi si può criticare la sempre cattiva Unione Europea, per certi giornalisti colpevole di ogni nostra sfortuna, la frittata è bella e che pronta.

Il servizio di Mattino Cinque s’intitolava:



Europa, svolta green sulle case entro il 2030

Nel servizio di Simone Savoia viene pronunciata questa frase:



…entro il 1° gennaio 2030 tutte le abitazioni private dovranno rientrare nella classe energetica E…

L’autore del servizio spiega che questo è quanto sostiene il calendario ecologista dell’Unione Europea.

Ma è davvero come ce la raccontano?

Nel 2021 spiegavamo le cose sulla base di una bozza di che stava venendo redatta in quel momento. Anche oggi siamo ancora nelle fasi preliminari della discussione. Il testo sta venendo dibattuto in questi giorni, come spiegato su Il post il 16 gennaio:

La proposta della Commissione è attualmente in discussione al Parlamento Europeo, che dovrebbe votare una versione emendata del testo a inizio febbraio … Il testo dovrà poi essere approvato in una sessione plenaria del Parlamento Europeo, e quello che ne risulterà verrà usato come base negoziale del Parlamento nei successivi colloqui con la Commissione Europea e il Consiglio dell’Unione Europea, cioè l’organo in cui sono rappresentati i governi dei 27 paesi membri.

Anche il Consiglio avrà un suo testo di riferimento per avviare i colloqui con le altre istituzioni: è già stato approvato ed è molto meno ambizioso della proposta della Commissione, soprattutto sui parametri minimi richiesti per gli edifici residenziali: è ragionevole aspettarsi, quindi, che il testo di cui si sta parlando oggi possa cambiare parecchio e diventare meno stringente, nella sua versione definitiva.

Insomma si sta dando per concluso un iter normativo che è ancora in fase di discussione. L’altra, grave, cosa che si sta facendo è qualcosa che abbiamo visto più e più volte: dare a intendere al lettore che l’Unione Europea stia danneggiando (intenzionalmente) l’Italia, che – secondo chi diffonde questa idea – sarebbe l’unico Paese europeo con un patrimonio architettonico da preservare. Lo stesso meccanismo che avviene quando si fa intendere che le possibili etichette sulle bevande alcoliche in Irlanda possano “discriminare” il nostro vino.

Ma voi in giro per l’Europa ci siete mai stati? Avete presente cosa sono i paesini della provenza francese o i sontuosi palazzi delle principali città della Francia? Tutta roba del dopoguerra? Ovviamente no, la maggioranza degli edifici di una città come Parigi risale ad almeno un secolo fa, se non di più, e lo stesso vale per tantissime altre città europee. Ovviamente più ci si è adeguati alle normative di efficienza energetica, meno gli edifici avranno bisogno di essere ristrutturati.

Inoltre i parametri di efficienza energetica al momento sono diversi da Paese a Paese, come spiegato da uno studio fatto da THINK ING:

Le etichette sull’efficienza energetica sono già in vigore, tuttavia, la metodologia utilizzata per valutare gli edifici e la stessa scala di punteggio attualmente variano tra paesi e persino regioni. La tabella seguente evidenzia queste metriche e le differenze di scala.

E difatti sempre su Il Post:

Al momento in Italia gli edifici che appartengono alla classe energetica B sono quelli che consumano dai 31 ai 50 kilowattora per metro quadro all’anno, in Francia fra 50 e 90, in Danimarca fra 52,5 e 70.

In pratica i giornalisti di Mattino Cinque (e non solo) stanno dando per assodata una norma che è ancora da approvare, e non spiegano che prima di arrivare a fasciarsi la testa occorre capire che parametri e per che tipo di costruzioni saranno necessari. Fino a quel momento si sta solo facendo sensazionalismo, come l’ultimo dei giornalacci di gossip.

maicolengel at butac punto it

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