Parigi, la Tav e il pessimo giornalismo

Categorie: Unione Europea

Sul Fatto Quotidiano del 12 maggio è apparso un articolo a firma Gianni Barbacetto dal titolo:



Parigi ribadisce: Tav inutile. E Salvini attacca Macron

L’articolo usa come fonte un altro articolo che arrivava da La Repubblica, che l’11 maggio, con la firma di Diego Longhin, titolava:

“Tav troppo cara”: Parigi gela l’Italia e rinvia la sua tratta a dopo il 2043

A Barbacetto sarebbe bastato cercare un po’ online per trovare articoli come quello dell’ANSA, sempre dell’11 maggio. ANSA che dopo l’articolo di Repubblica e le lamentele di Salvini – che avrebbe a sua volta potuto chiedere per via ufficiale al ministro dei Trasporti invece che dedicarsi al vittimismo giornalistico tipicamente italiano – si era subito occupata di chiedere al ministro dei Trasporti francese una delucidazione in merito. E il chiarimento era stato pubblicato lo stesso 11 maggio, su ANSA:



“Il governo francese non ha deciso nessun rinvio nel calendario relativo alla Tav Lione-Torino”: lo ha detto oggi all’ANSA il ministro dei Trasporti, Clément Beaune, aggiungendo che le notizie di rinvii nella costruzione di determinate strutture fanno riferimento non a decisioni prese “ma ad un rapporto indipendente consegnato al governo”.

“Non si tratta in nessun caso – ha precisato Beaune – di una decisione del governo e il nostro calendario resta immutato”.



Quindi è vero che a marzo 2023 è stato consegnato al governo francese un rapporto firmato da una specifica commissione di consulenza  sulle infrastrutture francesi. Rapporto che pone dei dubbi sui tempi per il completamento dell’opera. Ma come subito spiegato ad ANSA dal ministro francese dei Trasporti, Clement Beaune, non sono previsti rinvii di alcun  genere.

Purtroppo questo genere d’informazioni che generano confusione politica, andrebbero trattate nella maniera corretta prima di finire sui giornali. Quindi da ministri che prima di esprimere il loro dissenso su social e carta stampata aprano le vie di dialogo tra Paesi membri della stessa Unione, e chiedano lumi sui fatti. Invece ci siamo assuefatti a questo modo di fare, molto cialtronevo, dove prima ci si lamenta e poi al massimo, se necessario si pubblicano smentite e magari qualche scusa.

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