No, la Sonatrach non è della Gazprom

L’articolo potrebbe finire qui, perché tanto è inutile stare a spiegare le cose – come hanno già fatto altri prima di noi – finché esisteranno persone che diffondono informazioni senza nessuna verifica dei fatti. Come ad esempio Marco Rizzo, che su Twitter scriveva il 19 luglio:



Nessuno ve lo dice ma: Sonatrach, la società algerina che rifornirà un decimo del gas che serve all’Italia è al 60% di proprietà di Gazprom. Quindi Draghi dice di non comprare gas dalla Russia, ma in realtà lo fa e a prezzo maggiorato. Altra presa in giro per il popolo italiano.



Puente su Open ha spiegato le cose per bene, analizzando ogni notizia che negli ultimi mesi ha collegato Sonatrach a Gazprom. Il sunto di quanto riportato da Puente è che è assolutamente normale che Sonatrach e Gazprom siano partner in alcuni siti d’estrazione, anche la nostra Eni coopera con Gazprom da anni, così come altre compagnie. Ma non per questo Eni è di proprietà Gazprom.

Al tempo stesso Eni è partner di Sonatrach da anni, ma questo non significa che Eni possieda una quota dell’azienda algerina. Come riportato sul sito di Eni stessa nel 2020:



Eni has been present in Algeria since 1981 with an equity production of 90,000 boed, making the company one of the main international player in the country.

Che tradotto:

Eni è presente in Algeria dal 1981 con una produzione equity di 90.000 boed, facendo dell’azienda uno dei principali player internazionali del Paese.

Gazprom nel 1981 nemmeno esisteva.

Purtroppo finché si “informano” i propri follower come ha fatto Marco Rizzo, raccontando fatti senza alcuna verifica, la manipolazione dell’opinione pubblica resta una costante.

L’unica ricetta per non cascarci è non fidarsi mai, e smettere di ascoltare giornalisti e politici che dimostrano di non essere interessati ai fatti ma solo a narrazioni di propaganda. Isolare questi soggetti sarebbe un po’ come isolare i virus che ci fanno male, ecco in questo caso il virus è Marco Rizzo.

Puente aveva fatto già un ottimo lavoro, non credo serva aggiungere altro, se non che la stessa notizia è stata diffusa da siti come Kulturjam e Imola Oggi, la grande informazione di qualità.

redazione at butac punto it

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