Su tantissime testate legate alla controinformazione populista italiana sta circolando l’ennesimo “scoop”.
Nicola Porro:
Il Paragone:
La Nuova Bussola Quotidiana:
Ma anche Il Sussidiario:
Tutte queste cose vengono riportate come se fossimo di fronte a uno scoop, scoop realizzato come riporta ByoBlu:
“Un effetto avverso su cinque dei vaccini anti Covid riguardava eventi gravi o addirittura decessi” e l’ex ministro della Salute Roberto Speranza lo sapeva.
A questa consapevolezza è arrivata l’associazione Avvocati Liberi, che ha fatto causa all’ex ministro ed all’ex capo di Aifa Nicola Magrini.
A fare luce sulla vicenda è la trasmissione di Byoblu condotta da Francesco Borgonovo, “Orsobruno”, che ha accolto le dichiarazioni rilasciate dagli avvocati Antonietta Veneziano e Angelo Di Lorenzo. I legali di Avvocati Liberi hanno scandagliato le motivazioni che hanno portato all’archiviazione del procedimento del Tribunale dei ministri contro Speranza.
Proprio da questo fascicolo è emerso quanto il ministro della Salute sapeva riguardo ai vaccini.
Ma siamo alla dimostrazione della presa per i fondelli. Sì, perché basta andare a prendere uno dei rapporti sugli effetti avversi, e leggere i dati. Si tratta di rapporti pubblici, disponibili sul sito di AIFA, l’ultimo liberamente consultabile è stato pubblicato nel 2023, coi dati delle segnalazioni fino a dicembre 2022. Guardate l’infografica qui sotto:
Non proprio il 20% ma quasi, e se prendo il rapporto precedente il rapporto è simile, circa il 18,5% delle segnalazioni riguarda effetti avversi definiti gravi. Non è uno scoop, non è un segreto che solo soggetti come Borgonovo o gli avvocati di Avvocati Liberi abbiano scoperto leggendo le carte dell’archiviazione per la denuncia all’ex Ministro. No, è una notizia nota, che chiunque dotato di spirito critico poteva leggere senza sforzo anche tre mesi fa, o sei, o un anno… Perché trattarla come scoop? Perché dare a intendere di avere scoperto qualche novità? Perché è ovvio, chi casca nella disinformazione si fida di questa gente e si spaventa a leggere che una reazione su cinque era grave.
Perché nessuno degli articoli citati poco sopra, invece, spiega questi dati?
Perché si usa un numero già noto dando a intendere sia uno scoop?
Non crediamo sia necessaria una risposta da parte nostra a queste domande, sarebbe ora che le dessero i diretti interessati invece che continuare a diffondere specifica disinformazione a uso e consumo di un pubblico particolarmente suggestionabile.
redazione at butac punto it
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