Il gioco del rispetto e la Teoria Gender

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Il Giornale seguito da altre testate di dubbio gusto ha titolato così nei giorni scorsi, riprendendo il filone che avevamo visto passare quest’estate sulle stesse testate, filone che vorrebbe i bambini dei nostri asili nelle mani di insegnanti depravati che vogliono insegnare loro a diventare trans ( o a masturbarsi).

Io non ci sto, io questa gente la vorrei vedere cacciata dall’ordine dei giornalisti, penalizzata nella vita tanto quanto loro penalizzano i loro lettori passando informazioni errate.

Ma so che il mio è un sogno destinato a non avverarsi mai. Il mondo è nelle mani di un branco d’idioti, e noi non possiamo più farci nulla. Questo però non mi toglie il piacere di demistificare le sciocchezze che questi si divertono a spacciare per giornalismo.

Questo ci raccontano:

A distanza di pochi mesi dall’introduzione del «Gioco del Rispetto» in decine di scuole dell’infanzia del Friuli Venezia Giulia, i genitori sono infuriati e lo scontro finisce con un bambino depennato da un asilo perché il papà è troppo apprensivo e pretende di sapere nel dettaglio il programma formativo per evitare di ritrovarsi durante il nuovo anno scolastico di fronte all’ennesimo «gioco di genere».

Il papà che pretende di sapere il programma formativo è molto bravo evidentemente a chiamare i giornalisti, ma è meno bravo a cercare online. Visto che al Gioco del Rispetto di cui si lamenta è dedicato un intero sito, e non si fa fatica a trovare di cosa si stia parlando. Il sito dedicato spiega tutto molto bene:

“Pari o dispari? Il gioco del rispetto” è un progetto che nasce a Trieste, in Friuli Venezia Giulia, nell’ambito delle attività di prevenzione della violenza di genere e di promozione delle pari opportunità tra uomini e donne.

Le discriminazioni tra uomo e donna sono una realtà molto ben radicata nella cultura italiana e come accade quando si lavora per un cambiamento culturale, è necessario partire dall’educazione delle nuove generazioni per risolvere strutturalmente il problema. Molte scuole hanno iniziato dei percorsi formativi per insegnare a studenti e studentesse a rispettarsi fra di loro e rifiutare la violenza, ma la maggior parte di questi interventi avviene nelle scuole primarie, secondarie o superiori, quando cioè gli stereotipi di genere sono già ben radicati tra ragazzi e ragazze e costituiscono terreno fertile per una visione distorta e iniqua dei rapporti tra generi.
Per questo motivo il progetto “Pari o dispari? Il gioco del rispetto” vuole partire dall’età dell’infanzia, quando cioè bambini e bambine sono ancora permeabili ai concetti di libertà di espressione e di comportamento, al di là degli stereotipi.

Non mi pare ci sia da scandalizzarsi per quest’iniziativa, o da scriverne sui giornali. A meno che il giornalista e il papà del bambino in questione non siano i classici bigotti, che vorrebbero il figlio calciatore pieno di donne e la figlia maestra d’asilo buona solo per fare figli. Beh siamo nel 2015, la gente che la pensa così è ora che lasci spazio al futuro e si faccia da parte.

E l’Ordine dei giornalisti dovrebbe intervenire a fare chiarezza su queste vicende, spiegare che i racconti sono frutto di misunderstanding se non proprio BUGIE inventate ad hoc per continuare a convincere i lettori di cose non VERE. Un’abitudine questa che al Giornale sta diventando sempre più una linea guida, pur di attaccare qualsivoglia cosa che a loro non sta bene. Sembra difatti che ormai invece che cronisti i giornalisti di queste testate siano diventati creatori di news, basandole un po’ sui fatti e molto sulla loro fantasia deviata.

Oltretutto il Giornale titola in maniera decisamente ambigua:

Non vuol vestirsi da bimba: bandito da scuola

Quando in tutto il testo del loro articolo alla cosa non si fa cenno, il bimbo non si è rifiutato a fare nulla, e la scuola non l’ha cacciato. Il padre ha il dubbio (non supportato da alcuna prova) che la scuola voglia insegnare la Teoria Gender e dopo aver cercato in ogni maniera di ostacolare la cosa senza aver MAI MANDATO IL FIGLIO A SCUOLA da settembre a novembre, l’istituto ha scelto di depennarlo dalle liste, così da liberare un posto per qualche bambino con genitori meno bigotti e uTonti. Quindi il titolone strombazzato andrebbe sanzionato da un Ordine serio visto che non riporta minimamente i fatti, ma sappiamo bene l’OdG è li per difendere i giornalisti dalle critiche, non per proteggere i lettori dalla disinformazione.

Il sito del Gioco del rispetto è molto chiaro in merito:

Giocando bambini e bambine rielaborano la realtà che vivono e sviluppano competenze cognitive ed emotive. Non solo: giocando si preparano al loro futuro di uomini, di donne, di cittadini e cittadine, di genitori e di futuri professionisti e professioniste.

È evidente quindi quanto sia cruciale trasmettere ai più piccoli la possibilità di immaginare e fantasticare per sé ruoli più ampi, al di là di rigidi stereotipi, in una cultura del rispetto tra i generi…

…È invece cruciale per lo sviluppo di tutte le aree cognitive che i piccoli provino un’ampia gamma di attività per sviluppare competenze logiche, motorie, percettive, simboliche, emotive, relazionali ed affettive per crescere in modo sano, armonioso, equo e paritario tutte e tutti insieme.

Un’ultima cosa. Parlare di uguaglianza e parità non significa annullare le differenze tra maschi e femmine né agire sull’identità di genere. Si tratta al contrario di prestare attenzione a quanto gli stereotipi concorrano a perpetrare una cultura poco equa tra i sessi, limitante nella libertà di espressione delle emozioni, nella scelta del percorso di studi e professionale, nella distribuzione del lavoro di cura e domestico. Andare oltre alle rigide stereotipie sui ruoli di genere permetterà di pensare, per le nuove generazioni, società più paritarie e rispettose.

Quindi anche loro, consci dei dubbi dei genitori, cercano di fare chiarezza, l’identità di genere nel gioco del rispetto non è minimamente contemplata, il gioco nasce dall’esigenza nella società moderna di limitare le differenze tra maschi e femmine, in modo che nella società futura ci sia meno discriminazione basata sul sesso.

Noi su Butac abbiamo trattato la cosa svariate volte.

Io non credo ci sia molto da dire. La notizia del Giornale sarebbe dovuta essere di due righe:

Un padre ha scelto di ritirare il proprio figlio da scuola perché non convinto che uomo e donna siano di pari valore e non contento che la scuola cerchi d’insegnare questo al proprio figlio.

Non vedo un bel futuro per questo bambino, che verrà tirato su a pane e bigotti.
Quest’articolo è stato scritto in poco tempo, senza averlo potuto rileggere più volte, quindi vi prego, perdonate gli errori e se potete segnalatemeli, fino a Natale il lavoro vero mi occupa la maggior parte del tempo che dedicavo a Butac, e capita che non riesca a mantenere il solito aplomb britannico.
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