Allarmismo da non condividere
Condividere contenuti non verificati può avere conseguenze gravi anche a livello legale, la prossima volta la targa o il volto a essere diffusi potrebbero essere i vostri, pensateci...
Recentemente, siamo stati informati di un presunto caso di tentato rapimento di bambini, accompagnato da un file audio e una fotografia. Nonostante le difficoltà incontrate nel ricevere informazioni chiare dalle forze dell’ordine locali, è nostro dovere affrontare la questione con serietà e prudenza.
La segnalazione mostra un volto, presumibilmente preso da un social network, e un audio che accusa questa persona di aver tentato di rapire bambini in due occasioni diverse. È importante sottolineare che, senza una verifica accurata, la diffusione di tali informazioni può portare a gravi conseguenze per gli individui innocenti coinvolti. Un esempio simile si è verificato a Bologna, dove la foto di un furgone con targa visibile è stata diffusa ingiustamente, causando timore e disagio ai proprietari.
Anche in quel caso il messaggio che cercavamo di far circolare era lo stesso di oggi:
Sono anni che cerchiamo di spiegare queste cose, anni in cui più volte sono circolate storie infondate come questa che state facendo girare ora. Anni in cui noi o colleghi abbiamo tentato di fare chiarezza sul perché sia sbagliato diffondere questi messaggi. Ma è evidente che c’è sempre qualcuno che non è convinto e che condivide lo stesso perché “male non fa”.
Una maldicenza a dirla ci si mette un secondo, mentre per smentirla possono servire mesi e a volte anche così non basta. Chi condivide messaggi che accusano qualcuno senza avere la certezza che siano veritieri dovrebbe riflettere meglio: la prossima volta il volto che circola in rete con l’accusa che sia un rapitore di bambini, uccisore di gattini, pervertito o quant’altro potrebbe essere la sua.
Vogliamo ribadire che le accuse prive di fondamento non solo danneggiano persone innocenti, ma distolgono anche l’attenzione dalle vere minacce alla sicurezza dei nostri bambini. È fondamentale, in caso di sospetti crimini, rivolgersi immediatamente alle forze dell’ordine e non alimentare l’allarmismo sui social media.
Inoltre, ricordiamo ai genitori l’importanza di educare i bambini a riconoscere ed evitare situazioni potenzialmente pericolose. Insegnare ai minori a stare alla larga da sconosciuti e a comunicare qualsiasi situazione sospetta a un adulto di fiducia rimane il primo passo nella prevenzione dei crimini che li coinvolgono.
In conclusione, invitiamo tutti a esercitare un pensiero critico prima di condividere informazioni potenzialmente dannose. La prossima volta che vi imbattete in un messaggio allarmante, chiedetevi: “È verificato? Potrebbe danneggiare qualcuno innocente?”.
Ricordate, la diffamazione non solo ha un impatto devastante sulla vita delle persone, ma può anche avere conseguenze legali per chi diffonde falsità.
La sicurezza dei nostri bambini è una responsabilità collettiva. Agiamo con consapevolezza e responsabilità.
redazione at butac punto it
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