L’avvocato, il 5G e il decreto…

Sarebbe bello che chi fa informazione online, prima di contribuire ad allarmismi basati sul nulla, facesse qualche approfondimento sull'argomento di cui sta per parlare

Sulla pagina Instagram dell’avvocato Angelo Greco è apparso un breve video di cui vi riportiamo la trascrizione testuale:

Il governo si appresta a varare proprio in questi giorni un decreto che potrebbe mettere a grave rischio la salute degli italiani. A lanciare il grido di allarme sono stati numerosi scienziati che proprio in questi giorni hanno firmato una petizione per chiedere all’esecutivo di fare marcia indietro.

Ma cosa vuol fare il governo Meloni? Innalzare di ben quattro volte i limiti di tolleranza delle emissioni elettromagnetiche degli impianti di telefonia mobile. Il limite oggi è fissato a 6 Volt per metro. Senza intesa però il limite verrà innalzato automaticamente a 24 volt. L’esecutivo si difende, l’elevazione della potenza di trasmissione delle antenne della telefonia mobile serve per potenziare il 5G e garantire una connessione di elevata qualità. Inoltre i limiti terrebbero conto delle più recenti accreditate evidenze scientifiche, almeno, dice il governo, ma come vi dicevo alla premier è già giunto un appello di 50 scienziati che chiedono di ripensare la scelta irrazionale e pericolosa per la salute. Questa è la legge.

No, questa non è la legge, questa è l’opinione di una nicchia di scienziati, gli stessi che prima hanno gridato al lupo al lupo contro il 3G, poi contro il 4G, e così via. Gli stessi che da anni campano lanciando facili allarmismi che colpiscono quella fetta di popolazione di cui evidentemente fa parte anche l’avvocato Greco.

In realtà, come riportato dal Sole 24 Ore:

Emissioni elettromagnetiche, salta l’innalzamento dei limiti per il 5G

E quindi parlarne diventa abbastanza inutile, ma ci farebbe piacere che chi fa informazione online come l’avvocato Greco, concludendo i suoi mini interventi con la frase leitmotiv Questa è la legge, prima di contribuire ad allarmismi basati sul nulla facesse qualche approfondimento.

Il limite a cui saremmo dovuti passare è comunque inferiore a quello già adottato da tantissimi altri Paesi europei. Lo spiegano in tanti in queste ore, e noi l’avevamo fatto in abbondanza negli anni scorsi. Greco invece si lascia abbindolare da quegli scienziati, una nicchia, che da anni allarmano producendo studi senza alcuna peer review, che danno a intendere cose che non sono. Scienziati che stanno creando un danno al Paese, come spiegava Andrea Trapani su Il Foglio a giugno 2023:

L’Italia è l’unico dei grandi paesi comunitari a non aver adottato gli standard consigliati dall’Icnirp, la Commissione internazionale per la protezione dalle radiazioni non ionizzanti. Non è un record di cui vantarsi, anzi, secondo Asstel, continuare con l’adozione di limiti più stringenti alle emissioni elettromagnetiche potrebbe comportare un costo aggiuntivo di circa 4 miliardi di euro a tutto il sistema nazionale.

O Marco Bella, ex deputato del M5S e ricercatore in Chimica organica – anche se non sempre andiamo d’accordo (e che non amo linkare, per non dare visualizzazioni al Fatto Quotidiano):

Quando il parlamento italiano definì i limiti delle emissioni elettromagnetiche, il valore del fattore di sicurezza fu fissato per motivi di negoziazione politica non a cinquanta ma a cinquecento, che corrisponde a un campo massimo di solo 6 V/m. Questo valore così restrittivo non cambia nulla per la salute umana, perché si tratta di “dividere un grado centigrado per 50 e non per 500” (perdonatemi l’approssimazione). Crea però un problema tecnologico non da poco agli operatori che vogliono implementare in Italia la rete 5G, costringendoli a installare molte più antenne per rimanere nei limiti di legge italiani.

In questo senso le battaglie di alcuni cosiddetti “ambientalisti” sono incomprensibili e irrazionali. Anzi: costringere le aziende a moltiplicare le antenne significa usare più terre rare, la cui estrazione, quella sì, è dannosa senza ombra di dubbio per l’ambiente e le popolazioni dei paesi dai cui sono estratte. È vero che chi spinge per innalzare i limiti (e risparmiare soldi) sono essenzialmente le aziende che vogliono installare il 5G in Italia (va detto con grande chiarezza), ma non è che creandogli un danno economico ne derivi un qualsiasi beneficio per la salute dei cittadini.

Alla luce del dietrofront del governo non possiamo che condividere anche la conclusione di Bella nel suo articolo:

La cosa più assurda però è stato l’ultimo dietrofront: prima la norma è stata annunciata, e poi alla fine ritirata nelle scorse ore. Dopo un comportamento del genere, penso che il governo sia riuscito a far venire dubbi persino a chi non ne aveva.

Sulla pagina Instagram di Greco sono già in tanti ad aver commentato spiegando all’avvocato che forse è il caso che resti nel suo campo, la legge appunto, lasciando perdere le materie scientifiche. Qualche esempio:

  • Avvocato la stimo molto ma la fisica non è il suo campo, non c’è alcun pericolo e vorrei sapere i papers a cui fanno riferimento questi 50 “scienziati”
  • Chi sono questi 50 scienziati? Non esiste nessuna evidenza scientifica che dimostri la pericolosità delle onde 5g o onde elettromagnetiche in generale. Questa non è la legge questa è una fake news Angelo. La salute dei cittadini NON è minacciata.
  • La frequenza del 5G è ben al di sotto della frequenza della luce visibile e quindi non ha alcun effetto ionizzante. Perció non crea nessun danno alla salute umana! Finitela con queste cavolate antiscientifiche
  • I limiti in Europa sono di 61 V/m , quindi quasi 3 volte il limite ipotetico italiano. Questo contenuto è di bassa qualità, poco preciso e al limite del complottismo e disinfestazione. Peccato, alla prossima!

E potremmo andare avanti a lungo. Purtroppo non speriamo in un cambio di rotta da parte dell’avvocato, ma sarebbe molto bello vederlo approfondire ed informarsi meglio, invece che contribuire all’information disorder. Per chi volesse approfondire, avvocato Greco incluso, linkiamo qualche testo (davvero) scientifico:

E per concludere un’analisi che mostra come anche il video di Greco ricada in una specifica serie di narrazioni causate da bias e manipolazione dei fatti da parte di uno specifico gruppo di soggetti.

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