BUFALA: Patrick Zaki e il subentro d’affitto
Uno screenshot che sembra raccontare una notizia ma che invece è inventato di sana pianta, e serve principalmente a giustificare l'indignazione nei confronti della vicenda di Patrick Zaki
Pochissime righe oggi, giusto per spiegare l’evidente bufala. Ci avete segnalato un’immagine come se arrivasse da un giornale, ma si tratta di un falso. L’immagine è questa:
Per chi avesse problemi a leggere l’immagine vi riportiamo il testo:
Zaki torna a Bologna. Il proprietario di casa: subentro mai fatto, mi deve 23.800 euro.
Non abbiamo trovato dove sia stata condivisa originariamente l’immagine, in compenso abbiamo trovato post social che la riprendono senza porsi il minimo dubbio sulla sua veridicità. Alcuni, infatti, la postano mostrando di aver capito che si tratta di una trollata, o comunque di qualcosa di falso. Altri invece la condividono aggiungendo indignazione, tra chi non capisce perché il governo si sarebbe dovuto occupare di lui, e chi è arrabbiato perché Zaki non ha fatto il nome di Giorgia Meloni nei vari discorsi di ringraziamento. A quel punto che la notizia sia vera o falsa non interessa più a nessuno, quello che interessa è che possa essere utilizzata dare la stura a qualsiasi pensiero si voglia esprimere nei confronti di Zaki, magari strumentalizzando lui e la sua vicenda per tirare acqua al proprio mulino (qualsiasi esso sia).
Ma tutto questo ci interessa fino a un certo punto, l’unica cosa che dobbiamo dire è che quell’immagine – e soprattutto i post che la veicolano come notizia vera – contengono informazioni inventate, fabbricate, false, probabilmente un modo per denigrare il personaggio potendo comunque giustificarsi, se qualcuno la additasse come bugia conclamata, raccontando di essersi limitati a condividere una battuta che dovrebbe far ridere. Ma siccome Zaki, secondo il suo avvocato, dopo l’arresto:
…è stato bendato e torturato per 17 ore consecutive con colpi allo stomaco, alla schiena e con scariche elettriche inflitte dalle forze di sicurezza egiziane…
Riteniamo che non ci sia un cazzo da ridere.
redazione at butac punto it
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