Storia di un clickbait vergognoso
In rete, perfino il decesso di un personaggio famoso genera mostri
L’uso di bot e intelligenze artificiali per sfornare contenuti che “bucano” gli algoritmi sta portando il web a un livello che definire misero è ancora troppo gentile. Oggi, sulla piattaforma più infestata da truffe dell’internet moderno, mi sono trovato davanti al post che vedete in apertura. E già la prima frase è un capolavoro di spazzatura:
Cosa ha nascosto Guido Di Leone per tutti questi anni e perché la sua famiglia non è rimasta senza soldi?
E ancora:
Le nuove rivelazioni clamorose legate al testamento di Guido Di Leone hanno attirato un’ampia attenzione dell’opinione pubblica.
E ancora:
newsrai.t La storia mai raccontata di Guido Di Leone
A questo punto non serve neanche dirlo: quel link non porta a nessun sito della Rai.
Ma andiamo con ordine.
Guido Di Leone è stato un chitarrista jazz italiano di ottima fama, morto l’11 novembre 2025. Molto probabilmente qualche bot ha notato il nome in tendenza e ha deciso di cavalcarlo per sfornare l’ennesima esca truffaldina, in puro stile “marketing del complottismo”. Il solito mix: misteri, segreti, “verità nascoste”, tutto studiato per spennare chi ci casca.
Cliccando sul link, il browser avvisa subito di una possibile truffa finanziaria. E già questo dovrebbe bastarci…

Ma scegliendo comunque di proseguire si arrivava – scrivo al passato perché ora la pagina social col post sponsorizzato risulta irraggiungibile, spero sia merito della mia segnalazione – su una pagina di una scuola di Yoga, questa:

Ho censurato nome e foto della scuola perché è probabile che non ne sappiano nulla. Il loro vero sito sta altrove, mentre il server su cui sono atterrato risultava offline poco dopo la mia prima visita. Sono comunque riuscito a farne una copia archivio.
Cosa stavano provando a fare? Molto semplice: a costruire uno dei classici finti siti truffa dedicati al “VIP del giorno”, in questo caso il compianto Di Leone, per rifilare prodotti finanziari farlocchi. Qualcosa però negli automatismi deve aver fatto tilt e il risultato è la pagina patchwork che vedete.

Fossi nella polizia postale andrei a chiedere alla titolare della scuola chi ha realizzato il sito e su quale piattaforma si appoggia, perché qualche collegamento tra i truffatori e chi ha sviluppato la pagina sembra esserci.
Fossi negli eredi di Guido Di Leone farei causa a Meta per aver permesso una pubblicità truffa così disgustosa.
Ma faccio il fact-checker, quindi mi limito a segnalare l’ennesima dimostrazione del livello imbarazzante a cui è arrivato questo genere di operazioni, probabilmente messe in piedi in “buonafede” da IA e bot che funzionano ormai in totale autonomia.
Non credo di poter aggiungere altro.
maicolengel at butac punto it
Se ti è piaciuto l’articolo, sostienici su Patreon o su PayPal! Può bastare anche il costo di un caffè!
Un altro modo per sostenerci è acquistare uno dei libri consigliati sulla nostra pagina Amazon, la trovi qui.
BUTAC vi aspetta anche su Telegram con il canale con tutti gli aggiornamenti e il gruppo di discussione, segnalazione e quattro chiacchiere con la nostra community.