Il treno, l’affitto e la pendolare

ARTICOLO AGGIORNATO ALLE ORE 10:08 DEL 19/01/2023

Oggi ci occupiamo di una storia che è finita su tutti i giornali, e che in tantissimi ci state segnalando. Siamo stati taggati un po’ ovunque, spesso in post dove venivano presi per i fondelli i vari giornali che, a vostro dire, sarebbero cascati in questa evidente bufala.

I primi a raccontare la storia sono i giornalisti di QN, stesso editore de Il Resto del Carlino, che hanno pubblicato anche il video che racconta la giornata di Giuseppina. Purtroppo l’articolo di QN è dietro paywall, pertanto prenderemo quanto serve da uno dei tanti usciti poco dopo, tipo quello di Repubblica:

Ogni giorno in treno da Napoli a Milano e ritorno. Giuseppina Giuliano, la bidella pendolare: “Affitti troppo cari, così risparmio”

Le prese per i fondelli verso la redazione di Repubblica sono state tantissime, eppure altri hanno ripubblicato la stessa storia – probabilmente in quanto era diventata virale e, si sa, a tutti piace una fettina di visibilità in più. Delle testate che ho visionato nessuna ha materialmente fatto un fact-checking di quanto raccontato da Giuseppina, fact-checking che alcuni chiedono a gran voce.

Giuseppina, e questo è l’unico particolare che ci interessa e su cui è possibile fare fact-checking, dice:

Il treno, tra biglietti acquistati in anticipo e sconti con i punti accumulati, le costa 400 euro circa al mese. Il resto dello stipendio quindi, al netto del biglietto della metropolitana e di quello che compra per cena, diventa risparmio netto.

Il problema è che i biglietti acquistati in anticipo su quella tratta costano un minimo di 30,90€, che moltiplicato per andata e ritorno fa 61,8, che moltiplicato per 6 giorni alla settimana (quelli per cui ha un contratto con la scuola) e per 4 settimane al mese fanno 1483.2€.

Per poter avere, come sostenuto negli articoli, un prezzo sui 400 euro, Giuseppina deve riuscire ad avere sempre lo sconto massimo sul biglietto grazie alla Cartafreccia e all’offerta Young (che può portare a sconti fino al 70% del prezzo del biglietto) così si arriva a un prezzo totale di circa 445 euro, non 400. Ma il problema è che lo sconto al 70% non è sempre disponibile.

Come ci è stato fatto notare il biglietto a €30,90 e già con lo sconto Young, quindi il calcolo di cui sopra non va bene, decadendo del tutto la credibilità del racconto.

Giuseppina parla anche di punti accumulati, che sappiamo possono dare diritto a svariati servizi tra cui i biglietti premio, purtroppo andrebbe fatta una verifica direttamente con lei per poter capire se davvero riesca a spendere solo 400 euro di treno al mese ma anche coi punti premio l’impresa di spendere solo 400 euro al mese risulta impossibile. Sia chiaro, gli articoli probabilmente volevano essere l’equivalente di una denuncia sociale, Milano è troppo cara per chi non ha stipendi importanti. Denuncia condivisibile, ma andrebbe verificato meglio tutto il racconto di Giuseppina. Anche perché, come abbiamo potuto verificare in pochi secondi, a breve distanza da Milano con i mezzi pubblici si trovano appartamenti a cifre molto inferiori. Ad esempio a Pavia (57 minuti di treno e metro dal liceo in cui lavora) si trovano appartamenti a cifre decisamente inferiori che a Milano, come questo bilocale a 450 euro al mese.

Ma quelli che si sono indignati coi giornalisti sostenendo che le cifre sparate fossero ridicole rispetto ai reali prezzi dei biglietti del treno sono gli stessi che se ne intendono di vaccinazioni, strategie di guerra, e ovviamente calcio.

In tutto ciò la cosa che mi infastidisce di più è che sul Carlino nel titolo si parla di Giuseppina Giugliano, nel testo si usa Giuliano.

AGGIORNAMENTO

Avevamo visito il tweet di Davide Andriolo che spiegava già ieri alle 16:38 di aver parlato con amici che operano nella struttura in cui Giuseppina Giuliano lavora, nel tweet Andriolo spiegava che gli era stato comunicato che la donna avrebbe lavorato due giorni per poi essersi messa in congedo retribuito. Andriolo ha avuto quest’informazione da canali personali, canali che a noi non possono, ovviamente, confermare o smentire, ma riteniamo che non abbia senso che Andriolo si sia inventato il fatto, visto che l’avesse fatto la condanna per diffamazione sarebbe certa.

Abbiamo ritenuto che, non potendolo confermare al 100%, non fosse sensato usarlo come fonte nel nostro pezzo, che si limitava a mostrarvi come nei tanti articoli di ieri si fosse evitato di fare qualsiasi verifica o ragionamento extra, preferendo generare facili click e visualizzazioni e magari lasciare oggi a un secondo articolo eventuali considerazioni. Anche questo è “giornalismo”…

redazione at butac punto it

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