Il piano anti-fake news

Che confusione... il piano presentato recentemente non prevede censure o bavagli, ma semplici linee guida che chiedono una maggiore attenzione alla diffusione di informazioni corrette

Sono tanti quelli che durante la pandemia hanno disinformato, e tutt’ora continuano a farlo, in certi casi per paura di perdere il pubblico che in questi anni ha cominciato a seguirli, trasformandoli da signori nessuno in personaggi di una certa notorietà.

Negli ultimi giorni ci avete inviato link ad articoli di giornali e video che in un modo o nell’altro riportavano tutti la stessa notizia.

Da Radio Radio con un video pubblicato a ridosso di Natale:

A La Verità:

Confermato il piano anti fake news: vietato dubitare di scienza e vaccini

A Italia Oggi del 21 dicembre, che titolava:

Task force anti fake news per la prossima pandemia

Su Quotidiano Sanità troviamo un titolo meno clickbait e più realistico:

Pronto il Piano nazionale per comunicare il rischio delle pandemie e dribblare l’infodemia

La Verità come sempre è dietro paywall, per cui ci concentreremo su quanto riportato a Radio Radio dall’avvocato Renate Holzeisen. Il video comincia con una lunga introduzione di Fabio Duranti, per poi passare la parola all’avvocato. Ma già nell’introduzione sentiamo frasi di questo genere:

…è chiaro che questo fa parte di un piano che è quello tramite, come dicevamo prima, gli influencer, tramite tutta una serie di narrazioni che fanno sembrare tutto figo, tutto reale, tutto vero, tutto autorevole in realtà dietro si nasconde un piano per dominare le persone, per cancellare le nostre libertà.

Quindi secondo Fabio Duranti l’Istituto Superiore di Sanità, che è l’ente che ha presentato il Piano Nazionale di Comunicazione del Rischio Pandemico, sarebbe complice di un complotto su scala mondiale per “dominare le persone”. Sempre Duranti:

Questo è il problema, è il grande vero problema dei nostri tempi, dove noi la verità non la potremmo mai più sapere perché altrimenti metteremo a repentaglio la vita di alcune società quotate in borsa ovvero quelle che sostanzialmente oggi governano il mondo.

Sia chiaro, è assolutamente comprensibile la paura che ci possano essere multinazionali potenti che cerchino di nascondere fatti che le possono danneggiare. Succede da sempre, e ne abbiamo parlato più volte anche qui su BUTAC, ad esempio quando negli anni Cinquanta e Sessanta del secolo scorso venne fuori che tabacco e nicotina facevano male sicuramente e in qualsiasi quantità, e ci furono aziende che assunsero medici per sostenere il contrario. La stessa esatta cosa succede oggi quando si parla dei danni dell’alcol: abbiamo aziende che assumono medici, divulgatori scientifici e comunicatori per negare questa realtà. Quello che però è sempre stato evidente è che, mentre le aziende ingaggiavano disinformatori seriali per confondere le acque, chi si occupava della nostra salute cercava di spiegare a più non posso la pericolosità di quegli atteggiamenti. Ma Duranti tutto questo evita di raccontarlo, perché a lui serve che chi lo segue creda che ISS, OMS e aziende farmaceutiche siano la stessa cosa. A lui e alla sua redazione, come all’avvocato Holzeisen, serve che noi perdiamo fiducia in coloro a cui abbiamo demandato la gestione della sanità nel nostro Paese e nel mondo.

Ma andiamo avanti col video. A circa 4 minuti, parlando del Piano nazionale, fanno un parallelo con un documento del 2022 approvato dall’Unione Europea, documento che nel video potete leggere malamente e di fretta, ma che noi vi linkiamo per completezza. Il documento è reale, peccato che Duranti nel citarlo usi solo determinate frasi decontestualizzate.

…dove c’è scritto addirittura che la oggi la vaccinazione è vittima del suo successo, dicono. Ok, per cui l’esitazione vaccinale è tra le 10 principali minacce per la salute mondiale, sta scritto qui…

Tutto vero, ma nel documento che cita viene anche spiegato che:

La vaccinazione è considerata uno degli strumenti più efficaci in materia di salute pubblica per prevenire le malattie infettive e attenuarne gli effetti più dannosi. È importante non solo per i bambini, ma anche in una prospettiva che abbraccia l’intero arco della vita. Lo sviluppo dei vaccini rappresenta una svolta nella storia della medicina e ha avuto un impatto significativo sulla salute pubblica. Grazie ai vaccini è stato possibile prevenire molte malattie, il che ha ridotto l’onere a carico dei sistemi sanitari ed evitato ogni anno tra i 3,5 e i 5 milioni di decessi). Nel caso del vaiolo, la vaccinazione ha permesso addirittura di eradicare la malattia.

Oggi, tuttavia, la vaccinazione è vittima del suo successo. Alcuni non vedono più gli effetti delle malattie infettive che sono scomparse grazie ai programmi di vaccinazione e quindi un numero considerevole di persone può persino mettere in discussione l’importanza dei vaccini. In molte regioni dell’UE i tassi di copertura vaccinale stanno scendendo ben al di sotto dei livelli raccomandati. In tali circostanze le malattie infettive possono facilmente ritornare e l’epidemia di morbillo scoppiata negli ultimi anni in diversi paesi europei ne è un esempio.

Negli ultimi decenni la disponibilità dei cittadini a ricevere vaccini sicuri, efficaci, raccomandati e disponibili è stata messa alla prova. L’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) annovera l’esitazione vaccinale tra le dieci principali minacce per la salute mondiale. Il problema è particolarmente complesso anche perché varia a seconda del contesto, del paese e del tipo di vaccino in questione. Non esiste una soluzione universale e serve un impegno duraturo per migliorare il dialogo con i cittadini, comprenderne le preoccupazioni e sviluppare strategie di vaccinazione su misura, unitamente a campagne di comunicazione mirate.

Poi Duranti e l’avvocato citano un’altra pagina del documento del 2022, loro la citano come pagina 10, ma in realtà nel documento della Gazzetta Ufficiale dell’UE quanto riportano è a pagina 4. Dice l’avvocato:

…si parla della necessità di contrastare la cattiva informazione la cosiddetta disinformazione in materie di vaccini cioè ovviamente, come sappiamo, eh, intendono per disinformazione tutto quello che non corrisponde alla verità, tra virgolette, decisa dall’alto da parte dall’OMS.

Questo modo di comunicare rientra alla perfezione in quella che possiamo definire malinformazione. L’OMS, come l’ISS, non ha dato informazioni errate o addirittura “deciso verità” durante la pandemia: ha riportato, via via che si procedeva, i dati scientifici, dati che ovviamente sono in costante mutamento sulla base di studi sempre più precisi e focalizzati. Chi disinformava erano giornalisti, politici e medici in cerca di un posto al sole, che prendevano dati e numeri e li riportavano come granitiche verità, senza spiegare che ovviamente quei numeri andavano contestualizzati e inseriti in quadri più ampi di discussione. I tre punti che nel video di Radio Radio vengono passati come un tentativo di mettere dei bavagli sono questi:

  • sviluppare opportunità di formazione (comunicazione e formazione sui social media) per consentire agli operatori sanitari e agli esperti in materia di comunicazione sanitaria di acquisire maggiori competenze riguardo a tecniche e strumenti efficaci per contrastare la cattiva informazione e la disinformazione in materia di vaccini, anche online, per sviluppare strategie di comunicazione o garantire una comunicazione efficace tra operatori sanitari e cittadini sui benefici della vaccinazione (processo decisionale condiviso), coinvolgendo la coalizione per la vaccinazione e le associazioni di operatori sanitari e studenti a livello nazionale;

  • promuovere attività di sensibilizzazione sui benefici della vaccinazione, anche attraverso partenariati con il settore dell’istruzione, le parti sociali e azioni rivolte ai media, riservando particolare attenzione alle responsabilità e al ruolo delle piattaforme di social media;

  • sostenere le politiche nazionali che garantiranno la fornitura di servizi di vaccinazione equi, accessibili e attraenti per tutte le persone ammissibili, garantendo che la vaccinazione non diventi un’opportunità sprecata.

Da nessuna parte si parla di censure e bavagli, ma appunto di migliorare le strategie comunicative, che è poi la stessa identica cosa che viene riportata appunto nel Piano nazionale di comunicazione del rischio pandemico presentato da ISS in questi giorni. Perché il contrasto alla disinformazione non si fa censurando, ma spiegando le cose per bene. Sono i fatti e la trasparenza che annullano la disinformazione, ed è di questo che chi disinforma in maniera seriale ha il terrore, perché più si impara a comunicare bene, meno si lascia spazio a bufale e information disorder.

L’avvocato Holzeisen a questo punto passa a parlare del Piano nazionale spiegando che:

…adesso è importante andare a vedere appunto l’altro documento il piano nazionale di comunicazione del rischio pandemico, è utile andare subito a pagina 4 sì e questa ovviamente è una bozza, perché leggiamo che è una bozza, quindi e però è stata confermata senza modifiche, come risulta oggi anche dall’articolo che è uscito su La Verità. Dunque questo che abbiamo che attualmente è disponibile come bozza in realtà è stato confermato. Qua c’è un diretto riferimento a questo regolamento del novembre dell’anno scorso che abbiamo già commentato anche qui a Radio Radio, dove si è proprio deciso questa strategia, anche di combattere la disinformazione.

E qui vorrei un minuto di attenzione da parte vostra. Sì, perché Radio Radio e l’avvocato fanno un po’ di confusione: prima hanno citato un testo del 2022, che non è un regolamento, ma solo un documento sull’importanza dei vaccini che presenta alcune linee guida. Ora sembra che parlino sempre dello stesso testo, ma stanno facendo riferimento ad altro documento, sempre del novembre 2022, dal titolo:

REGOLAMENTO (UE) 2022/2371 DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIO
del 23 novembre 2022
relativo alle gravi minacce per la salute a carattere transfrontaliero e che abroga la decisione
n. 1082/2013/UE

Documento che al punto 34 riporta:

Una comunicazione incoerente con il pubblico e i portatori di interessi, come gli operatori sanitari e il personale della sanità pubblica, può avere un impatto negativo sull’efficacia della risposta dal punto di vista della sanità pubblica, nonché sugli operatori economici. È pertanto necessario che il coordinamento della risposta in seno al CSS, assistito dai pertinenti sottogruppi, preveda un rapido scambio di informazioni relativamente ai messaggi e alle strategie di comunicazione e affronti le sfide che si pongono ad essa al fine di coordinare la comunicazione in merito al rischio e alla crisi, sulla base di una valutazione olistica, solida e indipendente dei rischi per la sanità pubblica, da adeguare alle esigenze e alle situazioni nazionali e regionali, se del caso. Tali scambi di informazioni sono intesi a facilitare il monitoraggio della chiarezza e della coerenza dei messaggi rivolti al pubblico e agli operatori sanitari. A tal fine, le istituzioni pubbliche competenti dovrebbero contribuire alla condivisione di informazioni verificate e alla lotta contro la disinformazione. Data la natura intersettoriale delle crisi sanitarie, è opportuno garantire il coordinamento anche con altri quadri pertinenti, come la comunità della protezione civile dell’UE.

Unico punto in tutto il testo in cui si parli di disinformazione. L’avvocato Holzeisen però non evidenzia questo, ma un punto del piano per la comunicazione pandemica dell’ISS:

…andiamo a vedere il punto centrale, vediamo appunto che anche in questo contratto, in questo Piano Nazionale di comunicazione del rischio pandemico, che cosa c’è scritto qua, c’è scritto: “anche a livello mondiale a seguito della pandemia da SARS 2 sono in Corso progetti interessanti” progetti interessanti lo chiamano qua le nostre autorità italiane “e riorganizzazioni che avranno ricadute a livello nazionale come l’aggiornamento del regolamento sanitario internazionale la definizione di un trattato sulla prevenzione delle pandemie e l’istituzione di un hub pandemico da parte dell’oms”.

In sottofondo sentiamo una risatina che crediamo sia di Giovanni Frajese presente in studio con Duranti. L’avvocato va avanti:

Qua c’è la una volta di più però adesso proprio in un documento strategico che viene dal ministero della salute e col quale vengono obbligate anche le nostre autorità responsabili per la sanità pubblica a livello locale dove vengono già avvertite Guardate abbiamo degli sviluppi interessanti no riorganizzazioni a livello eh internazionale e si butta eh di nuovo lì come una cosa già deliberata ed infatti e continuo a dirlo a livello unionale è tutto già deciso e e i nostri rappresentanti politici fanno finta di nulla però anche qua si parla delle modifiche del regolamento sanitario internazionale come già fatte e ricordiamo il fatto decisivo che se la Repubblica Italiana queste modifiche non le rigetta espressamente entrano in vigore automaticamente.

Che confusione, il miscuglio che si fa tra un testo e l’altro confonde sia la stessa avvocata che chi cerca di seguire quanto dice. L’ultima parte citata dall’avvocato viene da un testo dell’ISS, testo che essendo stato pubblicato dal nostro Ministero della Salute è già un documento del nostro governo. Non c’è nulla da rigettare. Se invece si sta parlando del testo del 2022 è un po’ tardi per decidere di non accettare quanto è stato discusso e votato più di un anno fa. Oltretutto quanto discusso appunto un anno fa non è un regolamento che prevede di imbavagliare e censurare chi dice sciocchezze e condivide disinformazione, bensì un’insieme di linee guida (più di quaranta). Nella parte del documento dell’UE relativa alle regole, quelle sì da seguire, non si fa mai cenno alla disinformazione. Quindi, per esser chiari, la redazione di Radio Radio insieme all’avvocato Holzeinsen sostiene che l’UE nel 2022 abbia approvato un regolamento anti fake news che possa imbavagliare chi, come loro, dice cose diverse dal “mainstream”. Ma in realtà sia il testo del 2022 che quello approvato ora dal Ministero della Salute non prevedono nulla di più che una maggiore attenzione a come comunicare verso il pubblico, per evitare che un’informazione poco coerente possa generare confusione nel pubblico.

Se siete arrivati fino a qui grazie, e buon anno a tutti, ci si vede nel 2024.

maicolengel at butac punto it

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