Piazzapulita, il vino e la malinformazione

Ripetiamo nuovamente che le evidenze scientifiche dicono una sola cosa: il vino fa male, in qualsiasi quantità

ARTICOLO AGGIORNATO

Nella sua versione iniziale riportavamo una citazione che abbiamo eliminato in quanto il dato riportato non era corretto. Ciò non sposta di una virgola il senso dell’articolo.

L’11 maggio su La7, a Piazzapulita, è andato in onda un servizio dal titolo:

Il vino “nuoce gravemente alla salute”?

Servizio che è possibile guardare nella sua interezza qui. Ne parliamo su BUTAC per analizzare insieme come è stato confezionato.

Antonella Viola

Si parte dalla dottoressa Viola, intervistata in quello che immaginiamo essere il suo studio. Viola ribadisce quanto già ripetuto più volte da tutte le autorità sanitarie serie, basandosi sulle evidenze scientifiche: il vino fa male, come tutte le bevande alcoliche. Max Andreetta, che la intervista, si è portato dietro un immenso adesivo con su scritto NUOCE GRAVEMENTE ALLA SALUTE, e le chiede se lei lo attaccherebbe alla bottiglia. La risposta è positiva nel caso di Viola, ma non è l’unica che viene intervistata dall’inviato di Piazzapulita. A Viola, sul finire del suo intervento, viene chiesto:

Andreeetta: Ma lei beve?

Viola: Io bevo, a me piace bere, piace il vino, non i superalcolici non li bevo, ma il vino mi piace.

Andreetta: Quanto vino beve?

Viola: Cerco di berlo, non so, due o tre volte al mese… ma quando lo faccio, quando bevo non è che mi dico “beh ma sto bevendo solo tre volte al mese, e quindi non mi succede niente”. No, so che anche quelle tre volte al mese comunque al mio corpo non fanno bene. Perché sto introducendo una sostanza cancerogena nel mio corpo. Lo so, mi assumo il rischio di farlo.

Sandro Bottega

Subito dopo Viola vediamo Andreetta intervistare Sandro Bottega, produttore di vino. Non proprio uno scienziato super partes. Un produttore di vino, che ha tutti gli interessi a difendere il proprio prodotto, che senso ha intervistarlo in mezzo a persone di scienza? Bottega oltretutto – e Andreetta non lo corregge – fa un errore che richiede una spiegazione.

La Commissione europea

Quando Andreetta chiede se attaccherebbe l’adesivo NUOCE GRAVEMENTE ALLA SALUTE alle sue bottiglie risponde di no, perché a suo dire “tutti possono sbagliare, anche la Commissione europea”. Come se fosse uno studio dell’Unione a sostenere la pericolosità delle bevande alcoliche. Come vi abbiamo riportato più volte, invece, sono gli studi internazionali che da anni hanno certificato i pericoli per la nostra salute dati dal consumo di bevande alcoliche, vino incluso. Fare finta che non sia così, dare a intendere che sia una questione politica e non scientifica, serve solo a generare confusione nel pubblico a casa. Pubblico che, sentendo voci contrastanti, si convince ci siano due fronti che la pensano in maniera opposta, quando invece abbiamo da un lato la maggioranza della comunità scientifica che porta evidenze degli effetti nocivi delle bevande alcoliche, e dall’altro pochi – spesso anziani – scienziati che sostengono che il vino abbia effetti benefici senza portare prove consolidate, e tanti produttori e politici che condividono solo il loro parere.

La materia grigia e l’intelligenza

Con Bottega Andreetta parla anche della questione che mette in relazione alcol e materia grigia del cervello. Bottega risponde dimostrando di non avere idea di cosa stia parlando, lui dice infatti: “Preferisco essere l’1% meno intelligente però passare tutta la mia vita con gli amici a brindare”. Il giornalista non approfondisce, ma sarebbe stato forse utile spiegare che quella riduzione di materia grigia può essere collegata a disturbi come demenza senile e Alzheimer. E magari anche che sarebbe il caso che il consumatore venisse messo in grado di scegliere se preferisce passare la vita a brindare con gli amici o cercare di evitare una malattia neurodegenerativa, perché magari non tutti vogliono fare le stesse scelte di vita di Bottega.

Franco Berrino

Dopo Viola e Bottega viene intervistata una nostra vecchia conoscenza, Franco Berrino, epidemiologo, del quale in passato abbiamo dovuto trattare alcune affermazioni legate proprio all’alimentazione. Berrino esordisce così:

Non ci sono studi che un bicchiere al giorno faccia male, se non per le donne…

Non ci sorprende il parere di Berrino, lui è un medico che rappresenta un’altra generazione, quella che da decenni riporta quasi a pappagallo quegli studi che affermano che il vino rosso abbia effetti benefici sul nostro corpo. Studi che non siamo qui a negare, ma che come abbiamo ripetuto più volte sono stati superati da altri più recenti, che hanno dimostrato che i benefici riscontrati non possono essere raggiunti con quantità d’alcol moderate, e che per assumere le sostanze benefiche – che comunque possiamo assumere anche da alimenti che non pongano rischi per la nostra salute – in maniera da averne un effettivo beneficio dovremmo raggiungere

livelli di consumo per i quali si registra sempre e comunque contemporaneamente l’incremento di rischio relativo per numerose condizioni patologiche, tra cui diversi tipi di cancro.

Ma Berrino non si limita a questo, visto che afferma con convinzione:

…è più il cibo spazzatura che fa male che il bicchiere di vino. Chi beve una lattina al giorno di bevande zuccherate e di bevande “zero” aumenta la mortalità dal 20 al 40%. Bisogna buttare via queste bevande industriali.

Noi potremmo anche essere d’accordo sul fatto che le bevande zuccherate facciano male, e che un consumo come quello descritto da Berrino sia rischioso in qualche percentuale, ma quella che cita è senza fonte alcuna; mentre di studi che certificano l’etanolo come cancerogeno di classe 1 negli ultimi vent’anni ne sono stati pubblicati così tanti, e con conclusioni così simili, che non ammettono dubbi. Il succo è sempre il solito: sostenere che solo il consumo elevato di vino nuoccia alla salute, e che un bicchiere ogni tanto non faccia nulla di male. Peccato che gli studi dicano che non esiste un quantitativo di consumo di alcol che si possa certificare come privo di rischi: l’etanolo è cancerogeno, se volete bere potete farlo, ma è giusto che ne siate consapevoli. E l’alcol pone una serie di rischi molto lunga, che non si limita né al cancro, né alle sole conseguenze sulla salute.

Pagina 1 (di due e mezzo) sui danni prodotti dall’alcol sul bevitore (se contiamo anche i danni prodotti a terzi si arriva a 3 pagine e mezza) del documento “L’alcol e l’assistenza sanitaria primaria. Linee guida cliniche per l’identificazione e l’intervento breve” dell’Osservatorio Naizonale Alcol CNESPS dell’Istituto Superiore di Sanità che potete trovare a questo link

Per ora degli intervistati l’unica onesta è stata la dottoressa Viola, che ha detto quello che anche noi di BUTAC diciamo da sempre: non si vogliono vietare le bevande alcoliche, come non sono state vietate le sigarette, si vuole soltanto permettere ai cittadini di mettere in pratica quello che si chiama “consumo informato”, un’atività che andrebbe incentivata e che invece si cerca di impedire per non nuocere ai produttori, sostituendola con un consumo basato su leggende urbane e disinformazione. Oltretutto, lasciatecelo dire, questo è Berrino fotografato nel 2019:

copyright Corriere della Sera

Questo è Jimmy Page, chitarrista dei Led Zeppelin, sempre nel 2019:

Entrambi sono del 1944. Perché dovremmo dare ascolto a chi sostiene di avere la ricetta per ringiovanire, ma che dimostra molti più anni dei suoi coetanei?

Gianni Testino

Infine viene intervistato il presidente della Società italiana di alcologia. L’intervista parte col botto, Andreetta infatti riporta:

L’alcol è il terzo fattore di morte in Europa, cioè non c’è nemmeno il bere moderatamente…

Testino risponde:

Lei un po’ di amianto moderatamente lo consumerebbe? Non credo.

Il parallelo viene fatto per fare capire ad Andreetta il concetto che qui su BUTAC ripetiamo da mesi: l’etanolo, contenuto nel vino, è nello stesso gruppo di pericolosità dell’amianto. E non è che se consumiamo vino rosso invece che bianco, o birra invece che whisky, la situazione cambia: tutti contengono etanolo. Sia mai che le donne smettano di bere, sia mai che si evitino delle patologie prevenibili (e i relativi costi, che paghiamo tutti con le nostre tasse), sia mai che cali il fatturato dei produttori. Quello sì che è importante, mica evidenziare come quel consumo comporti dei rischi per la salute noti e verificati.

Andreetta a quel punto mostra a Testino un post Facebook del ministro Lollobrigida, post che riporta un titolo de Il Tempo:

Il vino fa bene al cuore

tre rilevanti studi confermano la teoria

Anche fossero dieci gli studi che negli anni hanno rilevato che nel vino siano contenute sostanze che fanno bene al cuore, l’informazione va presa in considerazione valutando se questi benefici superino i rischi. Testino ad Andreetta fa un discorso molto semplice e logico (il grassetto è nostro):

Partiamo dal presupposto che quello che viene detto sia vero, con gli stessi dosaggi l’etanolo favorisce sessanta malattie differenti e circa 14 tipi di cancro differenti, lei capisce che nessuna persona sensata, a meno che non abbia degli interessi suoi personali, può suggerire a un altro essere umano di consumare una sostanza per prevenire una malattia e nello stesso tempo favorirne altre sessanta. A me onestamente non sembra un atteggiamento etico.

Il servizio conclude con la domanda di Andreetta che chiede a Testino:

Ma secondo lei funziona come prevenzione mettere un etichetta su una bottiglia?

Lasciatecelo dire, la domanda è del cacchio, la risposta di Testino invece è quella corretta:

Guardi io non lo so se funziona, ma almeno siamo onesti. Cioè se una persona vede un ragazzo che fuma una canna è un drogato, se invece beve una bevanda alcolica gli si chiede se è DOC o meno, purtroppo non c’è l’etanolo DOC, l’etanolo fa male.

Concludendo

Il servizio, pur riportando pareri in contrasto, non è giornalismo che informa, in quanto è stato messo in pratica quel false balance che conosciamo ormai bene e che fa credere allo spettatore che la comunità scientifica sia divisa su un tema, mentre ormai le evidenze hanno dato decisamente ragione a una delle due parti e il dibattito è quindi concluso (almeno finché non verranno portate nuove evidenze). Due intervistati che spiegano perché è pericoloso, due che minimizzano il pericolo. Chi vede il servizio ne esce pensando che non si sa dove stia la verità. Ci limitiamo a ripetere le parole di Testino:

…nessuna persona sensata, a meno che non abbia degli interessi suoi personali, può suggerire a un altro essere umano di consumare una sostanza per prevenire una malattia e nello stesso tempo favorirne altre sessanta…

Gli interessi sono quelli legati ai miliardi di entrate del settore enogastronomico.

Qualche fonte per approfondire:

maicolengel at butac punto it

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