La proteina canaglia nel vaccino anti-COVID

Non bastava la scelta del termine "siero": anche leggere "proteina canaglia" in un titolo dovrebbe farci accendere un campanello d'allarme su quanto l'argomento sia trattato in maniera scientifica

Con la firma di Patrizia Floder Reitter, l’8 dicembre 2023, su La Verità è stato pubblicato un articolo dal titolo:

“Problema tecnico” del siero Pfizer. Può produrre una proteina canaglia

L’articolo è realizzato partendo da uno studio pubblicato dall’Università di Cambridge, studio che abbiamo pensato di analizzare per voi, ritenendo la giornalista Floder Reitter più interessata a generare facili allarmismi che a informare.

Nell’occhiello che introduce l’articolo di Floder Reitter leggiamo:

Per l’Università di Cambridge il vaccino arriverebbe a provocare una risposta immunitaria involontaria: «Le terapie con I’mRna a rischio tossicità». Uno dei tanti effetti avversi scoperti è la neuromielite ottica.

I fatti

Lo studio lo potete trovare qui, su Nature. Si intitola:

N1-methylpseudouridylation of mRNA causes +1 ribosomal frameshifting

Lo studio pubblicato su “Nature” esamina le cause delle risposte immunitarie indesiderate generate da alcuni trattamenti a mRNA, come i vaccini. I ricercatori hanno scoperto che le sequenze di mRNA possono essere erroneamente interpretate dalle cellule, attivando così risposte immunitarie potenzialmente dannose. Hanno quindi sviluppato un approccio per ridurre questo rischio, migliorando la sicurezza dei futuri trattamenti a mRNA. Quanto scoperto dai ricercatori non dovrebbe essere motivo di allarme: lo studio fornisce informazioni importanti sul miglioramento della sicurezza dei trattamenti a mRNA, ma non indica che i vaccini a mRNA attualmente in uso non siano sicuri. Al contrario, aiuta a comprendere meglio le reazioni immunitarie e contribuisce allo sviluppo di terapie a mRNA ancora più sicure in futuro.

Esiste inoltre un articolo, pubblicato sul sito dell’Università di Cambridge, che spiega in maniera lievemente meno tecnica i risultati dello studio. Titolo:

Researchers redesign future mRNA therapeutics to prevent potentially harmful immune responses

La neuromielite ottica

Floder Reitter citava la neuromielite ottica, ma nello studio dell’università di Cambridge di questo effetto avverso non c’è traccia. Sia chiaro, ci sono studi che esplorano la relazione tra vaccinazione COVID-19 e neuromielite ottica (NMO), ma le conclusioni hanno evidenziato che si tratti di casi isolati e non indicano una correlazione diretta o causale tra il vaccino anti-COVID (in particolare Pfizer-BioNTech) e la NMO. Alcuni articoli, come quello pubblicato su “Neurological Sciences“, riportano casi in cui la NMO si è manifestata o è riemersa dopo la vaccinazione COVID-19, ma queste situazioni sono rare e richiedono ulteriori ricerche per stabilire una correlazione diretta, correlazione che al momento non è stata dimostrata. Dare a intendere diversamente significa disinformare.

È importante notare che i casi di NMO o di altre complicazioni neurologiche post-vaccinali sono estremamente rari e non devono essere considerati rappresentativi della sicurezza del vaccino. La stragrande maggioranza delle persone, infatti, lo riceve senza sviluppare complicazioni di alcun tipo.

Concludendo

Continuiamo a non capire come si possa usare un quotidiano nazionale per fare dell’evidente malinformazione a senso unico, ma noi non siamo una testata giornalistica e ci limitiamo all’analisi dei fatti. Sarebbe bello che un giorno venisse creato un Ordine dei Lettori, che si occupi di difendere i lettori dalla disinformazione, in contrasto all’Ordine dei Giornalisti che attualmente ci pare utile solo a difendere i giornalisti stessi.

maicolengel at butac punto it

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