Lo screening alla mammella e Peter Gøtzsche

Un fisioterapista su YouTube sconsiglia di effettuare lo screening alla mammella basandosi sulle affermazioni - prive di prove, che lo specifichiamo a fare - di un solo ricercatore

C’è un canale YouTube che ci avete già segnalato in passato. Un canale gestito da un fisioterapista con oltre 700mila follower, AlmaPhysio.

La segnalazione che ci avete fatto in questi giorni riguarda un video di qualche settimana fa, dal titolo:

ATTENZIONE DONNA! Ecco cosa TI SUCCEDE quando fai lo SCREENING AL SENO (NON CI CREDERAI!!!)

Nel video sentiamo Gianluca Italiano, proprietario del canale, raccontare che:

…la scelta migliore per una donna di evitare il rischio di diventare una paziente con tumore al seno è quella di non fare lo screening…

Italiano dopo questa frase si para il sedere:

…queste non sono le mie parole ma le parole di un ricercatore, Peter Gøtzsche, che lavora nel Nordic Cochrane Institute, uno degli istituti più importanti a livello mondiale…

Peter C. Gøtzsche è una figura controversa nel mondo della ricerca medica. Da un lato, è uno dei fondatori di Cochrane Collaboration, una prestigiosa organizzazione internazionale che si occupa di revisionare in modo sistematico e indipendente gli studi clinici, soprattutto quelli farmacologici. Ma è anche noto per le sue critiche molto dure e spesso sostenute da poche prove verso lo screening mammografico, il vaccino contro il papillomavirus umano, i farmaci psicotropi e l’industria farmaceutica in generale. Svariate delle sue affermazioni sono state smentite o contestate da altri esperti e da enti sanitari. Inoltre, nel 2018 è stato espulso dalla Cochrane Collaboration per aver violato il codice di condotta e aver danneggiato la reputazione dell’organizzazione.

Quindi, non si può bollare tutto quello che dice in blocco come sbagliato, ma bisogna valutare con attenzione le sue fonti, i suoi metodi e le sue conclusioni. Non sempre le sue revisioni sistematiche sono state condotte con rigore scientifico e trasparenza. Ci sono casi in cui ha omesso o distorto i dati che non supportavano la sua tesi usando termini ingannevoli o fuorvianti ed  esagerando le dimensioni degli effetti o dei rischi. Tutto questo però non viene spiegato da AlmaPhysio, che si limita a riportare le critiche sullo screening mammografico senza altri commenti. Quindi, secondo AlmaPhysio, Gøtzsche va preso come oro colato e gli screening del tumore al seno non vanno fatti.

Riportiamo da AIRC:

La mammografia è un esame fondamentale per la diagnosi precoce del tumore della mammella poiché permette di identificare lesioni di piccole dimensioni ed è un quindi un’arma importante per intervenire nelle fasi iniziali della malattia. L’esame prevede la compressione del seno tra due piastre e l’esecuzione di una radiografia della mammella, al fine di individuare la presenza di formazioni potenzialmente tumorali. Tali formazioni si possono presentare come opacità nodulari con margini irregolari, micro-calcificazioni, oppure aree di distorsione strutturale. L’indicazione alla mammografia può seguire alla palpazione di un nodulo in una mammella o a segnali che richiedono un approfondimento diagnostico. La mammografia è inoltre effettuata come test di screening di popolazione per cercare di scoprire eventuali tumori alla loro più precoce manifestazione.

La mammografia è un esame che non ha particolari controindicazioni. Nelle donne sotto i 40-45 anni di età, a causa della densità della ghiandola mammaria, questa indagine può risultare poco leggibile; pertanto nelle donne più giovani viene consigliata l’ecografia.

E da Fondazione Veronesi sulle sovradiagnosi:

Un controllo al seno ogni due anni salva la vita a circa 9 donne ogni mille che si sottopongono a mammografia, mentre sono solo 4 su mille i casi di sovradiagnosi, cioè di un tumore innocuo, intercettato e curato senza che fosse realmente necessario.

…I ricercatori hanno esaminato i risultati degli studi pubblicati in Europa, oltre ai dati di 26 programmi di screening che hanno coinvolto 12 milioni di donne in 18 paesi fra il 2001 e il 2007. Ne è emerso, fra l’altro, che per ogni 1.000 donne sottoposte ai controlli, 200 incapperebbero in un cosiddetto “falso positivo”, un sospetto di tumore poi smentito da successivi accertamenti. Di queste, però, a subire procedure invasive come una biopsia sarebbero 30.

Il dato quindi ci dice che la mammografia salva molte più donne rispetto a quelle che finiscono con una diagnosi di falso positivo. Perché questo non ci viene raccontato da AlmaPhysio? Leggiamo di gente che vorrebbe che YouTube smettesse di monetizzare i contenuti basati sulle sfide tra giovani. E quelli che fanno divulgazione pseudoscientifica e che possono allontanare migliaia di persone da esami preventivi che in certi casi potrebbero salvare vite, invece?

Noi siamo contro ogni forma di censura web, ma sarebbe bello vedere AIRC e Fondazione Veronesi insieme a ISS e Ministero contrastare di più e meglio la disinformazione medica online, con progetti come quello che portiamo avanti da qualche anno insieme a FNOMCeO, Dottore ma è vero che?.

Non credo di poter aggiungere altro.

maicolengel at butac punto it

Sostieni il crowdfunding per il decennale di BUTAC e Minerva – Associazione di divulgazione scientifica. Abbiamo realizzato magliette, spille e quant’altro per ringraziare tutti quelli che vorranno aiutarci a organizzare una due giorni di eventi gratuiti in autunno a Bologna!

Oppure, come sempre, sostienici su Patreon o su PayPal! Può bastare anche il costo di un caffè!
Un altro modo per sostenerci è acquistare uno dei libri consigliati sulla nostra pagina Amazon, la trovi qui.