Il segreto investigativo sull’autista di Mestre

Una volta effettuata l'autopsia, i risultati non sono stati immediatamente resi pubblici. Potrebbe suonare strano? Cerchiamo di approfondire e capire perché

Oggi ce la caviamo in pochissime righe, ma credo sia necessaria un po’ di chiarezza su un’informazione fuorviante che viene fatta circolare in alcuni ambienti.

Dopo l’incidente di Mestre la macchina dell’avvelenamento del pozzo si è messa in moto in svariate direzioni, da chi ha strumentalizzato i fatti per denigrare l’elettrico, a chi ha cercato di sostenere che l’incidente fosse colpa di una reazione avversa causata dal vaccino anti-COVID, purtroppo senza alcuna considerazione per la morte di 21 persone.

Una delle cose che hanno triggerato molti sostenitori delle teorie antivacciniste è il fatto che i risultati dell’autopsia effettuata sul corpo dell’autista del pullman sono stati messi “sotto segreto investigativo”. Ad esempio qui potete vedere il tweet di Anna Paci, già ospite dei salotti televisivi:

Incidente di Mestre La Procura dispone il top secret sull’esito dell’autopsia per Rizzotto.

Tweet che per fortuna oggi riporta anche le informazioni aggiuntive sulla questione, che spiegano che non c’è alcun “top secret” complottista, nessuno sta cercando di celare alcunché, si tratta di una regolare procedura investigativa. Alla fine delle indagini il segreto sarà sciolto, come è normale che sia.

Dall’art. 329 del Codice di procedura penale:

Gli atti di indagine compiuti dal pubblico ministero e dalla polizia giudiziaria, le richieste del pubblico ministero di autorizzazione al compimento di atti di indagine e gli atti del giudice che provvedono su tali richieste sono coperti dal segreto fino a quando l’imputato non ne possa avere conoscenza e, comunque, non oltre la chiusura delle indagini preliminari.

Rivelare dettagli coperti dal segreto investigativo è una violazione del Codice penale. La necessità di proteggere l’integrità delle indagini richiede che le fasi iniziali del procedimento siano coperte appunto da segreto; mantenerlo è un onere che si estende a tutti gli individui che sono a conoscenza del documento riservato. Chi sfrutta l’esistenza del “segreto investigativo” per dare a intendere che ci siano cose che “non ci dicono” è un abile disinformatore interessato solo ad accrescere la propria influenza su quelli che lo seguono.

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