Lo studio USA che difende il vino (e i mirtilli)

Si continua a insistere che il vino faccia bene, portando studi osservazionali che coinvolgono i mirtilli (e i produttori di mirtilli...)

Su alcune pagine social nei giorni scorsi sono apparsi post che raccontano di uno studio americano che confermerebbe i benefici del consumo moderato del vino rosso.

Ad esempio su Twitter siamo stati taggati sotto a questo tweet di Agricolae, agenzia di stampa legata al mondo dell’agricoltura:

 

Dal tweet si arriva a un articolo pubblicato sulla testata che titola:

Vino, Ricerca Usa dà ragione a Sistema Italia: bere vino riduce mortalità fino a -11%. IL NUOVO STUDIO BMC. E le reazioni

Come sempre siamo andati a leggere lo studio, che è stato pubblicato il 12 maggio 2023, lo potete trovare qui. Si tratta di uno studio osservazionale, che riporta le conclusioni sostenute dall’agenzia di stampa, ma spiega anche alcune cose che Agricolae ha omesso. Vediamole insieme.

La primissima questione è che lo studio è stato fatto da un gruppo di lavoro di cui fanno parte due soggetti che hanno un lieve conflitto d’interesse, come spiegato  a fondo testo:

AC and EBR both act as advisors to the USHBC grant committee.

Cioè:

AC ed EBR agiscono entrambi in qualità di consulenti del comitato di sovvenzione dell’USHBC.

La sigla USHBC a voi non dice nulla, ma se andiamo a cercare scopriamo che è un consorzio di produttori di mirtilli. Indovinate quale frutto viene esaltato nello studio, in quanto ha un ricco contenuto di flavonoidi? Esatto, proprio il mirtillo. Curioso, non trovate? Indovinate chi ha in parte finanziato lo studio?

This work was supported by the following grants from the National Institutes of Health (UM1 CA186107 and U01CA167552) and by funding from The US Highbush Blueberry Council (USHBC) with oversight from the USDA.

Esatto sempre loro, i produttori di mirtilli. Quindi abbiamo uno studio, osservazionale, finanziato in parte da un consorzio di produttori dell’alimento che lo studio certifica allungherebbero la vita… Ma poi lo studio dice veramente che gli alimenti ricchi di flavonoidi riducano il rischio di mortalità precoce? Ni, perché se andiamo a leggere con attenzione l’indagine troviamo che tra le altre cose si specifica che:

While we have focussed on flavonoid-rich foods and beverages, we cannot rule out that the observed associations may be due to other constituents found in the whole food or to other uncaptured factors in the meal context.

Che tradotto:

Sebbene ci siamo concentrati su cibi e bevande ricchi di flavonoidi, non possiamo escludere che le associazioni osservate possano essere dovute ad altri costituenti presenti nell’intero alimento o ad altri fattori non rilevati nel contesto del pasto.

E ancora:

…due to the observational nature of this study, we cannot conclude that observed associations are causal. Findings require replication in other populations; while the NHS and HPFS have high internal validity owing to the health knowledge and commitment to research of the participants, these two cohorts are not representative of the general population as they include only nurses or health professionals and participants were mostly Caucasian. Finally, because of the potential for reverse causation to influence these findings, further studies of these relationships are needed.

Che tradotto:

a causa della natura osservativa di questo studio, non possiamo concludere che le associazioni osservate siano causali. I risultati richiedono la replica in altre popolazioni; mentre NHS e HPFS hanno un’elevata validità interna grazie alla conoscenza della salute e all’impegno nella ricerca dei partecipanti, queste due coorti non sono rappresentative della popolazione generale in quanto includono solo infermieri o operatori sanitari e i partecipanti erano per lo più caucasici. Infine, a causa della possibilità che la causalità inversa influenzi questi risultati, sono necessari ulteriori studi su queste relazioni.

Agricolae, se volesse fare corretta informazione, dovrebbe inserire tutte queste informazioni all’interno del suo articolo, che invece viene condiviso come prova che il vino fa sempre bene. Ma come ripetiamo da mesi non siamo noi o l’Unione europea a sostenere la pericolosità delle bevande alcoliche – chi fa differenze tra vino, birra e altre bevande alcoliche sta già sul carro di chi disinforma – ma appunto gli studi scientifici. E non è una questione di studi degli ultimi mesi, i danni causati dall’alcol sono noti da tempo. Piuttosto, visto che le presunte sostanze benefiche contenute nel vino si trovano anche in alimenti – come appunto i mirtilli -, se davvero i flavonoidi facessero bene potremmo comunque assumerli mangiando frutta di certi tipi e non necessariamente bevendo vino rosso, che insieme ai flavonoidi contiene anche sostanze cancerogene, un fattore di rischio evitabile mangiando la frutta. Perché tutto questo non viene mai detto? Forse perché il punto della questione non è davvero se il vino fa bene alla salute o no…

Qui potete leggere uno studio che tra le varie droghe (perché questo è) classifica l’alcol al primo posto come punteggio di danno complessivo, al secondo posto troviamo l’eroina. Il grafico mostra in rosso il danno che la sostanza provoca agli altri, in blu quello che porta al consumatore. L’alcol è al primo posto come danno nei confronti degli altri, al quarto posto come danno che causa a chi lo consuma, ma complessivamente la somma dei due ci mostra come l’alcol sia la più pericolosa tra le sostanze analizzate.

Omettere queste cose, evitare di spiegare i conflitti d’interesse degli autori dello studio americano, non riportare le indicazioni sul fatto che come studio osservazionale servirebbero ulteriori analisi per validarne i risultati, tutto questo modus operandi è classificabile come malinformazione.

maicolengel at butac punto it

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