Abortisti vs Cattolici, Buenos Aires e le notizie distorte

maicolengel butac 8 Dic 2013
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Questo esempio di disinformazione è fantastico, e per una volta non mi devo subire ore di lettura di testi medici/scientifici per sbufalarla!

Titola il Secolo d’Italia:

Femministe e gay: sputi e botte ai cattolici, foto del Papa bruciate in piazza. Ma in pochi lo raccontano…

Ma titola male, malissimo, la notizia è pura disinformazione di parte. Faccio una premessa:

Questo Blog non vuole prendere MAI alcuna posizione politica, ad oggi ho trattato argomenti provenienti da testate di qualsiasi fazione politica, in quanto reputo TUTTA la politica italiana marcia ed oggi non mi riconosco più in nessuna delle facce del nostro panorama governativo.

Tornando a noi, il racconto del Secolo d’Italia non è una news, la notizia è della notte di ognissanti in Argentina, e le immagini a cui si riferisce l’articolo vengono da qui:

Già guardando il video e leggendo il breve articolo notiamo che qualcosa non quadra, non vediamo botte, vediamo gente (per lo più donne, ma c’è un perché che vi spiego dopo), in tanti casi senza t-shirt, urlare ed intonare canti di fronte ad un cordone di altra gente posto a difesa di una Chiesa. Queste ragazze in topless, ballano, urlano, cantano, e truccano con il make up in maniera denigratoria il cordone di giovani a difesa del santuario.

Si, qualcuna sembra sputargli anche addosso, ma poco più. Il sangue descritto dal Secolo altro non è che makeup sbavato, rossetto sparso sul volto, la manifestazione è sicuramente forte e violenta, ma non fisicamente, ma moralmente.

Perché qui non si tratta di gay e femministe contro cattolici, ma di abortisti contro ANTI-abortisti, in un paese dove l’aborto è ancora visto come un crimine PENALE, un paese dove ancora il legame tra RELIGIONE e STATO è ancora troppo stretto, un paese che deve lottare per un diritto che da noi è sancito da più di trent’anni.

Nel pezzo del Secolo d’Italia si racconta anche la triste storia di questi fedeli che usciti di corsa dalla Chiesa per difenderla abbiano costruito un cordone umano attorno ad essa, ma in realtà è ormai prassi per la Chiesa di San Juan e altre a Buenos Aires di avere qualche tipo di protezione, che sia con barricate o con polizia.

Torniamo al perché di così tante donne, ma perché esattamente come in Italia in occasioni del Referendum per l’aborto in prima linea ci sono loro, in questo caso col supporto dei gay, chi se non una donna può avere idea del se sia giusto o meno poter accedere ad una pratica legale dell’interruzione di gravidanza?

Queste polemiche in Argentina vanno avanti da tempo, non sono una novità, ovviamente più le cose non cambiano più si scaldano gli animi, solo nel 2012 è stato deciso in Argentina che una donna che scelga di abortire dopo aver subito una violenza sessuale non incorra in sanzioni penali.

Il duemilaedodici, ieri l’altro!

Le statistiche raccolte dal Ministero della salute nel 2007 parlano di circa 40 aborti (illegali) ogni 100 gravidanze, ci credo che abbiano voglia di lottare, ed è forse uno dei casi in cui mi sento di poter dire che concordo coi manifestanti. Scienza, corretta informazione e anti abortisti non vanno molto d’accordo.

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