Ambulanze, chef e servizio pubblico

Il complottismo ha rotto le scatole

C’è uno chef che da qualche tempo si lamenta della pandemia sfruttando alcune delle solite bufale che abbiamo visto girare quest’anno. Quella che cavalca con più veemenza in queste settimane è la storia delle ambulanze che viaggerebbero vuote, con le sirene accese, per terrorizzare la popolazione.

Un infermiere del 118 di Savona ci ha scritto esternando il proprio disappunto per questi video,  credo sia il caso riportare le sue parole a cui farò solamente una piccola aggiunta in fondo:

Nel video Vinciguerra più volte denuncia il passaggio delle ambulanze con i sistemi di allarme visivo e acustici inseriti , come “terrorismo” . Da operatore del 118 sia sul territorio che in centrale operativo vorrei specificare alcune cose :

  1.  Gli equipaggi delle ambulanze non decidono autonomamente se utilizzare gli allarmi acustici/visivi
  2. L’uso degli allarmi è conseguente al codice di gravità che viene assegnato di volta in volta dalla centrale operativa di competenza.
  3. I codici di gravità vengono assegnati dall’operatore di centrale 112/118 che ha preso in carico l ‘intervento , sulla base di norme ben precise e vanno dal codice bianco ( meno grave ) al rosso ( il più grave )
  4. Gli operatori di centrale seguono un corso specifico per la gestione delle urgenze da remoto , corso che riconosciuto a livello nazionale e internazionale ( https://www.emergencydispatch.org/what-we-do/certification)
  5. In ultimo , in centrale non vediamo cosa “succede “ quando un persona in pericolo chiama il 112/118 , ci basiamo sulla nostra competenza adiuvati da precisi protocolli , siamo assolutamente consci che assegnare un codice di urgenza più grave del dovuto significa mettere a rischio l’incolumità dell’equipaggio sul campo , del paziente e degli eventuali passanti.Prima di dare del “Terrorista” bisognerebbe informarsi su cosa c’è dietro il lavoro delle persone .
    Fabrizio Fiori
    Infermiere 118 Savona

Alle parole dell’infermiere del 118 vorrei aggiungere solo una cosa. Lo chef di cui sopra è ospite fisso (da sette anni) della trasmissione Detto Fatto su Rai2, è quindi quella che potremmo definire una celebrità. Una celebrità che diffonde disinformazione su una cosa seria come la pandemia. Non metto in dubbio la bravura come chef del signor Vinciguerra. Ma forse sarebbe il caso di riflettere sulla responsabilità dell’emittente nello scegliere i professionisti a cui dare visibilità, soprattutto se in un programma del servizio pubblico.

Magari per rispetto di tutti quelli che su quelle ambulanze hanno visto andare via un parente che poi non ha fatto ritorno a casa.

Non credo di poter aggiungere altro.

maicolengel at butac punto it

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