Amico giornalista, verifica prima di pubblicare…

L'allarme dei comunicati stampa non verificati

maicolengel butac 17 Ott 2023
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In un mondo ideale, le associazioni di cui sto per parlare avrebbero difficoltà a trovare spazio sui quotidiani, soprattutto in un Paese dove il Codice deontologico dei giornalisti viene rispettato. Ma ci troviamo in Italia, dove troppi cercano modi alternativi per guadagnarsi da vivere, sfruttando le lacune presenti nel sistema mediatico.

Il problema generale

Abbiamo già discusso di alcune di queste realtà su BUTAC, ma oggi voglio evidenziare un problema molto più ampio, non limitato a un singolo caso. In Italia la pressione a produrre continuamente nuovi contenuti ha portato molte redazioni a pubblicare qualsiasi comunicato stampa, purché provenga da fonti apparentemente affidabili.

L’assenza di verifica

Spesso nessuna ricerca sui contenuti viene effettuata dalla redazione. Si pubblicano nomi e cognomi dei protagonisti delle vicende narrate senza alcuna verifica o, come nei caso legati ad associazioni come Agitalia e Giustitalia, le verifiche si fanno chiamando i numeri forniti dalle stesse associazioni. In pratica si fa verifica chiedendo all’oste se il vino che sta per servirci farà schifo o sarà buono.

Il falso manto di affidabilità

Grazie a questi comunicati stampa, spesso come abbiamo detto pubblicati senza scrupoli o verifiche, queste associazioni riescono a costruirsi un’immagine di affidabilità. Un esempio recente è una certa associazione che, nella sua sezione “Parlano di noi” mostra una serie di articoli pubblicati su testate del Nord Italia (con rare eccezioni), tutti basati sui loro comunicati stampa.

 

Comunicati pubblicitari mascherati

Testate che hanno realmente “parlato di loro”, ovvero pubblicato uno o più comunicati stampa inviati dall’associazione ai giornali. Comunicati che vanno dalle bollette pazze alle cartelle esattoriali sbagliate, comunicati in cui la narrazione racconta di utenti che hanno chiesto l’aiuto dell’associazione perché la stessa li difendesse. Anche in città in cui l’associazione non ha sede alcuna. Ho letto tutti i pezzi linkati in questo “Parlano di noi”, solo uno o due possono essere definiti articoli. La maggior parte di queste pubblicazioni non sono altro che publiredazionali mascherati, non segnalati come tali, probabilmente pubblicati gratuitamente.

Il danno per le associazioni serie

Questo comportamento ovviamente danneggia le associazioni serie che cercano visibilità per progetti di interesse pubblico, ma trovano difficoltà a ottenere spazio sui media a causa della concorrenza con comunicati farlocchi creati appositamente per ottenere visibilità.

Il pericolo delle IA

Oggi con l’avvento delle IA queste associazioni hanno la possibilità di generare una miriade di contenuti senza fare alcuna fatica. Preparatevi a un’invasione sia di testate false (quelle stanno già spuntando come funghi) sia di articoli redazionali pubblicati senza verifica alcuna.

La mia scelta personale

Io ho scelto di smettere di seguire le testate che pubblicano publiredazionali non segnalati. Ora sono abbonato al New York Times e al Washington Post e in Italia al Post, che evitano di pubblicare questo tipo di contenuti, mantenendo un’etica editoriale più rigorosa di tante testate un tempo autorevoli.

Concludendo

Il problema dei comunicati stampa non verificati è grave e richiede una maggiore consapevolezza sia da parte dei media che dei lettori. È nostro dovere esigere un giornalismo più responsabile e verificato, per garantire una rappresentazione accurata e onesta delle notizie.

maicolengel at butac punto it

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