Anche noi italiani siamo stati emigranti

maicolengel butac 16 Lug 2019
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Ci risiamo, un altro paragone inutile messo in giro per indignare sui social. Circola un’immagine che riporta nel testo descrittivo:

Per tutti i coglioni che dicono: “anche noi italiani siamo stati emigranti”. Ecco la differenza tra noi e loro.

Nell’immagine si vedono dei lavoratori all’interno di una miniera (foto in bianco e nero) messi a confronto con delle foto attuali di quelli che sono identificati nell’immaginario collettivo come i migranti che arrivano nel nostro Paese oggi, ovvero non intenti a lavorare.

Basterebbe quel minimo di spirito critico e conoscenze storiche per rendersi conto che è un paragone che non regge. I minatori italiani nelle foto in bianco e nero partivano, in molti casi, grazie a specifici accordi tra Paesi, come con la Germania Ovest dopo il 1955, che prevedevano l’assunzione quasi sempre presso miniere. Ogni Paese che aveva stipulato accordi con l’Italia dava lavoro a un determinato numero di persone.

Le persone che giungono nel nostro Paese oggi lo fanno per cercare una vita migliore, per raggiungere parenti già presenti in territorio europeo, per sfuggire a persecuzioni di varo genere. Non hanno accordi con il nostro Paese, anzi, molti non vogliono nemmeno stare qui: vogliono solo venire identificati per potersi poi spostare nel resto d’Europa. Oltretutto quelli che sono qui in attesa di regolarizzazione non possono lavorare, e questa condizione può durare anche un anno, sia per responsabilità burocratiche ma anche perché per alcuni nostri connazionali che lavorano nel settore sono una fonte di guadagno, e quindi sono restii a mollare l’osso.

La cosa più curiosa di tutte però è scoprire che quest’immagine parte da lontano, il primo luogo social dove la trovo, seppur non nella forma attuale è un tweet del 2017:

 


L’autore? Dal suo profilo Twitter:

Basque Français, ingénieur chef d’entreprises retraité, adhérent L.R., suivi par N.S, N.M, F.F, L.S, etc… Chrétien,Gaulliste. Féru de français. Exit la gauche

Gli account social di Monsieur Nerval pubblicano materiale a ciclo continuo, impressionante il numero di post quotidiano su Twitter e Facebook, vien da pensare che sia seguito da un social media manager.

maicolengel at butac punto it
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Alcune delle informazioni che ho riportato qui sopra vengono dalla consultazione di testi non online:
  • Sopravissuti per raccontare – Abramo Seghetto
  • Cinquant’anni di emigrazione italiana in Belgio – Flavia Capitani

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