Beatrice Venezi e le citazioni improbabili
L'ennesimo contenuto generato all'unico scopo di provocare reazioni sui social
Da qualche ora (sto scrivendo di sabato sera 6 dicembre 2025) sta circolando in rete un meme che riporta una supposta citazione di Beatrice Venezi, lo vedete qui sopra. Per chi faticasse a leggerlo la frase riportata è:
Beatrice Venezi
Mi fa piacere che gli italiani hanno passato gli ultimi 20 anni a studiare direzione e composizione
La frase riporta un errore grammaticale da matita rossa, siamo tutti d’accordo, errore che i tanti che stanno condividendo il meme ovviamente fanno notare, da chi l’accusa con altre citazioni famose:
CAPRA! CAPRA! CAPRA! STUDIA L’ITALIANO!!!
a chi cerca di fare il fine umorista (ma non ha idea di come si usino le virgole):
È rincuorante invece constatare che, la direttrice di orchestra in pectore, del Teatro La Fenice di Venezia, non sia in grado di coniugare adeguatamente i verbi come un sostenitore di destra qualsiasi 🤷
a chi le scrive lunghissimi testi in cui, dall’alto della sua conoscenza della lingua, la invita a fare un passo indietro, parlandole direttamente, sicuro che Beatrice Venezi passi le sue giornate a leggere i commenti degli sconosciuti su Facebook:
Ricevo via Messenger questa foto, leggo la didascalia e rimango perplesso, va bene che la nomina dice “direttore musicale” ma un minimo di conoscenza dei verbi dovrebbe essere richiesto quindi spero sia solo un errore di trascrizione altrimenti un ripassino sarebbe caldamente consigliato.
Veniamo alla questione vera: il problema, e poi non lo ripeterò più, non è se gli italiani abbiano o meno studiato direzione d’orchestra e composizione cara signora Venezi ma come lei è arrivata alla direzione musicale del teatro La Fenice e mi meraviglio che non l’abbia ancora capito, anche se nel suo caso calza a pennello il detto “non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire”.
Il vero problema è che a questo punto lei non può dirigere un teatro dove orchestra e maestranze sono state messe da parte nel prendere una decisione che avrebbe influito sulla loro vita professionale, sul loro futuro e sul futuro del teatro dove lavorano, mancano affiatamento, stima, complicità e rispetto.
Oltre a questo, che non è questione di poco conto, cara maestra Venezi, la Fenice è anche uno dei simboli di Venezia e i veneziani, almeno una gran parte, sono stufi di vedere la loro città lottizzata dalla politica, da quei partiti che hanno sempre usato la città come palcoscenico per lo show off o peggio come merce di scambio.
Chi scrive da qualche tempo per le opinioni che esprime è entrato a fare parte di una lista nera compilata da un collaboratore del sindaco di Venezia, quel sindaco che, in qualità di presidente della Fondazione Fenice, d’imperio ha deciso di sospendere l’acconto welfare ai lavoratori del teatro e che è sostenuto proprio da quelle forze politiche che in questo momento stanno perorando la sua causa, non è questa la politica autocratica che vorrei e sono sicuro che un minimo di imbarazzo deve provarlo anche lei maestra Venezi.
Concludo dicendo che forse un passo indietro nel suo caso potrebbe aiutarla a farne molti avanti, certo non ricucirebbe lo strappo con orchestrali e maestranze del teatro ma verrebbe sicuramente apprezzato, e Venezia che da oltre undici secoli offre opportunità magari in futuro potrebbe offrirne una a lei, non la butti via per far contento chi la sta sostenendo per affermare ragioni che con la musica e con la cultura, quella libera da vincoli politici con la C maiuscola, non hanno nulla a che fare.
Nessuno che si sia preso la briga di verificare quel testo, di cercare quando e come l’avrebbe detto. No, non serve, perché l’unica cosa che serve è avere un meme perfetto per generare indignazione, poco conta se sia vero o falso, perché è così che funziona la diffamazione online.
Non crediamo ci sia bisogno di dirlo, ma quella frase sgrammaticata Beatrice Venezi non l’ha mai detta, è soltanto l’ennesimo contenuto creato all’unico scopo di fare interazioni sui social usando un volto noto capace di provocare reazioni. Se non bastasse quello, poi, ci si abina un errore grammaticale capace di far uscire la maestrina che è in ognuno di noi, che non perderà occasione per sventolare il ditino alzato in un commento.
maicolengel at butac punto it
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