Cara Giorgia,

Parliamo un attimo del "coraggio" per il quale ci hai tenuto a elogiare i giornalisti de La Verità

Cara Presidente del Consiglio dei Ministri, o meglio Giorgia come vuole essere chiamata, le scrivo dopo aver letto su ANSA un dettaglio sul suo intervento sul palco de La Verità degli scorsi giorni:

Giorgia Meloni si presenta con una mezz’ora abbondante di ritardo a Milano sul palco del La Verità, che elogia per il “coraggio” sul Covid, e ripete un copione ben rodato nelle apparizioni delle ultime settimane.

Il grassetto è di ANSA, che evidentemente ci tiene a sottolineare la sua mezz’ora di ritardo. Io no, io non sono interessato a quello, anzi, lei è il Presidente del Consiglio dei Ministri del nostro Paese, è normale che abbia cose da fare così importanti da non riuscire a essere puntuale a un evento di una testata giornalistica privata. Nulla di grave. Il problema è quanto ANSA ci racconta subito dopo: il suo elogio alla testata giornalistica La Verità, testata che durante la pandemia ha diffuso numerose informazioni a dir poco controverse.

BUTAC da sempre si occupa di disinformazione. Da quando è nata La Verità, ogni giorno riceviamo segnalazioni riguardo al loro contenuto, da medici, avvocati, giuristi e comuni cittadini che da soli si sono resi conto del quantitativo di disinformazione che viene diffuso dalle pagine di quel quotidiano. E lei cosa fa? Li elogia? È sicura?

Purtroppo i suoi elogi andranno a segno, e magari aiuteranno la testata a guadagnare qualche lettore in più. Quello che deve essere chiaro è che La Verità ha diffuso molta malinformazione, di quella pericolosa, e diventa ancora più pericolosa ora che il Presidente del Consiglio dei Ministri li ha elogiati. Poteva andare loro ospite, parlare sul loro palco, ma evitare di sostenere che fossero giornalisti da elogiare. Tanto il suo endorsement al quotidiano l’aveva già dato partecipando alla loro kermesse.

E invece ha scelto di lodare la testata. Per cosa? Per “aver avuto coraggio durante la pandemia”. Quale coraggio? Il coraggio di cavalcare ogni possibile allarmismo antivaccinista, sminuire l’entità dell’emergenza, strumentalizzare le paure dei lettori, denigrare il servizio sanitario nazionale?

Cosa c’era da elogiare?

Solo su BUTAC, in quattro anni, abbiamo pubblicato svariate decine di fact-checking riguardanti i loro articoli, ma sarebbero molti di più se, a differenza di tanti loro colleghi, avessero i propri articoli online. Invece li tengono al sicuro dietro paywall e sul cartaceo, facendo sì che solo i loro lettori li leggano, solo chi è disposto a pagarli venga esposto alla malinformazione che diffondono. Sia chiaro, non è che ci sorprenda che lei dia il suo endorsement a un quotidiano di quel genere. Sono antieuropeisti, populisti, filo-russi, hanno molte cose in comune con il suo elettorato.

Cara Giorgia, come cittadini ci aspettiamo che le nostre figure istituzionali promuovano un’informazione accurata e responsabile, soprattutto in tempi di crisi come quello che abbiamo vissuto. Il suo endorsement a una testata che ha spesso diffuso e alimentato disinformazione non aiuta a costruire un dibattito pubblico sano e informato. La invitiamo a riflettere su queste scelte e a considerare l’importanza di sostenere un giornalismo che sia veramente al servizio della verità e della collettività.

maicolengel at butac punto it

PS

Nello scrivere quest’articolo ci siamo accorti che BUTAC è praticamente l’unico fact checker italiano ad avere un tag specifico per il quotidiano il questione, la cosa ci ha alquanto sorpreso visto quanti sostengono di fare fact checking e corretta informazione nel nostro paese.

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