La difesa delle borseggiatrici…
...e la mistificazione dei fatti!
Non amiamo parlare di politica perché poi regolarmente veniamo etichettati come sito di parte, quello che non è ben chiaro è che non siamo noi a scegliere di trattare le notizie che sembrano andare a favore di una certa parte politica, ma che sono i suoi opponenti, in determinate occasioni, a lanciare campagne di disinformazione contro quella parte politica. Al momento la maggior parte delle segnalazioni che riceviamo, ad esempio, riguarda siti con orientamento politico di destra che attaccano personaggi di sinistra (o di quella che sembra tale), e l’occasione in questo periodo è la nomina di Elly Schlein a nuova segretaria del PD: una volta le campagne per ricoprire di fango gli avversari politici si facevano in occasione delle elezioni o di altre circostanze particolari, per il resto del tempo si cercava di lavorare.
Oggi invece si getta fango in via preventiva, tanto si è visto che quello che conta è la percezione che gli elettori hanno del personaggio più che il suo programma, che viene nominato solo se è utile alla propria comunicazione; altrimenti può essere lasciato in secondo piano (ma anche in terzo, o quarto) in favore di narrazioni che scatenino indignazione o altre reazioni emotive, quelle che contano nell’era della post-verità. Lungi da noi voler fare solo fact-checking a quanto dice la destra sulla sinistra, solo che le segnalazioni in senso opposto latitano e anzi vi invitiamo, nel caso che abbiate notizie da segnalarci, a farlo senza esitazione.
E per l’appunto anche stavolta dobbiamo parlare di Elly Schlein. Ad attaccarla frontalmente – con un titolo che abbiamo trovato specchio perfetto del giornalismo italiano – è Libero Quotidiano, che il 15 marzo titolava:
Elly Schlein, il suo Pd sta coi ladri: cosa svela questa foto
La foto di cui parlano è questa:
L’immagine, tratta da uno dei tanti video che è possibile recuperare sui social, mostra due borseggiatrici che si nascondono il volto mentre si allontanano dalla scena del crimine, la metropolitana di Milano. Ci racconta LQ:
C’è un che di dadaista, uno sbuffo di surrealismo perfino nella denuncia della consigliera comunale dem Monica J. Romano, via social, contro «l’abitudine di chi filma persone sorprese a rubare sui mezzi Atm (i tram e le metro milanesi, ndr) e di diffondere i video su Instagram con centinaia di follower: è violenza ed è molto preoccupante».
Da questo paragrafo arriva la nostra scelta di parlare di mistificazione dei fatti. Perché vedete, la consigliera del PD ha detto esattamente quanto riportato qui sopra, che però non è quanto viene riportato nel titolo dell’articolo. Ma tanto, a fare da supporto, insieme a LQ ci sono altri che hanno titolato in maniera simile, ad esempio Il Giornale:
“Proteggono i delinquenti”. Ora è bufera sui dem
Se uno leggesse con attenzione sarebbe facile comprendere che la consigliera Romano, e per estensione il PD, e per estenzione Elly Schlein, non “sta con i ladri”. E lasciando da parte le reazioni di pancia suggerite da una narrazione come quella scelta dal Giornale sarebbe facile anche per rendersi conto che tutelare i diritti di chi ha commesso un reato è una cosa perfettamente normale, e anzi auspicabile, perché non è che quando uno commette un reato perde qualsiasi diritto e possiamo lasciarlo in balia della folla che, se gli piace, lo prende a sassate fino alla morte senza che le forze dell’ordine intervengano. La consigliera Romano difatti sta lamentando che è sbagliato diffondere quei video sui social, e noi aggiungiamo che non solo è sbagliato, ma anche illegale, visto che, come riporta la Legge per Tutti:
è legale filmare persone in luogo pubblico o aperto al pubblico, anche senza il loro consenso; tuttavia, non è generalmente possibile divulgare tali riproduzioni senza l’autorizzazione dei soggetti interessati.
Se non fosse chiaro, questo significa che chi fa quei filmati e li pubblica sui social sta infrangendo a sua volta la legge, anche se riprende qualcuno che ha appena commesso un reato. E questo non significa affatto difendere le borseggiatrici, ma far rispettare la legge italiana.
Faccio un esempio pratico, da anni io fotografo gli automobilisti indisciplinati che parcheggiano sulle strisce pedonali o che bloccano il passaggio dei bus: se pubblicassi quelle foto rendendo riconoscibili le loro auto (targhe e volti) rischierei grosso. La consigliera non dice che vuole vietare di girare i video, ma che è sbagliata la gogna mediatica che ne consegue, perché si tratta di violenza. Per spiegarmi ancora meglio, LQ fa l’esempio del corto girato dall’olandese Anthony van der Meer a cui qualche anno fa rubarono l’iPhone; lui, grazie al software sul telefono potè realizzare un documentario sulla persona che gliel’aveva rubato. Ma il documentario, disponibile sui social, ha il volto del ladro anonimizzato e soprattutto non è pieno di commenti violenti contro di lui. I toni sono di questo genere:
- How poetically ironic that he stole your personal information, and you learned more about him than he did about you.
- Cant stop laughing: “I noticed that he often bought call credits. I realized that this was because I used his mobile data” xD
- Well done Anthony, actually it’s a serious short film to learn from.we’re living in the era of no privacy since every device is connected to internet
- Brilliant concept and fascinating to watch. I was initially taken back when you started feeling sorry for the thief. However, I can see how viewing candid snippets of a persons life through the phone could humanize them and elicit sympathy. I was glad you shared that after seeing the man face to face that you realized your feelings were based on a one sided relationship. Excellent film that really makes you think. Thank you!
- Wow, this is more than just another Youtube video. Way more sophisticated than I expected. There’s storytelling, suspense, a moral conflict… To me, this is a very singular piece of art. Great work, man. Greetings from Spain.
Vogliamo vedere i toni sotto a dei video italiani con le borseggiatrici?
- Quanto vorrei sentire le loro mani che provano ad entrare nella mia borsa ! Il resto diventerebbe storia!
- A Napoli li mettiamo nei cassonetti della spazzatura e loro casa
- date la libertà d’azione alle forze dell ordine come negli anni 80 poi vedrete le mani delle borseggiatrici che fine faranno
- Una trappola per topi quelle a elle…ad angolo…in borsa…..poi quando ritrae la mano insanguinata..fare la faccia di cos’è successo o poverina cosa ti sei fatta..e come hai fatto?chi io? Ma scherzi sono contro la violenza io …
- Perché non gli spruzzate in faccia una bella dose di spray al peperoncino tutti i giorni , ogni volta che mettono mano alle borse degli altri…..prima o poi perderanno gli occhi o magari gli passerà la voglia.
- Io saprei come fargli passare la voglia di rubare, ma purtroppo non si può fare
- Leggenda narra che dopo 4 calci in pancia e 2 in faccia non esercitino più tale professione. Ovviamente per tutelare la vostra privacy, il tutto deve essere fatto dietro un angolo e senza chiamare le forze dell’ordine
- Lo so io come farle smettere dal ridere ormai in italia sembra che la gente sia rassegnata un grazie a i soliti buonisti
Questi toni sono il problema, e sia chiaro io come gli indignati vorrei che non ci fossero le borseggiatrici in metro a Milano o sui bus a Bologna o in qualsiasi altro luogo. Come vorrei che certi soggetti non parcheggiassero sulle strisce pedonali, o in doppia fila bloccando bus o ambulanza, o che altri ancora la smettessero di evadere le tasse. Ma questo non mi autorizza a sbeffegiarli pubblicamente o a pubblicarne immagini riconoscibili in rete. Quei video vanno fatti per girarli alle autorità e sta alle autorità risolvere il problema. Purtroppo siamo tutti consci che la risoluzione è meno facile di quanto si possa immaginare e che grazie a depenalizzazioni varie prima di mandare in galera chi borseggia ci vogliono svariate condanne, ma nemmeno questo ci autorizza a comportamenti che violino la legge.
La diffusione dei video di cui sopra oltretutto porta il rischio che sempre più persone si sentano in diritto di farli e diffonderli, col rischio che poi si ritrovino a dover pagare danni penali alle stesse borseggiatrici che potrebbero denunciare la cosa – e che, vista la legge in vigore, è probabile che vincerebbero la causa. Diverso è il discorso dell’arresto cittadino, regolamento dall’art. 383 del Codice di procedura penale che riporta:
1. Nei casi previsti dall’articolo 380 ogni persona(1) è autorizzata a procedere all’arresto in flagranza, quando si tratta di delitti perseguibili di ufficio.
2. La persona che ha eseguito l’arresto deve senza ritardo consegnare l’arrestato e le cose costituenti il corpo del reato [253 2] alla polizia giudiziaria la quale redige il verbale [357] della consegna e ne rilascia copia.
Sarebbe bello vedere da parte dei giornalisti maggiore attenzione a come pubblicano le notizie, e invece siamo sempre da capo: tifosi, che sbraitano, con la bava alla bocca perché vinca sempre la squadra, scusate, il partito del cuore.
redazione at butac punto it
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