Elezioni: una battaglia a colpi di disinformazione

In questi giorni pre-elezioni, come vi abbiamo anticipato lunedì, cerchiamo di riportarvi un po’ di informazioni su come funziona la disinformazione collegata alle elezioni. Lo facciamo non solo perché riteniamo sia interessante, ma anche perché lo stesso modus operandi che vediamo nelle elezioni europee lo si è visto anche nelle elezioni nazionali, regionali e provinciali sparse per il territorio.

Imparare a (ri)conoscere determinate tecniche disinformative crediamo sia una delle doti più importanti in quest’epoca di information disorder. Per fare questo sfruttiamo le risorse della piattaforma EUvsDISINFO che ha dedicato alla materia svariati articoli nel corso del mese di maggio.

Attaccare i leader

Tra le tante tecniche disinformative messe in campo in queste elezioni, una di grande successo mira a denigrare i leader dell’Unione Europea senza mai fare diretto riferimento a termini come “elezioni” o “democrazia”.

La campagna cominciata mesi fa usa una questa strategia molto sottile, evitando di usare termini collegati alle elezioni cerca di celare il vero fulcro della campagna denigratoria. Ovviamente l’obiettivo di tale campagna denigratoria sono quei leder europei che sostengono al massimo l’Unione, due sopra tutti: Macron e von der Leyen.

L’attacco a Macron e famiglia

Il presidente francese Emmanuel Macron e la sua famiglia sono stati bersagliati da campagne diffamatorie intense, specialmente dopo le sue dichiarazioni contro la Russia riguardo alla guerra in Ucraina. Le storie inventate sul conto della moglie di Macron, Brigitte, descritta come un “trans pervertito”, sono solo uno dei tanti esempi di come la disinformazione venga utilizzata per colpire la reputazione personale e politica. Inoltre, la rappresentazione delle forze armate francesi con immagini umilianti, come soldati con stivali rosa, mira a minare la credibilità della Francia come potenza militare.

Gli attacchi a von der Leyen e Josep Borrell

Anche Ursula von der Leyen e Josep Borrell sono spesso bersagli di queste campagne. Von der Leyen è accusata di finanziare una guerra per procura in Ucraina, mentre frasi mai realmente pronunciate sono state messe in bocca a Borrell. Questa disinformazione fa presa grazie alla tattica definita Doppelganger, quando vengono diffusi screenshot che sembrano venire da testate autorevoli e/o note quando in realtà si tratta di materiale creato ad hoc dai disinformatori. Grazie a questi screenshot informazioni confezionate si diffondono in rete, specie su canali Telegram e WhatsApp, ammantate dell’autorevolezza data dal nome della testata, che in realtà quel contenuto però non l’ha mai pubblicato. Questi attacchi generalmente mirano a minare la credibilità dei leader e a creare divisioni all’interno dell’UE.

Zelensky è il bersaglio principale degli attacchi ad personam

Ovviamente il presidente ucraino, pur non guidando un Paese dell’Unione, è il bersaglio preferito di queste campagne discriminatorie. Il pubblico populista deve odiarlo il più possibile, pertanto, per chi guida queste campagne di disinformazione, è importantissimo renderlo inviso alle legioni di potenziali elettori europei.

Zelensky è accusato di ogni nefandezza possibile, un po’ come i comunisti che mangiavano i bambini nell’Italia degli anni Sessanta, a dimostrazione che non stiamo parlando di nulla di veramente nuovo. Quello che è “nuovo” è il tramite – internet – il pubblico che riesce a raggiungere e la velocità con cui questa campagna denigratoria riesce a diffondersi. Spesso così veloce che risulta inutile anche solo provare a fare fact-checking: nel mentre verifichiamo una notizia ne è già uscita una nuova, che fa altri danni.

Sarebbe importantissimo cominciare a insegnare a riconoscere queste tattiche e promuovere una cultura dell’informazione basata sui fatti e sulla verifica delle fonti. Sperando di avervi dato materiale sul quale riflettere, ci vediamo alla prossima puntata di questo speciale dedicato alla disinformazione pre-elezioni.

maicolengel at butac punto it

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