L’educazione sessuale e la “teoria gender”

Nel 2023 siamo ancora qui a spiegare che la "teoria" gender non esiste, e che chi parla dell'educazione all'affettività in questi termini sta facendo propaganda, e non informazione

maicolengel butac 27 Nov 2023
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Che nostalgia, erano anni che non vedevamo così tante segnalazioni che riguardano la fantomatica “teoria gender”, e invece in pochi giorni – probabilmente a seguito degli ultimi drammatici fatti di cronaca e all’acceso dibattito che ne è scaturito all’interno dell’opinione pubblica – siete in tanti ad averci inviato link e messaggi sul tema.

Sì, perché non appena torna alla ribalta delle cronache una delle proposte legate alle lezioni sull’affettività da portare a scuola, anche i contrari a questo genere di dialogo coi ragazzi tornano subito all’attacco. Ad esempio Maurizio Belpietro, dal suo scranno di direttore de La Verità, il 23 novembre 2023 ha pubblicato un articolo dal titolo:

L’educazione sessuale è utile solo a portare in classe la teoria gender…

Ma che cosa è questa “teoria gender”?

Su BUTAC ne abbiamo parlato fin dalla nostra nascita, con articoli che risalgono a dieci anni fa, a dimostrazione che chi parla di queste tematiche in termini di “teoria gender” è interessato solo a polarizzare (e spesso radicalizzare) il proprio pubblico, e non a informarlo: dopo così tanto tempo, portare ancora avanti questa narrazione basata sul nulla è un chiaro sintomo di quanto certe bolle siano impermeabili a qualsiasi informazione contrasti con le convinzioni che vi circolano all’interno. Ma invece che autocitarci, visto che non siamo certo stati gli unici a parlarne negli ultimi anni, preferiamo usare Il Post, che nel 2015 spiegava:

La “teoria del genere” è già oggetto di critiche da parte di vescovi, associazioni cattoliche e movimenti conservatori di tutto il mondo, soprattutto a seguito di una serie di progetti che, secondo questi stessi detrattori, sarebbero un modo di introdurne l’insegnamento nelle scuole: sostengono sia successo in Francia ma anche in Italia, dove i governi Monti e Letta hanno promosso la diffusione nelle scuole primarie e secondarie dei volumi “Educare alla diver­sità a scuola” e dove un’associazione ha realizzato in 16 istituti di Roma un corso di formazione (autorizzato dal Comune) a oltre 200 insegnanti di scuole dell’infanzia e asili nido contro gli stereotipi di genere.

E ancora:

non esiste, innanzitutto, alcuna “teoria del genere” o “ideologia di genere”. Queste espressioni sono in sostanza delle invenzioni e delle costruzioni che pretendono di unire sotto un unico ombrello studi, ricerche e rivendicazioni di diritti da parte della comunità LGBTI, ma non solo, spesso travisandoli.

Purtroppo i disinformatori che cercano di spacciare l’educazione sessuale nelle scuole come sistema per introdurre questa fantomatica teoria gender sono tanti, ognuno con il suo mulino a cui cercare di tirare acqua a scapito di chi dell’educazione sessuale e affettiva avrebbe davvero bisogno, cioè i ragazzi. Gente che probabilmente sarebbe stata la prima ad aver bisogno di questo tipo di formazione e invece ha compensato questa mancanza passando gli anni di scuola a fare il bulletto: si vede da come si atteggiano ora nei loro profili social.

BUTAC è stato tra i primi siti di fact-checking italiani a cercare di contrastare questo genere di disinformazione, perché riteniamo sia grave, specie in un Paese come il nostro così legato ai “valori del passato”, anche quelli più negativi.

redazione at butac punto it

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