Fauci, la pandemia e il nuovo (inesistente) virus

La pandemia non allarma più, ma chi ha basato le sue attività degli ultimi anni sulla confusione riguardo al virus e l'allarmismo nei confronti del vaccino pensa già al prossimo virus

Su svariati canali social e su alcune testate legate alle realtà populiste e complottiste stanno circolando da giorni articoli, video e post che riguardano delle dichiarazioni rilasciate da Anthony Fauci in occasione di alcuni eventi in cui è stato ospite qui in Italia. Ad esempio su Radio Radio leggiamo questo titolo:

Gates e Fauci annunciano il nuovo virus ▷ Borgonovo: “Fa pensare che la pandemia sia stata indotta”

Nel video di Radio Radio viene ripresa questa frase di Borgonovo:

Io quando sento gente come Fauci, gente come Gates, sentirli parlare di prossime pandemie, a me viene in mente che questi hanno già in mente un nuovo strumento. A me è sembrata una pandemia decisamente indotta da tanti punti di vista. Sicuramente il virus esisteva e sappiamo più o meno anche come è originato. Se scegli a un certo momento di concentrarti solo su una malattia, di trascurare tutte le altre, di rinchiudere la popolazione, di scatenare il terrore per un virus che all’inizio era in un modo, poi dopo è diventato in un altro modo, forse si poteva decisamente fare a meno di tutto l’apparato sanitario che è stato schierato. Allora a me viene in mente che forse la prossima pandemia la crei tu a tavolino…

Se sentendo parlare Fauci (o Gates) aveste il dubbio che la pandemia sia stata indotta a noi dispiace, perché è evidente che negli ultimi vent’anni non avete prestato ascolto ai segnali d’allarme che venivano lanciati da medici e ricercatori, segnali basati sul fatto che da troppi anni non arrivava una pandemia di quelle grosse, di quelle che lasciano il segno sulla popolazione mondiale.

Tutte cose di cui qui su BUTAC abbiamo già parlato in passato, a partire proprio da febbraio 2020, visto che è dall’inizio della pandemia che viene condivisa disinformazione atta a manipolare i fatti.

Fauci ha tenuto alcune conferenze nel nostro Paese, ripetendo un testo che sta portando in giro per il mondo da inizio anno. Il 20 giugno era all’Accademia dei Lincei dove ha appunto ripetuto questa presentazione, le dieci lezioni che secondo lui dobbiamo (dovremmo) aver imparato dalla pandemia di COVID-19. Cerchiamo di riassumerle per voi, ma le potete ascoltare con le vostre orecchie nel video dell’Accademia dei Lincei nella loro interezza, slide incluse:

  1. Aspettati l’inaspettato quando si tratta di pandemie, perché ogni pandemia è diversa.
  2. Agisci in modo rapido e precoce con interventi e contromisure di sanità pubblica quando si affronta un virus con potenziale pandemico.
  3. La condivisione e la collaborazione globale delle informazioni sono essenziali per tutto, dalla sorveglianza dei dati, ai campioni dei pazienti, ai dati genomici e così via.
  4. Si dovrebbe utilizzare l’infrastruttura esistente per le sperimentazioni cliniche.
  5. I progressi scientifici precedenti hanno permesso lo sviluppo rapido di contromisure.
  6. Adottare un approccio basato su un patogeno prototipo, cioè basarsi sull’esperienza precedente all’interno di una famiglia di virus.
  7. È necessaria una maggiore attenzione all’interfaccia tra uomo e animale, poiché circa il 75% dei virus sono zoonotici, cioè emergono dagli animali a causa di interazioni sbilanciate con la natura.
  8. Le disuguaglianze sistemiche e sociali nella salute determinano le disparità nelle pandemie, poiché alcuni gruppi hanno un’incidenza maggiore di malattie infettive a causa delle loro condizioni di vita e di lavoro.
  9. La disinformazione è nemica del controllo delle pandemie, poiché le bugie anti-vaccino si sono diffuse ampiamente in relazione alla pandemia di COVID-19.
  10. Non è finita finché non è finita, poiché è impossibile prevedere il futuro del virus COVID-19, ma è estremamente improbabile che gli scienziati possano eliminarlo.

È vero che la pandemia non è completamente terminata e occorre rimanere vigili, come Fauci ha sottolineato nel suo discorso ai Lincei. Nonostante i progressi fatti nel controllo dei contagi e l’efficacia delle misure di intervento, il virus SARS-CoV-2 non è stato completamente eradicato e continuiamo a monitorare l’evoluzione della situazione attraverso fonti affidabili come la dashboard dell’OMS.

In contrasto, articoli come quello di Radio Radio che si basano su affermazioni sensazionalistiche od opinioni, senza fornire fonti o prove concrete, devono essere trattati con cautela. È fondamentale riconoscere la differenza tra giornalisti senza background scientifico o fonti poco affidabili, ed esperti del settore che offrono evidenze basate sulla ricerca scientifica.

In conclusione, è importante fare affidamento su fonti autorevoli e verificabili per arrivare a una comprensione accurata degli eventi, specialmente quando si tratta di questioni di salute pubblica come la pandemia di COVID-19. Consultare esperti nel campo e fonti come l’OMS ci aiuta a prendere decisioni informate e combattere la diffusione di teorie complottiste o notizie fuorvianti. 

Dal 2014 BUTAC beneficia della presenza di un medico in redazione, il dottor Pietro Arina, e dal 2017 collabora con la Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri al progetto Dottore ma è vero che?. Questo impegno ha lo scopo di diffondere corretta informazione su questioni mediche, un campo in cui la disinformazione può causare rischi letali per coloro che ne sono vittime.

Non crediamo di dover aggiungere altro.

maicolengel at butac punto it

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