Cime tempestose e fotovoltaico in Francia
Un post che ci racconta dell'ennesimo scempio naturalistico compiuto dalle risorse rinnovabili
ARTICOLO AGGIORNATO IL 23/11/24
Come ci è stato fatto notare, oltre alle cose che segnalavamo qui sotto ce ne è un’altra macroscopica di cui non c’eravamo accorti prendendo per buoni i dati di Le Monde, riportiamo da un commento:
44 GW di potenza da fotovoltaico sono “tantini” per un singolo impianto ….
E da un altro:
48 GW sono una mostruositá. Hanno sbagliato unitá di misura: al momento attuale qull’impianto produce 34 MW, oltre mille volte di meno ( https://www.power-technology.com/data-insights/power-plant-profile-les-mees-solar-park-france/ ). Il fatto che l’errore di scala non sia balzato agli occhi del giornalista che ha scritto quel pezzo mi fa dubitare della correttezza di tutto il resto (oltre che del percorso scolastico dell’autore).
Che sono poi i numeri che più o meno vengono citati nell’altra fonte usata, ovvero Reuters.
Ci è stato segnalato un post del 19 novembre condiviso dall’account Facebook Foodiverso, un post che vedete qui sopra ma di cui vi riporto il testo:
CIME TEMPESTOSE
L’incredibile scempio del panorama alpino francese.
La deforestazione a favore del fotovoltaico ha raggiunto anche la Francia. In cima alle colline di L’Epine, ai margini del massiccio delle Baronnies provençales (Alte Alpi, Francia sud-orientale) sono stati eliminati 63 ettari di pini e querce per fare posto a vaste distese di pannelli solari.
Christian Marchal, che lavora come ortolano a pochi chilometri di distanza, trova questo paesaggio raso al suolo “commovente”: “Guardate queste piccole querce che stanno cercando di ricrescere, nonostante la siccità e l’ondata di calore. Ci vuole perseveranza per spazzare via una foresta”, ha detto l’attivista, che sta conducendo una campagna contro l’installazione di parchi solari in aree selvagge.”#fotovoltaico #paesaggio
Fonte: https://www.reuters.com/…/solar-france-idJPRTR4VM6Z/
https://www.lemonde.fr/…/in-the-southern-alps-solar…
Il post mostra la foto che vedete qui sopra, molto spettacolare e sicuramente impressionante: una distesa di pannelli fotovoltaici e, sullo sfondo, le montagne. Confermiamo che l’immagine viene dalla Francia, come correttamente riportato dalle fonti del post. Ci sono però alcune cose che vanno dette, bastava leggere le fonti e magari farsi un giro su Google Maps.
Facciamo chiarezza
L’immagine è vera ma i fatti narrati risalgono al 2015, quando quei pannelli sono stati installati, farci un post come se le cose fossero successe ieri è abbastanza ingenuo. L’articolo di Le Monde, pur parlando della stessa situazione, risale al 2022, ed è un articolo che riporta le parole di ambientalisti a cui non piace questa distesa di pannelli fotovoltaici. Distesa che, secondo quanto riporta Le Monde, dal 2022 è destinata ad essere ampliata fino al 2028, data in cui, secondo Le Monde dovrebbe arrivare a generare 44 GW rispetto ai 14 che erogava appunto nel 2022.
Ma come abbiamo riportato nell’aggiornamento in testa all’articolo sono numeri campati per aria, è sbagliata l’unità di misura, presa probabilmente dalle dichiarazioni dello stesso ambientalista che viene sfruttato per sostenere la tesi del disboscamento, tesi che in parte smontiamo con le foto qui di seguito.
Guardiamo insieme le immagini satellitari dell’area che sarebbe stata disboscata:
Io spero che il confronto qui sopra vi permetta di rendervi conto che la maggior parte delle aree che ora sono pannelli fotovoltaici nel 2004 non erano boschi ricchi di alberi, bensì campi, coltivati o meno, terreni che dal satellite appaiono giallini. Solo piccole aree che ora sono coperte di pannelli erano verdi, ovvero alberate.
Dare a intendere che fossero tutti boschi e che in poco tempo siano diventati una distesa di pannelli è sbagliato, sostenere fosse una zona “selvaggia” e incontaminata pure. Sia chiaro, questo non significa che sia sbagliato voler difendere la natura (o qualsiasi causa riteniamo valga la pena), ma come diciamo spesso anche in questi casi le cose andrebbero raccontate nella maniera più completa possibile, cosa che il post di Foodiverso non fa (e nemmeno l’articolo di Le Monde, se è per questo).
redazione at butac punto it
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