Gates, l’IA e la censura in tempo reale
Il 15 settembre 2024 su La Verità è uscito un articolo dal titolo:
Gates vuole la censura in tempo reale
L’articolo porta la firma di Matteo Lorenzi e parte dalle stesse identiche dichiarazioni rilasciate da Gates nell’intervista a CNBC Make It di cui abbiamo parlato in altro articolo questa mattina.
La frase che Lorenzi prende come riferimento per il proprio articolo è questa:
Even the US should have rules, and then, if you have rules, you know, what is it? Is there some AI that encodes those rules, because you have billions of activities and, you know, if you catch it a day later, the harm is done.
E non vuol minimamente dire quanto La Verità sostiene nel suo titolo. Sarebbe bastato ascoltare il minuto e 39 secondi da cui è tratta la frase (per il video, la trascrizione completa e la sua traduzione vi rimandiamo al link dell’articolo di questa mattina che trovate qua sopra) per rendersi conto dei fatti, ma i fatti non interessano più a nessuno. Tanto nessuno verifica se le cose che vengono scritte corrispondano o meno al vero. Ma i fatti non sono quelli riportati, Gates se la ride quando parla dell’IA in quella frase, in un tono ironico e quasi di sfida che ci fa capire chiaramente che la sua è una critica, conscio che anche un intervento dell’intelligenza artificiale sarebbe inutile, perché ogni giorno vengono condivise miliardi di informazioni e, qualsiasi strumento venga messo in campo per contrastarne la circolazione, basta che arrivi a verificarle con qualche ora di ritardo che il danno è fatto, come dicevamo nell’articolo di stamattina. Perché, come insegna la vecchia teoria della montagna di merda, basta che un’informazione errata circoli per pochissimo e diventerà praticamente impossibile correggerla nella testa di chi l’ha creduta vera.
Gates questa lezione la conosce benissimo, e in quel minuto e 39 secondi non dice affatto che vuole l’IA a censurare la rete, ma che sperava che l’umanità stessa fosse in grado di chiedere e pretendere i fatti, e non informazione scarsamente verificata, come quella che il giornale ossimoro spaccia da quando ha dato il via alle rotative.
Purtroppo chi legge testate così non cerca di informarsi ulteriormente, si fida di quanto ha letto, e si convince di una narrazione fuorviante basata su una frase estrapolata da un discorso più ampio. Questo sistema di fare informazione andrebbe sanzionato dall’Ordine dei Giornalisti, ma come ben sappiamo gli Ordini non sono lì per tutelare i lettori, bensì i giornalisti stessi.
redazione at butac punto it
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