I morti in italia nel 2020


 
Aggiornamento 11 aprile.
L’ISTAT ha aggiornato i dati relativi ai decessi il 9 aprile e come promesso vi presentiamo alcuni dati più recenti. Il nuovo aggiornamento ora comprende 1450 comuni contro i 1084 della volta scorsa e si estendono ora fino al 28 marzo, una settimana di dati in più.
Viene precisato che:

I comuni che rispondono a tali criteri e di cui si diffondono i dati sono 1.450. Di questi comuni
fanno parte i 1.084 diffusi la scorsa settimana, alcuni dei quali possono aver perso, a seguito
del presente aggiornamento, il requisito della variazione pari ad almeno il 20% nel confronto
con il periodo 1-28 marzo 2019. Li si è comunque presi in considerazione al fine di dare
continuità al monitoraggio dell’insieme dei comuni selezionati. Alcuni valori sono stati rivisti
anche per le prime tre settimane a causa di integrazioni trasmesse in ritardo.

In parole povere ci sono tutti i comuni della volta scorsa anche se alcuni non rientrano nella variazione percentuale usato come criterio iniziale e alcuni numeri sono cambiati fino al 21 marzo perché sono arrivati dati più precisi.

Per quanto riguarda il dato globale dal 1 gennaio al 28 marzo:

  • 2015: 50910
  • 2016: 45232
  • 2017: 51484
  • 2018: 49677
  • 2019: 49678
  • 2020: 62555

La volta scorsa il divario più ampio rispetto a un anno precedente era di 9833 decessi e rispetto alla media dei 5 anni era di 6872, dai nuovi dati vediamo che lo scostamento massimo è di 17323 e rispetto alla media (49396) sono 13159. Ribadiamo ancora che questi dati includono tutti i decessi registrati. Come prevedibile l’inclusione della ulteriore settimana di marzo, dove sappiamo bene che il contagio non aveva rallentato un granché, rende più evidente l’incremento complessivo dei decessi.
Vediamo cosa è cambiato per i comuni scelti la volta scorsa (questi numeri sono i decessi tra il 1 marzo e 28 marzo) :

  • Bergamo: anno 2019 123 morti, anno 2020 597 morti.
  • Codogno: anno 2019 19 morti, anno 2020 107 morti.
  • Brescia: anno 2019 177 morti, anno 2020 460 morti.
  • Gorle (BG): anno 2019 3 morto, anno 2020 31 morti.
  • Castiglione D’adda (LO): anno 2019 4 morti, anno 2020 48 morti.
  • Alzano Lombardo (BG): anno 2019 9 morti, anno 2020 104 morti

Il peggioramento rispetto ai dati di dieci giorni fa è sensibile e conferma il trend visto finora. Dalla prossima volta prenderemo in considerazione altri comuni di altre aree per avere un panorama più ampio. Ovviamente ci sono i link per potervi guardare tutti i dati se volete.
Siamo ancora lontani da avere dati conclusivi e speriamo che nel prossimo aggiornamento l’incremento di comuni coperti sia maggiore per poter avere un dato più ampio. Alla prossima.

Di seguito trovate l’articolo originale.

Il ciclo delle notizie è chiaramente monopolizzato dalla pandemia, e nuovo argomento di dibattito è il numero dei morti per via del nuovo coronavirus. A parte il legittimo dibattito sul metodo di conteggio dei morti causati direttamente o indirettamente dal virus, sembra che non ci sia modo di evitare che alcuni partano con campagne a suon di post e condivisioni, sostenendo che i morti siano molti di meno o molti di più.

L’Istat ha pubblicato il 1° aprile una serie di dati parziali sui decessi in Italia che possono essere molto utili, ma partiamo subito con alcune considerazioni:

  • I dati si riferiscono a tutti i decessi, non sono solo quelli per COVID-19.
  • I dati diffusi sono parziali, si riferiscono a 1084 comuni sui 5866 che fanno parte del sistema ANPR (Anagrafe Nazionale della Popolazione Residente).
  • I comuni che fanno parte dell’ANPR sono circa il 75% dei comuni italiani.
  • I dati si riferiscono solo ai comuni “verificati”, cioè i comuni con un numero di decessi che, nel periodo 1° gennaio-21 marzo 2020, è risultato superiore o uguale a 10 unità e che nel mese di marzo del 2020 hanno presentato, rispetto alla corrispondente media del quinquennio 2015-2019, un incremento della mortalità pari ad almeno il 20%.

Qui trovate la nota esplicativa dell’ISTAT. Ovviamente questi dati verranno aggiornati appena l’Istituto avrà raccolto e verificato gli altri comuni.

Cosa ci dicono quindi i dati finora? Essendo dati parziali bisogna stare attenti a trarre conclusioni, anche perché il contagio non è omogeneo sul territorio italiano. Aggiorneremo anche noi di volta in volta questo articolo per tenervi aggiornati sui dati.

Dato globale

Il dato più semplice si ricava confrontando i totali degli anni che vanno dal 2015 al 2020 dal 1° gennaio al 21 marzo. Il file lo trovate qui.

  • 2015: 34339
  • 2016: 30411
  • 2017: 35018
  • 2018: 33520
  • 2019: 33575
  • 2020: 40244

La media quindi dei comuni finora verificati dal 2015 al 2019 è di 33372. Il totale del 2020 mostra un aumento importante. Come si può vedere il totale può avere variazioni notevoli, basta vedere la differenza tra il 2016 e il 2017 che è infatti poco meno della differenza tra il 2017 e il 2020. Questo significa che con dati parziali non si possono trarre conclusioni definitive, ma la tendenza è evidente. Nella nota linkata sopra viene fatta presente una cosa molto importante per la valutazione dei dati raccolti:

L’incremento della mortalità complessiva osservato nel mese di marzo rappresenta una brusca inversione di tendenza dell’andamento della mortalità giornaliera dei mesi di gennaio e febbraio 2020. Nei primi due mesi del nuovo anno, infatti, i decessi erano stati inferiori al numero medio osservato nello stesso periodo nel 2015-2019. Un fenomeno che può ritenersi attribuibile al ridotto impatto nei primi due mesi dell’anno dei fattori di rischio stagionali (condizioni climatiche ed epidemie influenzali). Ciò spiega come mai, se si considera il complesso dei decessi dal primo gennaio al 21 marzo 2020, in diversi comuni
non si ravvisa un aumento, ma piuttosto una diminuzione del numero dei morti, rispetto al dato medio dello stesso periodo degli anni 2015-2019.

Nel mese di marzo quindi è concentrato l’aumento rispetto agli anni precedenti, dando supporto alla tesi che l’incremento sia da attribuire all’infezione da coronavirus esplosa a cavallo tra febbraio e marzo 2020.

Dati specifici

Quello che però può essere molto utile e molto più esplicito al momento sono i dati dei singoli comuni, dove in alcuni casi l’aumento è straordinario. I dati li potete trovare qui, questi dati si riferiscono solo ai morti dal 1 al 21 di marzo. Il file non è perfetto dato che la variazione percentuale non è segnata correttamente per tutti i comuni, ma se andiamo a considerare le “zone rosse” la differenza è importante:

  • Bergamo: anno 2019 101 morti, anno 2020 398 morti.
  • Codogno: anno 2019 15 morti, anno 2020 87 morti.
  • Brescia: anno 2019 134 morti, anno 2020 281 morti.

Ci sono anche comuni dove nell’anno 2019 si sono viste pochissime morti e nel 2020 numeri completamente diversi. Prendiamo come esempio sempre le aree che sappiamo più colpite:

  • Gorle (BG): anno 2019 1 morto, anno 2020 23 morti.
  • Castiglione D’adda (LO): anno 2019 3 morti, anno 2020 43 morti.
  • Alzano Lombardo (BG): anno 2019 8 morti, anno 2020 83 morti

Guardando i dati dei comuni in provincia di Bergamo, Cremona, Brescia e Lodi possiamo capire perché gli ospedali abbiano avuto difficoltà, alcuni incrementi percentuali sono enormi. Bisogna anche tenere presente che mancano gli ultimi dieci giorni di marzo, perciò la situazione reale è con tutta probabilità ancora più grave.

Conclusione?

Al momento quello che possiamo dire con certezza è che l’incremento dei decessi nelle zone più colpite è notevole: i dati verificati dimostrano che c’è stato un numero anomalo di decessi rispetto all’anno scorso, e il fatto che l”aumento sia concentrato nel mese di marzo non può essere stato che a causa dell’epidemia dovuta al coronavirus. Ovviamente servono più dati, e più specifici, e l’ISTAT li fornirà sicuramente.

Appena verranno pubblicati aggiornamenti ufficiali li analizzeremo per darvi informazioni più precise

Ricordatevi di amare col cuore, ma per tutto il resto di usare la testa.

neilperri @ butac.it

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