La post-verità e il plasma iperimmune

Parliamo ancora di De Donno e della sua terapia...

Sul canale Telegram di Matteo Gracis è apparso il 5 aprile un post, che rimanda a un video pubblicato sempre il 5 aprile. Titolo del video:

Il grande scandalo del plasma iperimmune e del Dott. De Donno

Il video si apre citando Radio Radio che titolava:

Ora “lo dice la scienza”: Il Prof. De Donno riabilitato da studio scientifico americano, smentiti AIFA e ISS

Come abbiamo riportato qualche giorno fa sono bugie, sia quelle di Radio Radio che quelle di Gracis, bugie raccontate in piena faccia a un pubblico che sia Occhioni azzurri che i radioradiocronisti sanno che mai andrà a verificare. Bugie raccontate così bene che chi li segue si convincerà che le cose stiano come le raccontano loro, e purtroppo in mancanza di un’autorità di controllo che sanzioni chi pubblica sciocchezze pericolose, nel nostro Paese chiunque può sostenere bugie di questo genere.

Gracis e Radio Radio seguono qusta narrazione perché così convincono ancora di più i propri utenti dell’idea che fossero nel giusto anche nel 2020, quando difendevano a spada tratta la cura De Donno. Anche all’epoca riportavano le informazioni al riguardo non usando come fonti siti di medicina, ma siti di informazione come Affari Italiani, che guarda caso anche a questo giro ha titolato:

De Donno demonizzato, ma la sua cura funzionava: la conferma dallo studio Usa

Non stiamo a ripetere quanto scritto due giorni fa, lo studio appena pubblicato non ha dimostrato in alcuna maniera che quanto ipotizzava De Donno fosse corretto, anzi, come dimostrato da svariati studi dal 2020 ad oggi l’uso del plasma iperimmune nei pazienti già ospedalizzati con gravi insufficienze respiratorie non porta alcun beneficio. Ed era questo che ipotizzava De Donno, che il plasma iperimmune potesse ridurre il rischio di aggravarsi in quei pazienti. Anche perché somministrare plasma iperimmune in pazienti non ospedalizzati comporta molte problematiche. Peccato che le ricerche abbiano dimostrato che la terapia De Donno non funzionasse, mentre questa potrebbe avere qualche beneficio.

Ma allora perché Gracis, Affari Italiani Radio Radio e tutti gli altri hanno subito cavalcato la notizia? Beh, qualcuno probabilmente l’ha fatto perché di medicina non capisce un tubo e a fatica legge i titoli, ma siccome si parla di plasma iperimmune, e anche De Donno parlava della stessa cosa, allora significa che De Donno aveva ragione. Altri lo fanno per consolidare nei propri utenti l’idea che le informazioni che passano loro sono sempre corrette, che possono continuare a fidarsi in maniera acritica di qualsiasi cosa dicano.

Purtroppo è così che quelle che sono bugie, a furia di essere ripetute da questi soggetti, diventano per coloro che li seguono l’unica e assoluta Verità. Così è stato con la terapia Di Bella, così sarà con quella De Donno. E tra dieci anni, quando ci si ricorderà della pandemia, state tranquilli: ci sarà qualcuno che dirà che lui segue uno che già all’epoca diceva che il plasma avrebbe salvato tutti, ma il cattivo governo aveva scelto di non ascoltarlo causando quelle centinaia di migliaia di morti che avremmo potuto evitare… se solo avessimo ascoltato la fonte giusta, il guru infallibile…

Questa è la post-verità, come riporta Treccani:

Argomentazione, caratterizzata da un forte appello all’emotività, che basandosi su credenze diffuse e non su fatti verificati tende a essere accettata come veritiera, influenzando l’opinione pubblica.

E difatti, se leggete i commenti di chi difende la terapia di De Donno e continua a sostenere le bugie di Gracis e compagnia cantante, troverete molti esempi di quell’appello all’emotività. Questi sono alcuni dei commenti al nostro articolo di qualche giorno fa. Qui sfruttano un’altra “post-verità”, quella dei NAS che avrebbero perquisito la casa di De Donno:

A me tremano le gambe nel vedere che a casa di un medico che si è dato da fare per curare perfezionando la terapia del plasma (già esistente) per curare del covid invece di aiutare quel medico gli sia stato mandato a casa i NAS per demonizzare e umiliare quel medico. Questo fa capire in che razza di repubblica viviamo e da chi e gestita. Questo mi fa tremare le gambe.

I NAS in realtà erano stati a fare una visita all’ospedale, visita al cui riguardo lo stesso De Donno affermò di non sapere per cosa fosse e cosa stessero cercando – e visto che la visita non portò ad alcun intervento contro De Donno è probabile che la sua terapia non avesse nulla a che vedere con quella visita.

E ancora, qui il commentatore insisteva nel chiederci se sapessimo chi è Vittoria:

Vittoria è una bambina che se fosse per gente come te non sarebbe mai nata. L’infamia sta nel fatto che lui salvava delle vite mentre ancora si vuole screditare il suo lavoro. In quel periodo non c’era nessuna cura e le persone morivano. Ma non importa sapere che c’è chi può dire il contrario non è importante…

La mamma di Vittoria, incinta al sesto mese, aveva il COVID-19, e dopo due sacche di plasma iperimmune (e dieci giorni di febbre a 39°) è guarita, inutile stare a spiegare che è possibile che sarebbe guarita anche senza, e che una cura non ti fa stare dieci giorni con la febbre a 39°.

E potrei andare avanti a lungo nel mostrarvi come la maggior parte delle persone che hanno abbracciato la narrazione che la terapia De Donno fosse una valida cura, o che cercano di raccogliere proseliti, usano post ad alta carica emozionale. E hanno successo, perché è proprio così che si fa. Guardate la chiusura del video di Gracis, tutta in maiuscolo, bianco su nero, con domande che parlano alle pance:

Le risposte sono abbastanza facili:

  • Non si sarebbe potuta salvare nessuna vita, visto che come hanno dimostrato gli studi successivi questa presunta terapia non porta alcun beneficio a pazienti ospedalizzati con gravi problemi respiratori.
  • Le responsabilità sono dei Gracis, dei Duranti e della compagnia cantante che hanno dato a intendere che ci fosse una cura.
  • Eh sarebbe bello che si potesse far giustizia punendo tutti coloro che disinformano! Ma non credo Gracis avesse in mente di autodenunciarsi.

Non credo serva aggiungere altro, purtroppo a furia di post-verità i racconti della pandemia tra qualche anno saranno un’accozzaglia di fuffa al quadrato. Io ammetto che spero di essermi ritirato su un’isola, e che i social network abbiano tutti chiuso i battenti.

Quello che però continuo a ribadire è che se tutti coloro che hanno avuto parenti che, seguendo i disinformatori seriali, ci hanno lasciato le penne intentassero una class action contro questi “divulgatori” forse le cose potrebbero cambiare.

Un’ultima cosa che mi fa sorridere è che Gracis condivida La Verità, giornale di gente che quelli come Matteo, che invocano la liberalizzazione della cannabis, li metterebbero volentieri tutti in galera…

maicolengel at butac punto it

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