La favolina giapponese della studentessa sola sul treno

STUDENTESSAGIAPPONESE

Le buone notizie sono sempre un piacere. Quindi è normale che una storiella inutile ma che scalda i cuori come quella che ci apprestiamo a raccontarvi faccia in poco tempo il giro del mondo. Peccato che tante testate che l’hanno ripresa si siano fidate della prima fonte Europea: il Daily Mail. Ma com’è che ancora non avete colto che quel tabloid inglese pubblica fuffa al 90% e anche quando non è propriamente fuffa le fonti andrebbero verificate una per una?
Questi fatti che ci raccontava RDS l’altro giorno:

La foto della giovane Kana Harada sta facendo il giro del mondo: seduta sulla banchina di una stazione, aspetta il “suo” treno mentre è intenta a leggere un libro. Sì, il “suo” treno.
Perché Kana è l’unica e l’ultima viaggiatrice della stazione di Kami-Shirataki, a Nord del Giappone, nell’isola di Hokkaido. La stazione infatti doveva essere soppressa tre anni fa, insieme ad altre due stazioni poiché poco utilizzate dai cittadini. Ma le autorità rimandano la chiusura per permettere alla studentessa di andare a scuola.

Di quanto riportato, di certo, c’è solo il nome della studentessa. Tutto il resto è appunto un riassunto di quanto riportato dal Mail, peccato che poco sia stato verificato. Vediamo di farlo per voi.

Si è vero, Kana Harada è una studentessa che prende un treno che solitamente raccoglie solo lei alla stazione, la stazione purtroppo non è quella citata, ma un’altra, quella di Kyu-shirataki, che insieme ad altre due fermate del treno è nella lista delle stazioni che verranno eliminate a marzo 2016.
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Come spiega TheOnlineCitizen però l’annuncio della sopressione del treno non risale a tre anni fa:

the decision to close down three stations, not just Kami-Shirataki Station, was made on 21 July 2015, not three years ago. Announcing its 2016 timetable, Japan Rail Hokkaido said the three stations –   Kami-Shirataki, Kyu-shirataki, and Shimo-shirataki – would close in March 2016 as there were too few passengers using them. The March closure does, however, coincide with the expected graduation of 17-year-old Harada Kana from Hokkaido Engaru Highschool.  So when Kana stops school, so will the train stop calling at Kyu-shirataki Station.

Quindi la scelta di eliminare le stazioni risale al 21 luglio 2015, e l’annuncio dato a gennaio sui nuovi orari dei treni e che prevede la chiusura delle tre stazioni già preannunciava che la stazione venisse chiusa a marzo. Coincidenza vuole che Kana finisca il suo corso di studi proprio a marzo, e da qui la notizia diventa bella, se ci piace credere che la scelta sia stata fatta per aiutarla, ma nessuno dei comunicati stampa delle ferrovie giapponesi ne fa cenno, quindi appare molto più una coincidenza che una scelta dettata da un buon cuore dell’azienda.
Sempre su Online Citizen scopriamo che sì, alla stazione dove sale Kana è l’unica studentessa, ma nelle stazioni prima salgono altri dieci studenti, quindi il viaggio non lo fa propriamente in solitaria; insomma, la storia condivisa da TANTA stampa italiana è stata romanzata, per renderla più vendibile per il nostro pubblico.
Qualcuno mi ha chiesto:
ma se la storia non è del tutto inventata ha senso colpevolizzare chi la passa? non è falsa, solo lievemente romanzata.
Beh, se devo dare la mia spassionata opinione c’è un senso a colpevolizzare questi giornalisti perché ogni volta che si pubblica qualcosa non per FARE informazione, ma solo per attirare lettori, si sta facendo un disservizio a chi quelle notizie paga per leggerle. Se a questo aggiungiamo che la stampa che ha pubblicato la notizia romanzata l’ha copiata ed incollata da una testata (il Daily mail e suoi succedanei) di cui ormai anche i muri sanno di non potersi fidare, beh la frittata è fatta. Si legittima la notizia romanzata, si conferisce autorevolezza ad una fonte che non è affidabile, si informano male i lettori. Per me questo è pseudogiornalismo, poco importa se non fa danno e porta un po’ di calore sulle pagine di testate dove ormai, tra stragi e crisi, di buone notizie non se ne vedono. Ma non va comunque bene. Aggiungerei che su alcune testate il pezzo viene firmato, andando quindi a sommarsi ai pezzi in curriculum del “giornalista”. Firmare un qualcosa dove di farina del proprio sacco non si è messo davvero nulla è ridicolo, e dimostra come il mestiere del giornalista abbia preso una brutta china da tempo; poi ci sono i casi speciali, come il nostro Spider Jerusalem…
Sia chiaro, che lo faccia RDS può non darmi così fastidio, che l’abbiano invece fatto anche testate come La Stampa dispiace. Anche se in chiusura d’articolo anche loro fanno presente che la storia potrebbe esser lievemente romanzata.

C’è poco da fare, il desiderio e il bisogno di una fiaba che regali un po’ di ottimismo è troppo forte. Lasciateci sognare che sia così, ancora per poco. Che valga davvero la pena che quella locomotiva fumante, nel freddo delle nevi di Hokkaido, si fermi la mattina presto e al pomeriggio, per far salire o scendere quella ragazza che aspetta sul binario vicino a casa sua.

Il Corriere invece con la sua rubrica Le Vie dell’Asia aveva visto giusto, e pubblicato un articolo che riportava quanto anche da noi scoperto tramite Online Citizen:

anche la favola della viaggiatrice solitaria ha il suo cattivo. Che forse è soltanto la realtà. Perché le cose non starebbero proprio nei termini raccontati dal post della Cctv , ci sarebbe un po’ più di realtà e un po’ meno romanticismo. Stando ad esempio alla ricostruzione dell’Apple Daily di Taiwan, la ragazza prenderebbe sì il treno tutte le mattine, ma da una stazione diversa, non Kami-Shirataki, ma Kyu-Shirataki, e soprattutto non da sola ma con un’altra decina di studenti. Il loro treno parte alle 7.15 ed è effettivamente l’unico della mattinata, tuttavia al ritorno ce ne sono tre, l’ultimo alle 19.25. Non che sia tutto inventato. Le ferrovie hanno in effetti intenzione di chiudere a marzo le due stazioni suddette e una terza, Shimo-Shirataki, ma — altro colpo all’aura del racconto perfetto — la decisione non terrebbe in alcun conto la tempistica dei cicli scolastici.

maicolengel at butac.it