Le segnalazioni VAERS in Oregon

Lo studio che cambierà tutto!!! O almeno questo è quello che leggeremmo se tale studio potesse essere interpretato a sfavore dei vaccini

Una delle argomentazioni più usate dagli antivaccinisti e dai complottisti della pandemia in generale è quella che siano in aumento le morti improvvise, soprattutto nelle fasce più giovani della popolazione, e non mancano sui social network gruppi di persone che, utilizzando l’hashtag #NessunaCorrelazione, suggeriscono sotto moltissimi post di cronaca nera – che trattano casi di morti di persone tendenzialmente giovani – che ci sia un legame tra queste morti e i vaccini a mRNA somministrati durante la pandemia. Ora però è stato pubblicato uno studio che illustra come queste speculazioni siano infondate.

Lo studio, pubblicato lo scorso 11 aprile dal Centers for Disease Control and Prevention e titolato “Assessment of Risk for Sudden Cardiac Death Among Adolescents and Young Adults After Receipt of COVID-19 Vaccine — Oregon, June 2021–December 2022” prende in esame i casi di miocarditi che sono stati segnalati dopo le vaccinazioni contro il COVID-19 (soprattutto tra giovani maschi) al Vaccine Adverse Event Reporting System (VAERS), un sistema di segnalazione di eventi avversi alle vaccinazioni che abbiamo già trattato molte volte in passato: è utile comunque ricordare che il database del VAERS contiene informazioni su segnalazioni non verificate di eventi avversi (malattie, problemi di salute e/o sintomi) a seguito dell’immunizzazione con vaccini autorizzati negli Stati Uniti, e che le segnalazioni sono accettate da chiunque e possono essere inviate elettronicamente, senza alcuna forma di controllo medico sulla segnalazione stessa.

Tornando allo studio, che è firmato da Juventila Liko e Paul R. Cieslak, i due medici hanno esaminato i dati dei certificati di morte dell’Oregon del periodo giugno 2021-dicembre 2022 per i 1.292 deceduti di età compresa tra 16 e 30 anni a fronte di un totale di 979.289 dosi di vaccini COVID-19 somministrate agli abitanti dell’Oregon compresi in quella fascia di età. Tra i 1.292 decessi identificati, il COVID-19 è stato citato come causa di 30 di questi casi. Tra questi 30 deceduti, solo tre di questi avevano ricevuto una vaccinazione contro il COVID-19 meno di 100 giorni prima della morte e due di questi decessi sono stati attribuiti a condizioni croniche di base, mentre non è stato possibile determinare la causa della morte solo in un caso. Nessun certificato di morte, comunque, attribuiva il decesso alla vaccinazione.

I risultati di questo studio sono soggetti ad almeno due limitazioni: la prima è che le dimensioni ridotte della popolazione dell’Oregon rendevano meno probabile che si verificasse un evento raro come la morte cardiaca improvvisa tra adolescenti e giovani adulti. La seconda è che questo rapporto non può escludere la possibilità di decessi cardiaci associati al vaccino 100 giorni dopo la somministrazione del vaccino COVID-19. A questo proposito però, i dati pubblicati da altri studi indicano che i potenziali eventi avversi associati alle vaccinazioni tendono a verificarsi entro 42 giorni dalla ricezione del vaccino.

Alla luce di questi dati, non è possibile supportare un’associazione tra la ricezione del vaccino mRNA COVID-19 e la morte cardiaca improvvisa tra giovani precedentemente sani.

SP

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