Le linee guida dell’ISS e La Verità

La disinformazione ha le gambe corte

Ci avete segnalato un tweet pubblicato dalla giornalista Manuela Iatì, “libera pensatrice” già inviata di Piazza Pulita, come riporta il suo profilo Twitter.

Il post che ci avete segnalato è questo:

Iatì scrive:

Dunque ricercatori #Iss fanno i ricercatori,pubblicando studio che pone dubbi su uso #vaccino #mrna su pazienti autoimmuni e sani,e Istituto prima si dissocia,ora li “indaga”. Come stupirsi?In fondo presid. #Brusaferro obbediva a #Speranza,cioè alla politica,anziché alla #scienza

E allega uno screenshot di un articolo di giornale cartaceo (un giorno parleremo del perché certe testate evitino accuratamente di riportare online in chiaro tutti i loro articoli), il titolo dell’articolo:

L’ISS punisce i suoi ricercatori per aver violato regole inesistenti

Nello screenshot è possibile leggere quasi tutto il pezzo, da cui vi riporto quanto si legge della frase che accusa appunto l’ISS:

I tre ricercatori non avrebbero rispettato l’iter … prima di inviare alla rivista… Il lavoro venne consegnato a Pathogens il 28 dicembre 2022. La revisione era già stata inviata come da prassi, dai ricercatori alla rivista il mattino del 25 gennaio 2023, alle ore 9:30. E non c’era alcun regolamento dell’Iss da rispettare. Il codice di comportamento per i dipendenti infatti, venne diramato dalla piattaforma anticorruzione il pomeriggio di quel 25 gennaio alle ore 17:08. Con una dicitura inequivocabile: “La pubblicazione avvenuta in data odierna, determina il termine iniziale di efficacia del codice”. Quindi il paper mandato a Pathogens otto ore prima, non poteva sottostare a un codice non ancora consegnato ai dipendenti.

Sarà davvero come ci raccontano? Siamo andati a verificare i fatti. La prima cosa che troviamo è un comunicato del 23 dicembre 2022 che riporta:

E’ stato approvato dal Cda il nuovo codice di comportamento del personale ISS nella sua versione definitiva. Il codice aggiorna quello già approvato nel 2018 tenendo conto delle indicazioni della Legge 29 giugno 2022 n. 79 che chiedeva, entro il prossimo 31 dicembre, un aggiornamento  dei codici con l’inserimento di una sezione dedicata al corretto utilizzo delle tecnologie informatiche e dei mezzi di informazione e social media. Il nuovo testo, che ha seguito tutti i passaggi necessari alla sua convalida, è stato sottoposto all’attenzione del Cda che lo ha approvato in via preliminare e su di esso è stato poi reso parere favorevole anche dall’Organismo Indipendente di Valutazione. Si è passati così all’avvio della “fase di partecipazione aperta” mediante la pubblicazione del documento in versione editabile sul sito internet dell’Ente per informare tutti i dipendenti interessati al fine di permettere eventuali osservazioni.

Quindi il Codice di cui parla La Verità era stato approvato ben cinque giorni prima che il lavoro a cui si fa riferimento fosse consegnato alla rivista che poi l’ha pubblicato. E sempre cinque giorni prima è passato alla fase di partecipazione aperta, ovvero è stato reso disponibile a tutti i dipendenti, inclusi gli autori dello studio. Sia chiaro, quanto riporta La Verità è corretto, il codice, pur approvato a dicembre, è entrato in vigore dalla data di pubblicazione del 25 gennaio, ma come dicevamo non è qualcosa di nuovo: quello pubblicato il 25 gennaio, infatti, è solo un aggiornamento di linee guida già esistenti. Linee guida che già prevedevano un passaggio di approvazione da parte dell’Istituto, anche prima del nuovo aggiornamento a cui fa riferimento La Verità.

Il problema più grosso, però, è che l’ISS quando ha preso le distanze dallo studio di cui stiamo parlando l’ha fatto con queste parole:

In relazione all’articolo “Safety of COVID-19 Vaccines in Patients with Autoimmune Diseases, in Patients with Cardiac Issues, and in the Healthy Population” scritto da Loredana Frasca, Giuseppe Ocone e Raffaella Palazzo del Centro Nazionale per la Ricerca e la Valutazione Preclinica e Clinica dei Farmaci, pubblicato dalla rivista Pathogens e ripreso da alcuni organi di stampa l’Istituto Superiore di Sanità precisa quanto segue:

 l’articolo riporta esclusivamente l’opinione personale degli autori e non rappresenta in nessun modo la posizione dell’Istituto Superiore di Sanità

 nell’articolo si fa una rassegna parziale e arbitraria della letteratura, omettendo tra l’altro di citare i numerosi lavori pubblicati sull’argomento da parte di altri ricercatori dell’ISS e anche del loro stesso Centro. L’interpretazione dei dati presi in esame, inoltre, è del tutto personale, tanto che in alcuni casi gli autori citano studi arrivando a conclusioni opposte rispetto a quelle di chi li ha condotti

 l’articolo è stato inviato dai ricercatori alla rivista senza seguire la procedura di valutazione scientifica richiesto delle linee guida sull’integrità della ricerca dell’Iss a garanzia della qualità scientifica del lavoro pubblicato.

Parole che, come avete appena visto, non fanno diretto riferimento al Codice di comportamento citato da La Verità, bensì alle linee guida sull’integrità della ricerca dell’ISS, linee guida che troviamo sul sito nella loro versione più aggiornata. Ma anche queste esistono da anni, e riportano tra le altre cose:

L’Istituto si impegna a garantire qualità e trasparenza della ricerca anche attraverso un iter approvativo interno dei lavori scientifici destinati alla pubblicazione, sia sulle serie istituzionali sia su fonti esterne. I contributi da pubblicare sono sottoposti al vaglio dei responsabili di Struttura relativamente alla congruità dei contenuti. Una volta approvati, i lavori vengono registrati in un database gestionale interno (l’applicativo ISS Infoweb) che ne raccoglie i metadati unitamente alle versioni pubblicate (nel layout di formattazione dei publisher) da visualizzare liberamente in Internet o da rendere accessibili solo in Intranet in conformità alle singole politiche editoriali.

La critica fatta da ISS allo studio è basata proprio sul fatto che lo studio, osservazionale, è stato pubblicato senza prima esser stato valutato dai responsabili della Struttura. Dare a intendere, come fanno Iatì e La Verità, che ci siano linee guida che siano state scritte apposta per screditare lo studio in questione è malinformazione.

C’è intenzionale malafede in questo modo di fare giornalismo.

Testate come ByoBlu hanno scopiazzato La Verità senza nemmeno provare a fare verifiche:

Resta da sottolineare che la critica dell’ISS non si basava solo sulla violazione delle linee guida, ma anche e soprattutto sui punti citati prima. Punti decisamente più importanti delle linee guida, ma evidentemente su quelli i giornalisti de La Verità e di ByoBlu non avevano nulla da dire e quindi hanno preferito ometterli del tutto.

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