Long Covid, vaccini e Long Vax
Cerchiamo di fare chiarezza e capire se il Long Vax rovescia il rapporto tra rischio e beneficio del vaccino anti-Covid
Ci avete segnalato altra disinformazione che viene diffusa attraverso canali YouTube senza alcun controllo o riscontro scientifico. Senza stare a citare gli autori di questa confusione, riteniamo sia interessante un articolo per spiegare un po’ meglio cosa sia il Long Covid e quali collegamenti siano stati trovati con le vaccinazioni.
Long Covid
Vi riportiamo la definizione di Long Covid data dall’Associazione Italiana Long Covid:
Secondo l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), il Long Covid è definito come “una serie di sintomi che continuano ad essere presenti per diverse settimane o mesi dopo l’insorgenza acuta di COVID-19”. Questi sintomi possono includere affaticamento, difficoltà respiratorie, dolori articolari, nebbia mentale, perdita di gusto e olfatto, depressione e ansia.
Il Long Covid è quindi una condizione medica in cui i pazienti continuano a sperimentare sintomi legati al Covid-19 per un periodo di tempo prolungato, anche dopo che l’infezione acuta è passata. Questi sintomi possono variare notevolmente tra i pazienti e possono avere un impatto significativo sulla qualità della vita, con alcuni pazienti che riportano sintomi che durano anche oltre un anno.
Associazione che non mette in dubbio che il Long Covid sia causato appunto dall’aver avuto Covid-19 ed esserne poi guariti (perlomeno in parte). In sintomi del Long Covid sono:
- Affaticamento
- Difficoltà respiratorie
- Dolori muscolari e articolari
- Nebbia mentale
- Perdita di gusto e olfatto
- Problemi gastrointestinali
- Depressione e ansia
Sul sito di Pfizer troviamo un’analisi dei dati a oggi disponibili:
Una recente revisione di 4.500 articoli con dati provenienti da 50 studi su 1,7 milioni di soggetti in tutto il mondo suggerisce una prevalenza globale della condizione post COVID nel 43% della popolazione, ossia, sulla base dei dati dell’OMS di 470 milioni di infezioni da Covid-19 a livello mondiale, questa stima indica che circa 200 milioni di individui attualmente potrebbero sperimentare, o hanno già sperimentato, conseguenze a lungo termine relative al COVID4 (con dati eterogenei dal 2,3% al 54% tra gli ospedalizzati e dal 7,5% al 41% per i non ospedalizzati).
Quindi il 43% dei pazienti che hanno contratto Covid-19 ha la possibilità di avere sintomi collegati alla Long Covid.
Long Vax
Il termine Long Vax ad oggi non è qualcosa di universalmente riconosciuto, ma come riportato su MDPI in uno studio del 2024:
….la risposta immunitaria suscitata da questi vaccini, sebbene ampiamente benefica, a volte può portare a conseguenze indesiderate. Tra questi c’è la potenziale interruzione dell’omeostasi immunitaria, che può manifestarsi come infiammazione in varie strutture corporee, compresi gli occhi. Infatti, abbiamo segnalato un’associazione tra più vaccini prevalenti e diverse forme di infiammazione oculare, come uveite anteriore, intermedia e posteriore. I corticosteroidi si sono rivelati efficaci come trattamento, ma è fondamentale notare che nella metà dei casi non è stato raggiunto il recupero completo, suggerendo potenziali effetti a lungo termine di questi vaccini.Questo particolare aspetto dell’impatto del vaccino sta diventando sempre più importante poiché la comunità medica osserva un aumento dei sintomi post-vaccinazione che somigliano al Long COVID, ora sempre più indicato come Long Vax. Quindi si tratta di un possibile effetto avverso causato dalle vaccinazioni.
Quello che però va spiegato molto attentamente è che a oggi i casi analizzati ci dicono che il “Long Vax” ha un’incidenza bassissima rispetto al Long Covid. Riporta Science:
I casi sembrano molto rari, molto meno comuni del Long Covid dopo l’infezione.
L’articolo di Science cerca di fare chiarezza tra i vari studi in circolazione, riassumendo i pareri di svariati scienziati. Ed è proprio di chiarezza che c’è bisogno.
Long Covid & Long Vax
Negare che possa esistere il Long Vax sarebbe un errore, come un errore è il paragonarlo come incidenza al Long Covid, come abbiamo appunto visto fare da alcuni “influencer” nel campo della medicina alternativa. I casi esistono, ma sono molto rari e come dicevamo non universalmente riconosciuti. Sempre Science riporta che si suppone che possa trattarsi di:
UNA REAZIONE IMMUNITARIA ECCESSIVA alla proteina spike SARS-CoV-2, che i vaccini COVID-19 utilizzano per indurre anticorpi protettivi, è una possibile causa di questi sintomi. Una teoria è che dopo la vaccinazione alcune persone generano un altro ciclo di anticorpi che prendono di mira il primo. Questi anticorpi potrebbero funzionare in qualche modo come lo stesso Spike: Spike prende di mira una proteina della superficie cellulare chiamata recettore dell’enzima di conversione dell’angiotensina 2 (ACE2), consentendo al virus di entrare nelle cellule.
Ad oggi sul Long Vax non ci sono certezze, se non che esistono pazienti che post vaccinazione hanno sviluppato sintomi simili a quelli del Long Covid e potrebbe averli causati appunto una risposta immunitaria eccessiva. Ma dare a intendere che sia meglio diffidare dalle vaccinazioni sulla base dei rari casi in oggetto è sbagliato, visto che – anche se tali casi fossero con certezza associati al vaccino – i dati i nella battaglia contro Covid e Long Covid riportano numeri decisamente a favore dei vaccini.
redazione at butac punto it
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