Meluzzi e la pesca a strascico con le scie chimiche

I pochi che ancora credono alle scie chimiche si sentono meno soli grazie a post come quello che andiamo a trattare, sentono di appartenere a un gruppo o a una comunità di pensiero e di essere a conoscenza di qualcosa di cui "gli altri" sono all'oscuro

Alessandro Meluzzi è stato segnalato così tante volte a noi di BUTAC che ormai potremmo creare una categoria a lui dedicata invece che un semplice tag. L’ultima segnalazione che ci avete mandato riguarda un video del 9 agosto pubblicato sulla sua bacheca Facebook.

Il video lo trovate qui, non ve lo riportiamo perché è assolutamente inutile, ma riprendiamo il testo che lo accompagna:

Già qualcuno dice che #nubi così ci sono da sempre. Ma non abbiamo mai visto #cielo e #sole così velati e lattiginosi, una #geoingegneria forsennata e segreta di cui non consociamo né origini né finalità. Che le forze dell’#ordine rispondano, o avranno cessato di essere tali?

Le nubi a cui fa riferimento le potete vedere in questo fermo immagine del suo video:

Il suo video ha quasi 300mila visualizzazioni e oltre 20mila interazioni, da parte anche di chi segue BUTAC, e la cosa ci lascia, come sempre, delusi. Non aver ancora compreso che ogni interazione che viene fatta sotto a questi post – anche se è fatta per segnalare che si tratta di pura disinformazione – non fa altro che aumentarne l’engagement, indicando all’algoritmo che quello è un buon contenuto da mostrare ad ancora più persone perché stimola molte reazioni, è grave.

Non abbiamo intenzione di sbufalare le parole di Meluzzi, se lo seguite e vi fidate di lui non sarà certo BUTAC a farvi cambiare idea. E di scie chimiche abbiamo parlato così tante volte che l’argomento ha effettivamente una categoria dedicata. Scriviamo questi articoli solo perché speriamo sempre che la prossima volta che una redazione televisiva fa qualche ricerca su chi invitare in trasmissione trovi magari anche i nostri articoli, e decida di evitare alcuni personaggi.

Giusto un minuscolo appunto. Scene come quella filmata da Meluzzi sono oggi più comuni rispetto a quando lui era giovane principalmente per un motivo: il traffico aereo, come quello su strada, è aumentato a dismisura.

Un grafico da IEA che mostra il numero dei passeggeri (e quindi del traffico aereo) dal 1980 ad oggi:

E due numeri da Our World in Data:

Global emissions from aviation have increased a lot over the past half-century. However, air travel volumes increased even more rapidly. Since 1960, aviation emissions increased almost seven-fold; since 1970 they’ve tripled. Air traffic volume – here defined as revenue passenger kilometers (RPK) traveled – increased by orders of magnitude more: almost 300-fold since 1950; and 75-fold since 1960.

E giusto per non farci mancare nulla abbiamo chiesto anche a ChatGPT di fare una stima di quanto sia aumentato il traffico aereo dal 1955, anno di nascita di Meluzzi, ad oggi. Questa la sua risposta:

Il traffico aereo è cresciuto notevolmente dal 1955 al 2020. Ecco una panoramica generale delle tendenze osservate in questo periodo:

Crescita esponenziale: Dal 1955 al 2020, il traffico aereo mondiale (misurato in termini di passeggeri per chilometro trasportati o RPK) ha mostrato una tendenza di crescita esponenziale. In particolare, l’industria ha visto decenni di crescita annuale medio-alta, spesso superiore al 5%.

Boom dei viaggi a basso costo: Negli anni ’70 e ’80, l’avvento delle compagnie aeree a basso costo (low-cost) ha rivoluzionato il settore, rendendo il viaggio aereo accessibile a molte più persone e stimolando una notevole crescita del traffico.

Incremento dei voli intercontinentali: Con la crescente globalizzazione, c’è stato un significativo aumento dei voli intercontinentali. La domanda di viaggi tra Europa, Asia e Nord America in particolare ha visto una forte crescita.

Crisi e ripresa: Durante questo periodo, ci sono state alcune sfide significative, come gli shock petroliferi degli anni ’70, gli attacchi dell’11 settembre 2001 negli Stati Uniti, la crisi finanziaria del 2008 e la pandemia di COVID-19 del 2019-2020. Ognuna di queste crisi ha portato a un calo temporaneo del traffico aereo, ma in ogni caso (eccetto il COVID-19, la cui ripresa completa potrebbe richiedere qualche anno) il settore è riuscito a riprendersi e a continuare a crescere.

Pandemia di COVID-19: Nel 2020, a causa della pandemia di COVID-19, il traffico aereo ha subito una drastica riduzione, con molte compagnie aeree che hanno ridotto o sospeso le operazioni e molti paesi che hanno chiuso i loro confini o imposto restrizioni ai viaggi. Secondo l’IATA (International Air Transport Association), il traffico aereo di passeggeri nel 2020 è diminuito di circa il 66% rispetto al 2019.

In termini assoluti, il traffico aereo mondiale è passato da poche decine di milioni di passeggeri all’anno nel 1955 a oltre 4 miliardi nel 2019 (prima della pandemia di COVID-19). Questo fornisce una visione chiara dell’enorme espansione del settore dell’aviazione in questo periodo di 65 anni.

Alla richiesta di fonti, ChatGPT ha fornito i siti grazie a cui ha fornito quei dati:

  1. IATA (International Air Transport Association): Questa è l’associazione principale delle compagnie aeree a livello mondiale e fornisce statistiche dettagliate sull’industria dell’aviazione. Il loro sito web ha molte pubblicazioni e rapporti annuali che mostrano la crescita del traffico aereo nel corso degli anni.
  2. World Bank: Il database del World Bank ha statistiche sul traffico di passeggeri trasportati da compagnie aeree registrate nel paese di appartenenza. Questo ti può dare una panoramica della crescita globale del settore.
  3. OACI (Organizzazione dell’Aviazione Civile Internazionale): Questa agenzia delle Nazioni Unite ha statistiche e rapporti sul traffico aereo internazionale.

I follower di Meluzzi che vedono contenuti come quello a cui facciamo riferimento si sentono meno soli grazie a questi post, sentono di appartenere a un gruppo o a una comunità di pensiero. Questa appartenenza può offrire conforto, supporto e una sensazione di essere “in the know”, di essere a conoscenza di qualcosa di cui “gli altri” sono “all’oscuro”. Meluzzi (e tanti altri come lui) giocano su questo per poter raggiungere un pubblico magari non così ampio, ma facilmente manipolabile nelle proprie convinzioni.

maicolengel at butac punto it

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